Il viaggio di ritorno durò, per la ragazza, molto più di quello dell'andata.
Non aveva avuto il coraggio di sedersi nello stesso scompartimento di Draco e così aveva passato tutto il viaggio da sola.
E da sola aveva potuto pensare molto.
E leggere tanto.
Non voleva sapere nulla di cose di scuola, doveva staccare la mente da tutta quella parte della sua vita, almeno per qualche ora.
Quando era tornata a casa dei Malfoy suo zio le aveva ordinato di andare in camera sua e di non uscire di lì fino a che non fosse stata ora di andare, e aveva impedito a Draco di andare a trovarla.
Così aveva letto i libri di scuola tutto il giorno.
E si sentiva terribilmente sola, lì, in quello scompartimento vuoto a parte lei, il paesaggio invernale, gelido e silenzioso, che scorreva fuori dal finestrino del treno.
Così avvicinò la mano alla pergamena, sfiorandone i bordi lisi dal tempo nonostante gli incantesimi.
Sentì una lacrima minacciare di uscire, ma la trattenne.
Si era sentita accolta, quando sua madre l'aveva abbracciata, ma quando era salita su quello scompartimento aveva sentito solo la delusione dei suoi zii e la freddezza di Draco, che sembrava cambiato improvvisamente.
Si passò una mano sugli occhi grigi, chiusi, mentre cominciava a capire come mai prima di quel momento non si fosse aperta con nessuno oltre al cugino.
Perché faceva male.
Faceva estremamente male aprire il proprio cuore a qualcuno, anche se di poco, perché era più facile, per chi ne aveva l'accesso, distruggerlo.
E lei si sentiva così, distrutta.
Sfilò la pergamena, sentendo il solito brivido, ma solita tristezza pervaderla, mentre rivedeva gli occhi di suo padre sparire nel lago.
Scosse la testa.
Cara Annie,
Non so cosa succederà dopo ciò che sto per fare, ma penso che quando lo leggerai saprai se mi è successo qualcosa o no.
Tua madre ha insistito con questo nome, voleva darti una vita normale, lontana dalla nobilissima e antichissima casata dei Black.
Quando sarai abbastanza grande per capire, so che farai di tutto per continuare ciò che sto andando a fare io ora, ma ti chiedo solo una cosa: di stare attenta.
Non penso di riuscire a vederti crescere, vederti andare a scuola, scoprire in che casa verrai smistata, ma vorrei che tu non facessi i miei stessi errori.
Non lasciare che sia la tua famiglia a decidere per te, abbi il coraggio di tuo zio nel ribellarti e nel prendere la tua strada, da sola.
Ti voglio già bene,
R.A.B.
P.S. ricordati di questa sigla se vuoi seguire il mio esempio.Non aveva capito nulla di ciò che le aveva detto il padre.
Cosa voleva che facesse, cosa voleva che non facesse, ma una cosa era sicura.
C'entrava con la sua visione, con il suo sogno.
R.A.B.
Regulus Arturus Black.
Suo padre.
Si passò una mano sul viso, frustrata.
Quanto ancora avrebbe dovuto aspettare per scoprire come mai suo padre era sparito, come mai tutti credevano che Voldemort l'avesse ucciso quando lei lo vedeva annegare?
Prese un respiro profondo.
Avrebbe dovuto calmare i nervi prima di prendere una qualsiasi decisione, quindi, in quel momento era meglio non prendere nessuna, nemmeno la più piccola, decisione.Angolo autrice
Dunque, questo capitolo è venuto cortissimo, ma spero di aver reso l'idea.
Questo serviva soprattutto come ponte per i disastri futuri in questa storia.
😁 sono anormale , lo so, grazie 😁
Fatemi sapere se è illeggibile e quindi devo evitare i pasticci con il correttore automatico o se è leggibile, quindi lascio il correttore, grazie.
Saluti a tutti 😃 ( Mi sa a tutte, ma non ne sono sicura, quindi andiamo sul tranquillo).Malandrini67
STAI LEGGENDO
La figlia di Regulus Black
FanfictionUn Mangiamorte, un assassino probabilmente, un purosangue, un Black. Così diverso dal fratello dall'indole ribelle che si era sempre ribellato ai suoi genitori, che aveva sempre trovato la forza di ribellarsi e lottare, lottare per i suoi ideali e l...