Alla ragazza non accadde nulla di particolare dopo Halloween, se non si considera la.partita di Quidditch in cui Harry aveva quasi perso il controllo della scopa e Hermione aveva dato fuoco al mantello di Piton.
Almeno fino alle vacanze di Natale.
Salì sul treno, sapendo chi avrebbe incontrato.
Aprì la porta dello scompartimento, tirandosi dietro le valige e la gabbia con il suo gufo.
Una chioma biondo platino che ben conosceva era spostata a guardare fuori dalla finestra.
Il ragazzo spostò lo sguardo ghiaccio su di lei, che si chiuse la portiera alle spalle.
- Stai qui?- domandò confuso, senza preoccuparsi della presenza di Tigerbe Goyle.
- Sì- rispose solo lei, sedndoglisi accanto, appoggiando i bagagli.
- Come mai?- domandò - I tuoi amici ti hanno lasciata da sola?- domandò beffardo, ma vedendo che non reagiva capì che il momento delle battute era interrotto, che la possibilità di darle fastidio così era rimasta a Hogwarts, che quella maschera di forza e fierezza era crollata appena aveva aperto la porta dello scompartimento del treno.
E gli piaceva.
Era quasi sollevato di non dover più essere costretto a vedere di cattivo occhio sua cugina solo per una casata.
Perché, anche se stavano cominciando a prendere strade diverse, continuavano comunque, almeno per quel momento, a comportarsi come cugini.
- Tiger, Goyle, uscite, ora- ordinò, mentre entrambi uscivano di fretta, lasciando i due cugini da soli.
La ragazza si avvicinò, appoggiandosi vicino.
Rimasero in silenzio per qualche istante, mentre sentivano la tensione alleggerirsi.
- Com'è andata per ora scuola?- domandò a un certo punto Draco, fissando la ragazza fare una faccia strana.
- Davvero lo vuoi sapere?- domandò la ragazza, voltandosi a guardare il cugino.
Questo non rispose, ma dal sorrisetto che fece era chiaro che sì, voleva una risposta.
- Dunque, non è stato bello come mi aspettavo, l'accoglienza è stata fredda, ho dovuto dimostrare serietà e fierezza pernquasi tutto il tempo e ormai impazzivo.
- Visto?- domandò vittorioso Draco - Dovevi insistere con Serpeverde.
- Perché?
- Almeno saremmo stati insieme no?- domandò titubante il ragazzo, mentre lei annuiva, convinta, come se il ragionamento del ragazzo non facesse una piega.
- Ma ormai sono in Grifondoro- borbottò, quasi volesse nasconderlo - E tu? Com'è stata la scuola?- domandò con un sorriso forzato.
- Non serve che fai finta di sorridere- sbuffò il ragazzo, mentre il sorriso svaniva dal suo volto.
- Comunque abbastanza bene, mi sono fatto degli amici- lì la ragazza lo interruppe.
- Glielo hai detto? Che noi due ci parliamo?
Lo sguardo del ragazzo le fece capire che no, non glielo aveva detto.
- E tu a tuoi?- domandò convinto - Glielo hai detto ai tuoi amici?
La ragazza scosse il capo dopo pochi istanti, come se non volesse ammettere una sconfitta.
- Allora forse non sono veramente nostri amici, Draco- mormorò, mentre sentiva che quel poco che si era costruita al castello come amicizie veniva spazzato via.
- Forse Annie- disse, mentre la ragazza appoggiava testa, socchiudendo gli occhi, addormentandosi dopo poco, sapendo che Tiger e Goyle non sarebbero rientrati fino a che suo cugino non li avesse richiamati.Arrivarono ore dopo a King Cross, dopo che avevano dormito, parlato, giocato a scacchi, con Tiger e Goyle nello scompartimento accanto.
Avevano anche riso alcune volte.
E scesi dal treno notarono una donna a aspettarli.
La ragazza si avvicinò, seguendo il cugino, mentre sentiva che l'energia accumulata nel viaggio si affievoliva alla vista della zia.
Non sapeva come avessero reagito, ma dal suo sguardo capì non bene.
- Andiamo- disse dopo qualche istante di silenzio.
Li prese per mano, smaterializzandosi davanti a casa loro.
Una strana stretta prese lo stomaco della ragazza, come di paura, mentre sentiva che per la prima volta in vita sua aveva veramente paura di entrare in quella casa che aveva sempre considerato come punto di riferimento.
Aveva parlato con Silente di sua madre, ma non aveva saputo risponderle, né le aveva lasciato chiamare sua zia.
Così doveva aspettare di arrivare a casa e sperare di trovare gli zii non troppo arrabbiati con lei, soprattutto la zia, in cui sperava di più.
E mano a mano che lantensione cresceva, cresceva anche il suo desiderio di scoprire qualcosa in più subsua madre, magari anche solo il nome o il colore degli occhi o dei capelli, qualcosa del carattere.
Ma aveva bisogno di sapere, perché se non sapeva le sembrava di diventare matta a chiedersi senza potersi rispondere.
Ciò che rendeva il tutto più interessante era che poteva sapere cosa era successo a suo padre.
Con quel pensiero entrò in casa, preparandosi a una possibile sfuriata.
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La figlia di Regulus Black
FanfictionUn Mangiamorte, un assassino probabilmente, un purosangue, un Black. Così diverso dal fratello dall'indole ribelle che si era sempre ribellato ai suoi genitori, che aveva sempre trovato la forza di ribellarsi e lottare, lottare per i suoi ideali e l...