Come succede quasi sempre a Hogwarts, la notizia, segretissima tra l'altro, di quanto successo con la Pietra Filosofale era dilagata in tutta ma scuola quando Harry Potter tornò cosciente.
Ma altrettanto veloce si era sparsa la notizia del ritrovamento di una studentessa del primo anno schiantata nel Reparto Proibito.
E, forse era l'insieme delle due cose, forse no, nessuno sembrava intenzionato a avvicinarsi nel terzo piano, ne al Reparto Proibito della biblioteca.
Ma, in tutto ciò, Annie Black non si era ancora svegliata.
Le avevano trovato una lettera, in tasca, oltre a due fogli di pergamena abilmente trasfigurati e protetti da vari incantesimi di cui non si interessarono.
E la lettera era per Draco Malfoy.
Quel giorno si teneva la premiazione e il giorno dopo gli studenti sarebbero dovuti tornare a casa, ma non avevano idea di come fare con la ragazza.
Madama Chips era vicina a l'esaurimento nervoso e non intendeva lasciar andare la ragazza al San Mugo.
- La metteranno in fila assieme a altri ragazzi schiantati, no, non le resterebbero le attenzioni necessarie, no, la ragazza rimane qui. È una questione di Hogwarts e rimane a Hogwarts.
Sembrava averla presa sul personale.
Draco Malfoy sgattaiolava in infermeria tutte le sere e la mattina presto, prima che il castello si svegliasse, e la donna, stranamente, lo lasciava fare.
"Forse può aiutarla a riprendersi" pensava quando lo vedeva comparire, avvolto in quel mantello troppo grande e troppo cupo per un bambino dea sua età, ma lo lasciava entrare e si chiudeva in ufficio, non voleva sentire ciò che aveva da dirle.
Ma quel giorno lo sentì.
Era la mattina dell'ultimo giorno e il sole non era ancora sotto, come sempre, quando entrò di soppiatto in infermeria, scambiando un'occhiata con la donna per farsi riconoscere.
La donna annuì, chiudendosi in ufficio, ma per la prima volta sentì cos'aveva da dirle, sempre.
Pensava si trattasse di questioni scolastiche di dirle come andava la giornata, non si aspettava che le chiedesse scusa.
Si fece più attenta, mentre la sensazione di allarme aumentava sempre di più mano a mano che ascoltava.
- Annie, come stai?- domandò, quando la.vide coricata a letto con ancora gli occhi chiusi, cercando di ricacciare indietro le lacrime, per lei, perché sapeva che la cugina le avrebbe sentite.
- Ovvio, non puoi rispondermi- mormorò, sedendosi su una sedia e portandola vicino al suo letto.
- Non so se potrai capirmi, ma devo dirtelo. Ero io quello che ti ha aggredita. Ma non l'ho fatto per farti stare così- disse, ricacciando indietro le lacrime e stringendo appena le dita della cugina - Non volevo farti stare male, volevo solo allontanarti da quel libro, fermarti. So che ti ho sempre corretto, ma questa volta eri arrivato troppo tardi e ti dovevo fermare.
La bibliotecaria rabbrividì.
Era uno strano modo per aiutarla a guarire, ma lo lasciò parlare, curiosa di sapere cos'altro avesse da dirle.
- Sono andato a cercare quel libro e ho trovato questo- disse, sfilando dalla pesante mantello un libri che Madama Chips non riuscì a identificare, mentre il ragazzo si guardava attorno diffidente - Parla degli Horcrux. È questo che stavi cercando? Perché ti ossessionano tanto da tornare nel Reparto Proibito? Non ti era bastato rischiare di essere scoperta?
La donna non sapeva come facesse il ragazzo a sapere quelle cose, ma pensò che gliele avesse dette lei - Ho letto la lettera che mi hai spedito fregandomi il gufo, sai?- il ragazzo ridacchiò, lasciando interdetta la donna - Ma perché non ti sei fermata?- domandò ancora, mentre la donna avvertiva l'impulso di intervenire e di cacciarlo via - Vuoi creare degli Horcrux anche tu? Vuoi dividere la tua anima come ha fatto il Signore Oscuro?- domandò con voce tremante.
La donna rimase come pietrificata dal Basilisco.
Voldemort aveva diviso la sua anima? Che cosa voleva dire una cosa simile?
Ma soprattutto, cosa ci faceva realmente quella ragazza nel Reparto Proibito?
- An, scusa, scusami per tutto- mormorò, tanto che la donna fece fatica a sentirlo.
- Perdonami, ma cerca di riprenderti, e alla svelta,bio... io non penso di riuscire a sopravvivere da solo- il cuore della donna si strinse in una morsa dura, di dolore.
Quindi aveva sbagliato, avevano sbagliato tutti, a supporre che fosse stata attaccata in un duello da qualcuno con cui non era in buoni rapporti, o che fosse stata attaccata per vendetta.
No, era stata attaccata per fermarla, ma per il suo bene.
E quello la lasciò decisamente stupita.
Vide il ragazzo asciugarsi velocemente una lacrima.
- Tu non hai visto niente ok?- mormorò e la donna si accorse che aveva la voce incrinata.
Lo vide alzare gli occhi verso finestre, dove il sole stava sorgendo.
- Devo andare, ma torno sta sera a rinfacciarti la vittoria di Serpeverde- disse, con un sorriso triste dipinto in volto.
Si guardò attorno, quasi più ansioso di essere scoperto di poco prima, per poi chinarsi in avanti e lasciare un lieve bacio sulla fronte della cugina.
- Ci vediamo Black- disse, infilando di nuovo il libro nella tasca interna del pesante mantello.
Uscì dalla stanza, senza accorgersi del lieve movimento di un dito della ragazza, quasi fosse un tic.
Ma agli occhi delle donna non passò inosservato, che sorrise, pensando che forse quel ragazzo stava facendo più di quanto potesse fare lei.E quella sera in effetti tornò, ma non gongolante, bensì mogio.
- Auguri An, avete vinto- boffocchiò, buttandosi su una sedia vicina.
- Almeno i colori sono più belli, no?- domandò una voce, facendolo sussultare.
Era tutto il giorno che la donna vedeva dei veloci miglioramenti, quasi volesse prepararsi alla discussione della sera.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi s voltandosi, senza nemmeno preoccuparsi se qualcuno lo vedesse o meno, l'abbraccio stretta.
La ragazza rimase un attimo perplessa, ma quando il cugino si allontanò capì che era lui a averne bisogno, non lei.
- Che cos'è successo?
- Tu... Non mi hai sentito, vero?- domandò, mentre lei scuoteva la testa.
Sapeva che era passato del tempo, lo capiva dall'espressione stanca del ragazzo, ma non aveva idea di cosa fosse successo.
Così le raccontò tutto.
E lei non fece una piega.
- La prossima volta che mi vuoi fermare, evita di schiantarmi- disse con un leggero sorriso sulle labbra chiare.
- Vado a vedere se la Chips ti libera.
- Draco- lo richiamò, mentre lui si voltava, confuso - Non dirle che sei stato tu, lasciali vagare nel buio, o finiresti in grossi guai- il ragazzo annuì, serio quasi quanto la cugina, che sembrò rilassarsi.
In quel momento non le importava se era stato lui a affatturarla, perché sapeva che l'aveva fatto per aiutarla.
E quindi aveva mantenuto una promessa, aiutarla a capire.
Ma quel dubbio, quel bisogno di sapere, di sapere di più sugli Horcrux, continuava, insistente, come se non intendesse abbandonarla.
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La figlia di Regulus Black
FanfictionUn Mangiamorte, un assassino probabilmente, un purosangue, un Black. Così diverso dal fratello dall'indole ribelle che si era sempre ribellato ai suoi genitori, che aveva sempre trovato la forza di ribellarsi e lottare, lottare per i suoi ideali e l...