Manette

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"La persona alla tua destra dovrà toglierti un indumento a ogni turno, fino a quando non deciderai di fermarlo." lesse Hanjie con solennità.

Levi alzó gli occhi al cielo, realizzando di trovarsi alla destra della donna.

"Sicura di non volermi fermare subito?" tentó il corvino, palesemente contrariato all'idea di dover spogliare la sua collega.

"Oh Levi, non ci sperare!" commentó Hanjie, allungando un braccio per aiutarlo a sfilarle la giacca. Sarei dovuta essere gelosa, ma quella scena era troppo surreale per essere presa sul serio. Con la coda dell'occhio notai un sorrisetto divertito sul volto di Erwin; Connie stava trattenendo una risata e Armin guardava sconvolto la scena. Si prospettava una serata...particolare.

Il cestino passó nelle mani di Annie, la quale estrasse uno degli obblighi che avevo scritto: "Fatti uno shottino di tequila, sale e limone leccando il sale dal collo della persona che si trova di fronte a te e prendendo il limone dalle sue labbra."

L'obbligo sarebbe stato abbastanza innocuo, se solo non fosse stato Erwin a trovarsi di fronte alla ragazza. Feci fatica a trattenere una risata.

"Comandante, io non so proprio che dire.." balbettó lei, guardandosi intorno per cercare aiuto.
Per la prima volta nella mia vita vidi Annie in difficoltá.

"Mi dispiace, ma sarei perseguibile legalmente, se accettassi una cosa simile. " dichiaró il comandante, asciutto. "Accanto a me però c'è Armin, il quale mi sembra avere un'età molto più consona." concluse, spingendo avanti il biondino.

In qualunque altra occasione avremmo contestato quel rifiuto, ma non potevamo di certo farlo con Erwin. Così Eren prese il sale e lo posizionó sul collo dell'amico, dandogli poi una pacca di incoraggiamento sulla spalla.

Annie si avvicinò, schiva e sospettosa come sempre. Armin sembrava terrorizzato dalla vicinanza della ragazza. Inaspettatamente, però, le sorrise imbarazzato, spostando leggermente la testa per lasciarle più spazio nei movimenti. La bionda leccó via tutto il sale dal collo, probabilmente provocando una scarica di brividi in Armin; afferró poi lo shottino e lo buttó giù senza troppe cerimonie. Per ultimo si avvicinò al viso del ragazzo e delicatamente sottrasse lo  spicchio del limone dalla bocca di Armin, facendo inevitabilmente sfiorare le loro labbra; gli occhi di lei erano rimasti fissi su quelli di Armin per tutto il tempo e lui era riuscito a sostenere il suo sguardo senza problemi; interessante.

Hanji, intanto, aveva fatto cenno a Levi di iniziare a toglierle gli stivali, che con un sospiro fu costretto a procedere; non aveva proprio nessuna intenzione di dare tregua al capitano.

"Tocca a Eren!" ricordó Jean, passandogli  il cestino.

Il ragazzo estrasse il bigliettino e con un sospiro di sollievo spiegò che avrebbe dovuto scambiare i suoi vestiti con la ragazza di fronte a lui; casualmente, la ragazza ero proprio io. Non riuscii a trattenermi dallo scoppiare a ridere: io indossavo un paio di pantaloncini corti in tuta e una canottiera nera, con le bretelline sottili; immaginarmi Eren in quell'outfit stimolò decisamente il mio divertimento. L'unico inconveniente era che avremmo dovuto spogliarci a vicenda, questo era quanto l'obbligo prevedeva. 

Realizzai che, con questa penitenza, io e Eren avremmo attirato su di noi l'ira funesta di ben due Ackerman e non seppi decidere quale di noi fosse messo peggio: Eren si stava per guadagnare la gelosia del capitano Levi, io però quella di Mikasa.

Ci scambiammo uno sguardo comicamente disperato e senza troppi preamboli, Eren mi sfilò la maglietta. Rimanere in reggiseno davanti a tutti era imbarazzante, ma la situazione peggiorò quando Eren fu costretto a togliermi anche i pantaloncini. Sentii immediatamente gli occhi di Levi scorrere sul mio corpo e, con grande sorpresa, anche quelli di Jean.

Jean, se vuoi vivere togliti quello sguardo dalla faccia gli consigliai mentalmente, sperando che in qualche modo potesse sentire i miei pensieri. Dopo la prima notte insieme, Levi mi aveva detto esplicitamente quanto fosse geloso del ragazzo e speravo che l'esperienza con Sasha e Reiner avesse distratto Jean dall'attrazione fisica che aveva nei miei confronti; attrazione che, per onestà intellettuale, anche io avevo ammesso di provare.

Infilarmi la maglietta di Eren fu un grosso sollievo. I suoi pantaloni erano troppo larghi, però,  quindi fui costretta a rimanere solo con quella indosso. Avevo le gambe scoperte, ma fortunatamente il ragazzo era molto più alto di me e il sedere non era visibile. Eren invece era riuscito solo a mettere i miei pantaloncini, rimanendo a petto nudo; Mikasa lo mangiava con gli occhi.

Mi voltai per guardare Levi e feci in tempo a intercettare l'ultimo sguardo che il capitano aveva mandato alle mie gambe, prima che venisse richiamato ad adempiere al suo dovere: con la solita apatia, stava sfilando la maglietta a Hanjie. Quell'obbligo sembrava pesare molto più a lui che alla donna, la quale invece sembrava decisamente divertita dall'imbarazzo del corvino.

"Tocca a Mia" ricordò Historia.

Estrassi il foglietto e un brivido di eccitazione mi passò per tutto il corpo, capendo chi fosse il ragazzo alla mia destra, con cui avrei dovuto condividere quell'obbligo.

"Devo essere ammanettata a Levi per tutta la serata.." spiegai, cercando di risultare il più distaccata possibile "...e a quanto pare l'obbligo scadrà domani mattina, o almeno così è scritto."

A fatica trattenni il sorriso compiaciuto che tentava di affiorare dalle labbra. Levi sapeva dissimulare molto meglio di me le emozioni, ma con un solo sguardo capii che la situazione stuzzicava anche lui.

"Povero me, questa proprio non la volevo sentire" commentò Erwin, palesemente divertito da quella cosa.

"Aspetta di arrivare in camera prima di saltarle addosso, Levi" commento Hanjie, dandogli una pacca sulle spalle.

"Tu, chiudi la bocca" minacciò Levi, puntando gli occhi in quelli della donna. "E tu, Erwin,  non farmi parlare di manette.." si rivolse poi al Comandante, con un'allusione piuttosto ambigua che, però, provocò una gesto di rassegnazione da parte del biondo. Erwin e le manette? Mi sarei fatta spiegare tutto da Levi, una volta rimasti soli. 

Incurante del fatto che tutti ci stessero guardando, Levi si avvicinò a me facendo roteare un paio di manette dell'indice. Mi sorrise malizioso, prima di prendermi il polso e bloccarlo con il suo mediante il ferro freddo dello strumento. Il gioco riprese, ma Levi mi avvicinò utilizzando le manette che ci collegavano, fino a farmi sbattere contro la sua spalla. Si piegò leggermente verso di me e mi sussurrò "Ricorda quello che ti ho promesso: alla fine di questa serata ti farò pregare di farti toccare da me."

"Le manette sono una tua idea?" domandai con un filo di voce, notando il sorriso compiaciuto del ragazzo.

"Oh, non sai quante idee che mi stanno venendo in questo momento." mi rispose, eludendo la domanda.

Ogni volta che  parlava così il mio stomaco faceva una capriola, ma decisi di fingere di ignorare quella provocazione. Quando tornai a seguire la scena, notai che tutti ci fissavano preoccupati. Mi voltai verso di Levi, ma anche lui aveva perso le ultime battute del gioco.

"Che c'è?" domandò, probabilmente temendo che gli altri avessero sentito ciò che mi aveva sussurrato.

Gli altri fecero segno di guardare verso Jean. Il ragazzo teneva in mano un foglietto e, senza perdersi in inutili chiacchiere, rilesse il contenuto che aveva già declamato mentre eravamo distratti.

"Furto: qualsiasi obbligo abbia coinvolto il precedente giocatore, dovrà essere fatto dal possessore di questo biglietto"

Lo guardai palesemente confusa "Non ho capito, Jean deve passare la notte ammanettato a Levi?"

Ymir prontamente mi punzecchiò "Mia, l'amore ti rende stupida per caso? Non è con Levi che Jean deve passare la notte, ma con te."

Obbligo o Verità, Capitano Levi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora