Scese dal Nottetempo.
Stava arrivando l'alba e aveva troppo sonno per andare a cercare sua madre subito, doveva prima riprendersi.
La lasciarono davanti al Paiolo Magico.
Entrò, stando attenta a non farsi riconoscere.
Se l'avessero vista probabilmente i Malfoy sarebbero venuti a sapere della sua scomparsa prima ancora che se ne accorgessero da soli.
- Vorrei una camera- disse, una volta arrivata al bancone.
L'uomo la guardò, scettico sul se fidarsi o meno.
- Sei accompagnata?
- No.
- Quanti anni hai?- sembrava sempre più scettico.
- Abbastanza per badare a me stessa, ora, mi vuole dare una camera o no?- domandò, cercando di simulare calma, ma senza che l'irritazione si sentisse nel tono di voce.
L'uomo grugnì in assenso, passandole la chiave di una camera.
- Grazie- borbottò, salendo le scale lentamente, fino a arrivare alla camera a buttarsi sopra al letto sgangherato, che cigolò sotto il suo peso, che era comunque poco.
Si svegliò dopo qualche ora, verso le sette, con il sole alto nel cielo azzurro dell'inverno.
Si alzò, stiracchiandosi, per una volta senza nessuno a svegliarla o la fretta di andare a lezione.
Si guardò attorno, fino a scrutare i palazzi visibili fuori dalla finestra.
Sospirò, l'attendeva una lunga giornata.
Scese le scale, il passo quasi inudibile, silenzioso sotto il frastuono del locale che si riempiva e si animava.
Si avvicinò al muro sul retro, picchiando sui mattoni.
Il passaggio per Diagon Alley si aprì, mostrando la lunga via piena di gente che cominciava a fare acquisti.Draco Malfoy si alzò, ma proprio mentre era sul punto di fare un passo qualcosa cadde per terra, qttirandone l'attenzione.
L'aprì, riconoscendo subito la calligrafia stretta della cugina, così pulita e ordinata.
Cominciò a leggere avidamente, come se ogni parola, ogni lettera, scritta dalla ragazza fossero importantissime per lui.
Caro Draco,
So che probabilmente quando la leggerai tua madre ti avrà già detto che sono sparita, ma devo farlo.
Devo capire chi fosse mio padre è per farlo devo trovare mia madre.
Ricordati che questo non è il mio modo di scappare di casa, ma solo di cercare di scoprire qualcosa a cui tengo, pianificando.
Cerca di spiegarlo a tua madre se ti dovesse chiedere.
Ci vediamo a scuola,Annie Black
No.
Non glielo avevano detto, era stato più veloce lui.
Sentì un groppo in gola fermarsi sempre più forte, mentre sentiva che quella distanza, quella freddezza nei modi, nelle parole e nella voce che aveva percepito a scuola, così diverso dal calore degli sguardi che gli rivolgeva di sfuggita da tutti, si faceva vivo di nuovo, anche lì, anche a casa loro.
Si passò una mano sul viso, spostando le ciocche biondo platino da davanti agli occhi di ghiaccio, sentendo un ricordo viaggiare veloce, fino a raggiungere la sua mente.
Era seduto sul prato, fissando il mare.
Era raro che andassero in vacanza, ma quell'anno l'avevano fatto, forse per far stare loro lontani dai giornali che ultimamente li avevano sommersi per qualcosa che aveva fatto Annie senza saperlo.
Sentì dei passi leggeri, quasi impossibili da sentide senza un orecchio ben allenato come il suo a percepirli e a riconoscerli.
Si voltò, un sorriso genuino stampato in volto.
La ragazza gli si sedette accanto, i capelli lunghi e neri come la pece lunghi fino a metà schiena erano intrecciati abilmente a spina di pesce.
Spostò lo sguardo grigio tempesta dopo pochi minuti su di lui, scostando gli occhi dal mare calmo che sbatteva contro gli scogli.
- Che ci fai qui Draco?- domandò, appoggiandosi con le mani sull'erba soffice, il vento fresco e frizzante che le spazzava le poche ciocche ribelli che le scappavano dalla moltitudine di capelli neri legati nella treccia.
- Aspettavo te- disse solo.
Non avevano neanche cinque anni, ma erano già uniti come se avessero affrontato già mille difficoltà.
- Smettila di fare così- disse, ma un leggero sorriso, timido, era nascosto sul viso della ragazza, quasi volesse nasconderlo.
Per poco il ragazzo non scoppiò a ridere nel vedere cugina così in difficoltà nel mostrarsi vulnerabile e con dei sentimenti.
- Dai Draco, andiamo, ci stanno aspettando per cena- disse, sollevandosi in piedi e spazzandosi l'erba umida rimasta attaccata ai vestiti.
Il ragazzo si alzò, prendendo a correre come un matto, quasi volesse provare a fare una gara.
Dopo poco era stato raggiunto dalla cugina, con le guance candide rosse per il poco fiato e gli occhi lucidi per il vento, mentre la casa si faceva sempre più vicina, l'erba non tanti alta che gli arrivava alla vita rallentava ogni movimento.
Inciampò improvvisamente nella radice dell'albero vicino, cadendo rovinosamente per terra, con un tonfo secco.
Si riparò in tempo il viso, girandosi di schiena.
Rimase un attimo ferma, a respirare profondamente, le mani, le ginocchia e i gomito sbucciati, mentre la spalla tutta graffiata perdeva sangue.
Si era fatto decisamente male.
Strinse i denti, cercando di non piangere, non voleva piangere davanti alla cugina, che sapeva ben sensibile.
La vide spuntare dopo poco, facendosi largo nell'erba alta.
Era più bassa di lui di qualche centimetro e, anche se poca, quella differenza era fastidiosa nell'erba alta.
Gli si accucciò vicino, le mani strette sulle gambe.
- Che hai fatto?- domandò, avvicinando una mano alla spalla,mentre al ragazzo veniva l'istinto di ritrarsi.
Ma non lo fece.
Decise di fidarsi di lei, di sua cugina, lasciandole fare.
Sapeva cosa stava per fare, l'aveva vista fare lo stessi addosso a sé stessa.
La vide chiudere gli occhi e prendere un respiro profondo, mentre la ferita si puliva dolorosamente come con il disinfettante e si richiudeva lentamente.
- Riesci a camminare?- domandò, una volta finito, alzandosi in piedi con il volto imperniato di sudore e le mani sudate.
Era più pallida del solito, quasi quella magia le avesse costati molta più fatica di quanto non volesse far credere.
- Stai bene?- domandò dopo aver annuito, vedendola annuire a sua volta, mentre afferrava la mano che la ragazza gli porgeva, tirandosi in piedi.
- Grazie Annie- mormorò, mentre questa annuiva, mormorando un "Prego" appena udibile, cominciando a camminare silenziosa e divertita al tempo stesso verso la casa che si vedeva oltre l'erba che le arrivava sotto le ascelle.
Sentì le lacrime minacciare di uscire, ma quella volta non le trattenne.
Sapeva che una cosa così non sarebbe più successa e che sua cugina si stava allontanando sempre di più da lui.
Si asciugò le lacrime, deciso a aiutare sua cugina, almeno per quello che poteva.Angolo autrice
Dunque, in questa storia cercherò di restare un po' lontana dagli avvenimenti del primo libro di Harry Potter.
Come vi sembra per ora la storia?
Se avete qualche critica o qualche consiglio su come migliorarla, scriveteli nei commenti 😃.
Grazie ancora per il sostegno e per essere arrivati fin qui.
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I miei sono i Malandrini (Minus escluso) con Lily Evans, Regulus e Hermione, anche se pure Harry e la McGranitt difendono il loro onore.Malandrini67
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La figlia di Regulus Black
FanfictionUn Mangiamorte, un assassino probabilmente, un purosangue, un Black. Così diverso dal fratello dall'indole ribelle che si era sempre ribellato ai suoi genitori, che aveva sempre trovato la forza di ribellarsi e lottare, lottare per i suoi ideali e l...