La ragazza stava attraversando i corridoi dell'amato castello.
Si passò una mano fra i capelli.
Aveva appena sciolto l'acconciatura con cui aveva legato i capelli quella mattina, quasi le stessero togliendo libertà.
Non studiava quasi più e gli aggiornamenti ai Malfoy erano quanto più disastrosi.
Aveva litigato con suo cugino già da qualche settimana ormai ma lui sembrava non essersene dimenticato.
Quando lo incrociava per i corridoi sentiva quella stretta allo stomaco ormai così familiare, la tentazione di cercare di sistemare tutto, ma il suo orgoglio, ormai identificato come Grifondoro, le impediva di chiedere scusa a un Serpeverde, seppur suo cugino.
Stava scendendo le scale per raggiungere il parco, non aveva voglia di discutere ancora con qualcuno, ma sembrava che Draco Malfoy non fosse della stessa idea.
Stava salendo le scale e quando i loro sguardi si incrociarono si affrettarono a distogliergli, quasi simultaneamente.
La ragazza si fermò, richiamando il cugino quasi con la voce inudibile agli altri che non erano abituati a percepirla.
- Perché non mi correggi più Draco?- domandò tenendo i pugni stretti e gli occhi serrati.
Il ragazzo si voltò, piantando lo sguardo color ghiaccio nella chioma nera della cugina.
La ragazza si voltò, sollevando appena il mento per la leggera differenza di altezza.
- Perché....- il ragazzo esitò, ma poi cambiò frase - Ci vediamo Annie- detto questo si allontanò a passo svelto, ma riuscendo comunque a sentire la frase della al vento dalla cugina.
- Non penso così spesso, Draco.
Il ragazzo sentì che un ricordo, in quel momento ormai doloroso, tornava alla mente, nello stesso istante in cui anche la ragazza si perdeva nello stesso ricordo.
Un ghigno identico a quello di suo zio si dipinse sul volto bambinesco della ragazza.
Aveva solo sei anni, ma l'espressione determinata la faceva sembrare più grande.
- Che hai fatto questa volta Annie?- domandò Draco comparendo alle sue spalle.
- Niente- disse, irritata, la ragazza, senza però riuscire a nascondere il sorrisetto furbo che andava a illuminare il viso e gli occhi.
- Dai An, ti conosco- tentò il ragazzo, venendo però fermato dalla ragazza.
- Non hai il diritto di correggermi o rimproverarmi solo perché hai due cavolo di giorni in più di me- disse, il tono di voce ormai alta e ben lontana dalla calma e la naturalezza che mostrava di solito anche quando si arrabbiava.
- Ma devo correggerti- esclamò adirato il ragazzino.
- Perché?- urlò lei, avvicinandosi.
Tutto il suo essere gelida, con il cugino non aveva mai attaccato e non era mai riuscita a esserlo così tanto.
- Perché tengo a te An- esclamò, mentre il furore nella ragazza piano piano svaniva - Perché poi con me non ti mostri come con gli altri? Perché mi fai capire cosa provi?- domandò, sapendo che uno dei motivi per cui la rimproverava sempre era anche quello, che gli mostrava le proprie emozioni, lasciandogli libero accesso alla sua mente da bambina.
- Perché così mi puoi correggere- sussurrò. Non voleva ammetterlo, non a lui, non in quel momento, ma il fatto che il cugino la correggersi, le dicesse quando sbagliava, l'aiutasse, le piaceva e la faceva sentire bene.
- Ma io non voglio doverti correggere- disse il ragazzo, quasi si stesse liberando di un peso.
- Ma se non lo fai tu, chi mi corregge?- domandò la ragazza, come se davvero non riuscisse a immaginare chi potesse correggerla o rimproverarla quando sbagliava.
- La mamma e il papà- disse, come se fosse naturale che i suoi zii, Narcissa e Lucyus Malfoy, la correggessero.
Cioè, la sgridavano sì, ma non cercavano di farle capire tutti i punti di vista, solo il loro.
- A loro io non importo, a loro non importa se divento buona o cattiva, a loro non importa aiutarmi a capire, come potrebbero correggermi loro?- domandò, ritrovando la calma naturale che sembrava aver perso improvvisamente poco prima, ma non era finta come quella che a volte mostrava, stava veramente aspettando una risposta, ma il cugino non sapeva come fare per rispondere, non sapeva cosa rispondere.
- Non lo so An- rispose solo, alla fine di minuti e minuti a pensarci.
La ragazza annuì, quasi lo avesse aiutato a capire qualcosa.
- Sarò io a correggerti allora Annie, ti aiuterò io a non perderti, puoi stare tranquilla- disse, sicuro, con un cenno di sorriso in volto.
La ragazza si alzò, sorridendo, avvicinandosi a lui.
- Allora?- domandò, con le mani appoggiate sui fianchi - Che hai fatto questa volta?- domandò con cipiglio severo.
La ragazza mugugnò qualcosa con un broncio infantile, dovuto all'età.
E Draco Malfoy l'aveva presa sul serio, la promessa fatta a sua cugina, ad Annie Black, di correggerla, tanto che ricevette persino qualche cuscino in faccia per le ramanzine che le faceva.
La ragazza si asciugò velocemente l'unica lacrima fuggitiva, ricacciando indietro le altre, ricordandosi di essere in mezzo a un corridoio, sulle scale che portavano fuori.
Prese un respiro profondo, riergendo quella maschera impenetrabile, che nascondeva le sue vere emozioni, attraverso la quale solo suo cugino era stato capace di guardare.
E con passo fiero e elegante, con quel suo passo silenzioso da Black, scese gli ultimi gradini che la dividevano dal parco, andando sulle rive del Lago Nero per vedere quegli occhi identici ai suoi che la scrutavano nei sogni poco prima di sparire, immersi nel lago.
- Perché non mi correggi più Draco?- mormorò di nuovo, fra sé e sé, mentre si passava nervosamente una mano su una ciocca corvina, arricciandola.
Tornò a guardare il lago, continuando a vedere sempre il suo sguardo, lo sguardo di suo padre.Angolo autrice
Ho appena letto una ff su Regulus e Sirius, come fratelli ovviamente, lo dico prima che qualcuno capisca male, e francamente non mi sentivo dell'umore per fare dei capitoli allegrissimi, come penso si capisca dagli ultimi due capitoli.
Fa veramente piangere 😭, quindi, se qualcuno è abbastanza coraggioso si faccia avanti che gli dico il nome.
BaciMalandrini67
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La figlia di Regulus Black
FanfictionUn Mangiamorte, un assassino probabilmente, un purosangue, un Black. Così diverso dal fratello dall'indole ribelle che si era sempre ribellato ai suoi genitori, che aveva sempre trovato la forza di ribellarsi e lottare, lottare per i suoi ideali e l...