capitolo 4

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-"che cosa vuoi ancora?"

-"ti porto a casa, si è fatto tardi"

Così mi prese per mano e tornammo nella sala, persi un battito quando non trovai più Isabelle.

-"dove cazzo è finita" urlai e iniziai a cercarla ma thomas avvolse il suo braccio intorno alla mia vita.

-"non allontanarti da me"

-"non mi serve la guardia del corpo"

-"invece si"

Sbuffai ma non risposi perché non avevo voglia di litigare. Usciamo dal locale e per fortuna la vidi.
Era ubriaca, molto ubriaca così andai da lei.

-"Isabelle cazzo"

-"OH NON TOCCARMI!" urlò.

-"portiamola a casa" intervenne thomas.

-"non può tornare a casa sua in queste condizioni, andiamo da me resterà lì stanotte"

Sapevo che se l'avessi portata in quelle condizioni a casa sua con i suoi genitori non ne sarebbe uscita viva né lei né io.

-"come vuoi"

Eravamo ormai da 20 minuti in macchina, Isabelle si era addormentata mentre io ero vicino a thomas, che guidava.
Ad un certo punto sento la sua mano sulla mia coscia, mi voltai verso di lui, era concentrato sulla strada se gli avessi tolto la mano, cosa che volevo fare con tutto il cuore, non si sarebbe arreso così iniziai a illuderlo.
Mi misi più comoda e allargai le gambe, avevo la gonna quindi l'accesso era molto più facile ma ovviamente non glielo avrei permesso realmente.

-"che fai?" domandò non appena vide la mia mossa.

-"nulla,mi metto comoda"

Stava per levare la mano ma io gliela bloccai e la rimisi sul mio interno coscia, molto vicina al mio punto debole.

-"Clarissa.."

-"si?"

-"cosa stai facendo?"

-"nulla"

THOMAS'S POV
la mia mano era così vicina al suo punto debole, non capisco, perché fa così? Perché non mi ha levato la mano? Questa ragazza mi manda fuori di testa, è imprevedibile così ne approfittai, questa sera me la sarei scopata, sta cedendo.
Ci sono riuscito. Avvicino molto lentamente la mia mano alle sue mutandine sfiorandole, gliele stavo per spostare quando tutte le mie convinzioni sparirono.

CLARISSA'S POV
gli presi il polso molto saldamente e gli levai la sua mano.

-"non hai capito nulla di me caro thomas"

Era spiazzato, pensava davvero che avrei ceduto? A uno come lui? Impossibile.
Non dimentico ciò che mi ha fatto.

Ricordo ancora quando alle medie avevo iniziato a mangiare tanto per colpa dei miei genitori, un giorno andai in un negozio poco lontano da casa mia e comprai un vestito bianco con qualche fiore lilla, ero così contenta di farlo vedere ma appena entrai in casa trovai lui, thomas.
Era seduto vicino a mio fratello così indossai il vestito e lui fece commenti molto poco carini verso il mio fisico.

-"clarissa dai dove vuoi andare con quel vestito" scoppiò in una grande risata.

-"c-che vuoi dire?" non capivo, era brutto il vestito?

-"voglio dire che non puoi permetterti certi vestiti quando sei solo un'obesa"

'OBESA' quell'aggettivo non se ne andava dalla mia testa. Da quel giorno inziai a non mangiare perché avevo i sensi di colpa, iniziai a non farmi più delle foto, iniziai a non guardarmi più allo specchio, ogni volta che succedeva una di queste cose piangevo sempre di più, fino a svenire.
Nessuno mi ha vista in quello stato, nessuno sa il male che ho dentro da quel giorno. Ero sola con me stessa.
Lui fino a 1 anno fa continuava a farmi delle battutine sul mio fisico e sinceramente non capivo il perché, non gli avevo mai dato fastidio lo facevo solo perché lui era il primo ad iniziare e io zitta non ci stavo. Succedeva raramente e se stavo in silenzio era per fare un favore a Dylan, niente di più.
Queste cose a lui non gliele dissi mai non volevo farlo sentire in colpa, perché sicuramente si sarebbe sentito così, lui non ha nessuna colpa e mai ne avrà.
Non ero arrabbiata con thomas solo per quella volta, assolutamente, successe più volte.

Da piccola quando non facevo ciò che voleva mi picchiava, di nascosto da dyl, mi trattava da schifo.

Si era un bambino ma anche io lo ero, ero una piccola e indifesa bambina, più piccola di lui, di 1 anno ma pur sempre più piccola.

Lo guardai dritto negli occhi quando mi accorsi che eravamo davanti casa mia.

-"io non dimentico"

Esco dalla macchina per poi prendere sotto braccio quella che dovrebbe essere la mia migliore amica, prima di voltarmi per andare a casa gli dissi l'ultima cosa.

-"e mai lo farò"

-"Clarissa.."

-"buonanotte"

Mi girai e entrai in casa, nonostante sentii che thomas cercò di chiamarmi più volte.
Sono successe troppe cose fra me e lui. Non riesco a perdonarlo.
Decido di portare in bagno Isabelle e la misi in doccia, era la mia migliore amica non avevamo vergogna, eravamo come sorelle.

Ho paura di perderla, perché sono complicata non mi sfogo con lei, non lo faccio con nessuno, gli darei un peso e non voglio. Anche lei ha i suoi problemi e io cerco di aiutarla, quella che non aiutano sono io ma è una mia scelta, non voglio che mi aiutino.

Sono fatta male, forse, solo Isabelle sa del mio lato buono e dolce, lo mostro solo a lei e a mio fratello. Le altre persone pensano che sia una stronza senza cuore che va in giro in cerca di sesso, ecco chi è Clarissa per loro. Non sanno che clarissa è fragile, non sanno quanto io stia soffrendo perché per me non è facile parlarne e non lo farò.

-"clary.." la sua voce mi risveglia dai miei pensieri.

-"izi..come ti senti?"

-"meglio, grazie per avermi aiutata"

Non siamo quelle migliori amiche che fanno le dolci, ma sappiamo che l'una per l'altra ci saremo sempre, non ci servono parole lo dimostriamo con i fatti.

-"andiamo a dormire sono le 3 del mattino"

La feci asciugare e appena ci siamo sdraiate nel letto siamo crollate in un sonno molto profondo.

Sono le 9 della mattina, mi sono svegliata per colpa di una notifica sul mio telefono, era un messaggio.
Perché mi ha scritto? Cosa vuole da me? Deve starmi alla larga e non l'ha ancora capito. Erano mille domande a frullarmi nella testa, guardai il messaggio per sapere cosa mi avesse scritto.
Era lui, sempre lui, thomas. Thomas mi ha appena inviato un messaggio.

perché proprio tu?// Thomas brodie-sangster Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora