XVI - " O dovrei rinunciare a te, Draco, per loro?"

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Era tornata a Hogwarts già da qualche settimana quando accadde ciò che non voleva accadesse.
Incontrò suo cugino.
Stavano camminando per il corridoio, uno in senso opposto all'altro, ma tutti e due con la stessa meta, la Sala Grande.
Era infatti quasi ora di pranzo e nessuno dei due aveva voglia di perdersi il pasto.
Ma quando la ragazza lo vide, avanzare verso di lei con la cravatta verde e argento, l'opposto dei rosso e oro della sua, si sentì improvvisamente vuota e senza appetito.
- Malfoy- salutò, solo, facendo per avviarsi verso la Sala Grande.
- Io ti copro le spalle con i miei e tu mi dici solo "Malfoy"? Dopo non avermi parlato per settimane?
La ragazza si fermò di colpo, guardandosi attorno, ma nessuno stava passando, dato che quasi tutto il castello era a pranzo.
- Beh, se è per questo nemmeno tu hai detto tanto, ora vado, ho fame, se non ti dispiace- ma non fece in tempo a sgattaiolare via che il cugino la trattenne.
- Penso proprio che il Cappello Parlante abbia sbagliato questa volta. Non sei coraggiosa come i veri Grifondoro, non sei una vera Grifondoro- la ragazza sentì una strana fitta percorrerle il petto, come di rimorso.
- Che vuoi dire, Malfoy?
- Dico solo che non puoi cercare di fare da ponte fra Grifondoro e Serpeverde.
- Cosa suggerisci, eh Malfoy?- domandò, ironica - Dovrei rinunciare a loro, per te?- disse, il furore ben evidente nella voce - O dovrei rinunciare a te, Draco, per loro?- domandò, il dolore che le era improvvisamente scivolato fuori da quella sua maschera sorprese il ragazzo, che si diede mentalmente dell'idiota perché non aveva capito prima che ci doveva stare male anche lei, a cercare di rimanere in equilibrio fra due mondi opposti.
- Tu sai cosa devi scegliere e cosa vuoi scegliere.
- Peccato che non siano la stessa cosa, Draco- mormorò, credendo di non essere sentita, venendo però udita benissimo dal ragazzo.
- Allora bene, se hai già deciso io non ho niente da dire a una lurida traditrice del suo sangue- si sentiva tradito, tradito da sua cugina, da quella che per anni aveva considerato la sua migliore amica, sua sorella.
Ma non aveva pensato che forse, facendo così, l'avrebbe solo allontanata.
- Sei proprio....- mormorò, stringendo i pugni.
"SEI UN VERME, UNA SERPE ODIOSA E SUBDOLA, SEI UN PERFETTO SERPEVERDE, MALFOY! SAI, ADESSO CAPISCO COME MAI IL CAPPELLO PARLANTE NON MI HA MESSA IN SERPEVERDE: IO NON SONO COME TE, NON SONO SUBDOLA, NON GODO DELLA SOFFERENZA ALTRUI, MEN CHE MENO DI UNA PERSONA A CUI TENGO, FIGURARSI MIA CUGINA! SONO VERAMENTE CONTENTA DI NON ESSERE FINITA IN QUELLA TUA ODIOSA CASATA, DIVERTITI, SERPE!" Avrebbe voluto urlargli, ma si trattenne, come sempre, rimamhiandosi le parole acide e velenose che avrebbe voluto dire.
- .... Un Serpeverde- e con quel commentò duro, ma che poteva essere inteso in diversi sensi, si allontanò, aprendo il portone della Sala Grande, sentendo quel vuoto all'altezza del petto farsi sempre più potente, insistente e feroce.
Si asciugò in fretta e furia la lacrima solitaria che stava correndo lungo la guancia poco prima di sedersi al tavolo, in un punto isolato, sentendo le risate di Harry, Ron, Hermione e tutto il resto della casa di Grifondoro farsi sempre più distanti da lei, meno calde e calorose.
Si strinse le mani sulle braccia, come voler scacciare quel gelo innaturale, simile a quello dei Dissennatoria, che le si stava propagando in corpo.
Prese un respiro profondo, afferrando la forchetta e cominciando a speluccare con furia il cibo che aveva nel piatto.

Quel pomeriggio, quando si andò a sedere vicino al lago, sapeva di star facendo una scelta che avrebbe richiamato alla mente gli occhi di suo padre, ma per una volta, una sola volta, aveva bisogno di vederli, come se servissero per farla sentire meno sola.
Strinse le gambe al petto, passandosi una mano sul viso, mentre alcune ciocche scappavano dalla treccia alla greca con cui aveva sistemato i capelli.
Li ricacciò indietro.
Le parole del cugino le rimbombavano in testa.
"Non ho niente da dire a una lurida traditrice del suo sangue".
" Nemmeno io ho nulla da dirti, Malfoy" pensò, mentre con la mano sfiorava il biglietto che le aveva dato suo zio.
"Devi stare attenta a non cadere nel buco nero che avvolge la nostra famiglia da generazioni.
S. Black " le parole le tornarono in mente senza neanche sforzarsi troppo, le erano rimaste impresse, così come quelle della lettera di suo padre, l'unica che le potesse far vedere la sua firma, la sua scrittura, il suo modo di fare la "r" o cose così, semplici e talmente banali che di solito si danno per scontato, ma che per lei non lo erano affatto.
Gli occhi di Regulus le tornarono alla mente in un istante, mente non faceva niente per scacciare gli occhi lucidi o le lacrime che avevano cominciato a scorrere silenziose dagli occhi grigio tempesta.
- Puoi stare tranquillo zio, io non ci cadrò- mormorò, quasi volesse convincere sé stessa, premendo il viso contro le ginocchia.

Angolo autrice

Dunque ho notato che in molte storie quando un personaggio si sbilancia troppo verso una casa, specie se contro Serpeverde, ci sono dei commenti spiacevoli, che fanno sembrare un po' cattiva la definizione di Grifondoro, come se ogni Grifondoro odiasse per forza ogni Serpeverde e che i Serpeverde fossero le vittime indifese dei loro sfoghi.
Quindi vorrei specificare che io SONO GRIFONDORO e NON ODIO I SERPEVERDE!
E anche che conosci una persona, smistata in Serpeverde, che mi ha fatta stare veramente tanto male, non molto tempo fa, per questa diversità, quindi chiedo cortesemente di evitare ogni possibile battuta anti Grifondoro o pro Serpeverde o viceversa nei commenti di questo capitolo.
I signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, sono lieti di presentarvi.... No, scherzo.
Comunque davvero, prima non scherzavo, serietà.
Scusate se sono di pessimo umore e ve lo trasmetto e se per caso ho offeso qualcuno non era mia intenzione e mi dispiace nel caso l'avessi fatto.

Malandrini67

La figlia di Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora