VI - "Penso che potremmo aver trovato un nuovo talento"

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Quando, la mattina dopo, la ragazza si recò nell'ufficio della McGranitt non la trovò con la bacchetta pronta come si era aspettata, cacciandola fuori dal castello e dicendole di tornare dai Malfoy.
Ma comunque non sembrava proprio felicissima.
- Vieni, ho avvisato il preside, penso sia meglio parlarne anche con lui.
Non capì subito di cosa parlasse, poi ricordò: lo schiantesimo.
Con un respiro perncalmarsi la seguì fuori dall'ufficio, cercando di mostrare naturalezza ed eleganza, quella stessa eleganza che le veniva naturale.
Salirono le scale oltre al Gargoile, mentre arrivavano a bussare alla porta di legno del preside.
- Avanti- disse la voce dell'uomo mentre le due entravano.
La ragazza si guardò attorno, meravigliata, lasciando cadere un attimo quella maschera d'indifferenza e lasciando trapelare lo stupore e l'emozione.
Osservava ogni quadro dei vari presidi di Hogwarts, meravigliata, mentre il preside parlava con la McGranitt, lasciandola fare.
Continuò a guardarli strani oggetti sui tavolini, almenonfino a che l'uomo non le fece cenno di sedersisulla seduta davanti a lui.
- Dunque, signorina Black, la professoressa McGranitt mi ha informato di... un particolare incantesimo che sei già in grado di compiere. Lo schiantesimo, dico bene?- domandò, mentre lei annuiva, riassumendo quell'aria elegante che dava sui nervi a alcune persone.
- Potrebbe farmi vedere?- domandò, mentre lei tentennava - Le posso assicurare, signorina Black, che ora come ora non mi potrebbe fare alcun male, fra qualche anno magari un suo schiantesimo sì, ma adesso temo proprio di no- disse con un sorriso, mentre la ragazza cercava di dissimulare l'imbarazzo e il nervosismo, mentre entrambi si alzavano in piedi, lei con la bacchetta pronta, il.prsside tranquillo enrilassato come l'aveva visto al banchetto.
E così tirò.
Sussurrò appena il nome dell'incantesimo mentre una scarica particolarmente potente colpiva lo scudo del.preside, che lo assorbi.
La ragazza lo guardò un attimo stupita, ma senza farsi notare, mentre spostava lo sguardo sulla McGranitt, ancora incredula.
- Penso che potremmo aver trovato un nuovo talento- disse il preside, mentre la ragazza cercava di mascherare il nervosismo, mettendo via la bacchetta.
Non le piaceva essere al centro degli sguardi di tutti, anche se essendo l'ultima Black era ben poco raro che ciò accadesse.
Quindinormai ci era abituata.
Ma comunqe non le piaceva.
- Minerva, puoi gentilmente dire a Vitious se può prendere qualche pomeriggio libero? Penso potrebbe esserle utile allenarsi con la magia, non si sa mai a cosa deve sapersi difendere una ragazza- disse, nascondendo i suoi veri timori.
Ma la McGranitt annuì, rigida, poco contenta di dover passare del tempo in più con la ragazza, che sembrava voler allontanare tutti con le sue maniere.
- È tutto, potete andare, buona giornata- disse, salutandole.
Le due uscirono, mentre la McGranitt si avviava verso l'aula di Ttasfigurazione, mentre la ragazza si recava a pranzo, sapendo già che avrebbe speluccato qualcosa e basta.
Infatti mangiò ben poco, mentre Hermione le si avvicinava.
- Cosa voleva la McGranitt?- domandò la ragazza.
- Oh, niente, chiedermi dello schiantesimo davanti al preside- disse, visibilmente tranquilla.
Almeno era brava a fingere di essere tranquilla.
Prese con la forchetta una patata, portandola alla bocca, mamgiandola.
- Ma cosa voleva?- domandò, insistente, ma quando sentì la forchetta sbattere contro il piatto per la troppa furia con cui aveva infilzato la patata capì che era meglio lasciar perdere.
Anche se dallo sguardo non si capiva, la ragazza intuì che fosse nervosa, così decise di dedicarsi al suo piatto.

Appena finito il pranzo la ragazza si alzò velocemente, uscendo in fretta e furia sedendosi sulle rive del lago.
Pessima mossa.
A quella vista l'immagine di suo padrenle tornò alla mente.
Ormai non riusciva quasi più a dormire senza quel sogno.
Si alzò, capendo che forse la cosa migliore da fare era capire.
Capire fino in fondo chinfossensua madre.
E soprattutto, se lei sapesse qualcosa su chi fosse realmente suo padre e che cosa glinfosse accaduto.
Così si avviò a passo spedito verso l'ufficio del preside, mentre bussava alla porta.
- Avanti- disse la voce del preside.
- Ah, signorina Black- esclamò - Che cosa vi porta qui?- domandò, accennando alla sedia davanti a sé.
La ragazza si sedette,mentre torva nervosamente le mani, ben attenta a non fari vedere dall'uomo.
- Devo capire delle cose, professore- disse, fissando l'uomo che la guardava da dietro le lenti degli occhiali.
- Che cose?- domandò, anche se un'idea gli si era formata in testa.
- Devo capire chi è mia madre- disse, lasciando stupito l'uomo, che cominciava a farsi un'idea abbastanza precisa di ciò che intendeva fare la ragazza.


La figlia di Regulus BlackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora