A cuore aperto.

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Pov Mia:

A quanto pareva, nella testa di Eren erano rimasti tre neuroni, che giocavano a nascondino fra di loro. Mi chiesi seriamente se nella squadra di Levi fossero stati radunati un ammasso di deficienti.

Ero la prima a capire quanto fosse difficile legarsi a qualcuno, durante una guerra sanguinosa come quella in cui vivevamo; la reazione di Eren, però, non poteva essere giustificata in nessun modo: era stato semplicemente un imbecille.

Ci aveva raccontato la sua serata disastrosa in un sussurro, continuando a fissarsi le punte dei piedi dall'imbarazzo. Per tutto il tempo Jean aveva continuato a mandargli occhiate di fuoco e Armin camminava freneticamente nella stanza. Levi, invece, sembrava piuttosto intenerito dalla difficoltà con cui Eren stava tentando di spiegarci le sue motivazioni; Empatia tra imbranati, probabilmente. Quando finì di descrivere la scena, rimanemmo tutti in silenzio a guardarlo, esterrefatti.

"Ma che cazzo ti è passato nella testa, Yeager?" lo accusò furibonda Ymir. Neanche Historia provò a trattenere la ragazza: eravamo tutti dalla parte di Mikasa.

"Proprio tu mi vieni a parlare, Ymir?" gridò con disperazione il ragazzo "Come puoi lasciarti amare, sapendo che poi l'altra persona soffrirà per il resto della sua vita?"

Fantastico, era davvero come Levi: piuttosto che legarsi a qualcuno e accettare la possibilità di perderlo, preferiva ferire ed essere ferito. La differenza fondamentale erano le ragazze che questi due problematici si ritrovavano davanti: io ero molto più impulsiva e pragmatica, Mikasa molto più orgogliosa e introversa. Al posto della ragazza, io probabilmente avrei tirato una testata sul muso di Eren; lei, invece, aveva preferito il silenzio.

Armin interruppe il suo moto, bloccandosi davanti  Eren "Vuoi dire che  tu..?"

"Certo che la amo, Armin!" sbottò il ragazzo "La amo così tanto che preferisco farmi odiare, piuttosto che lasciare che si rovini la vita con me!"

Incapace di trattenersi, si coprì il volto delle mani e scoppiò a piangere. Erano rimasti tutti a bocca aperta. Era ovvio che il ragazzo non odiasse Mikasa, ma non si sarebbero mai aspettati un sacrificio simile da parte del diciannovenne. Personalmente, avevo capito fin dal primo momento quanto contorto fosse il pensiero di Eren. Mi domandai se, al posto del soldato, non avessi avuto una carriera migliore come psicologa. O magari come strizzacervelli in un ospedale psichiatrico. Per quanto nobile fosse stato il suo gesto, comunque, non spettava a lui scegliere per il futuro di Mikasa e questo lo rendeva ugualmente un idiota. Un eroico, romantico idiota.

Se le parole di Eren avevano stupito, il gesto di Levi fu proprio inaspettato: senza dire nulla si alzò e andò ad abbracciare il ragazzo. Lui sussultò, ma poi lasciò che il Capitano si prendesse un pò delle sue sofferenze, bagnando con le sue  lacrime la maglietta di lui. Il mio cuore si intenerì a quella scena.

Dopo qualche minuto di rispettoso silenzio, il ragazzo si passò una manica sugli occhi e tirò su con il naso.

"Promettetemi che non direte niente a Mikasa, di tutto questo."

"Ammesso che sia ancora viva." lo provocò ancora Emir, ma mi sembrò che lo facesse più per abitudine che per reale rabbia: nella sua voce non c'era più traccia di collera.

"Nessuno lo farà Eren, perchè sarai tu a spiegarglielo" lo informai, con un tono che non ammetteva repliche.

"Non posso, Mia! Lei non avrebbe un futuro felice con me e non posso permettermi che succeda."

"Non me ne frega un cazzo, Eren." ribattei con durezza "Appena la ritroveremo, tu andrai da lei e le spiegherai tutti i motivi dei tuoi assurdi comportamenti. Sta a lei scegliere come gestire i sui sentimenti, non a te."

"Ma.."

"Niente ma, Eren. Mikasa è una donna forte, libera e indipendente; sono sicura che preferirebbe uccidersi, piuttosto che lasciare che gli altri decidano per lei."

Lui mi guardò in silenzio, immerso nella riflessione che le mie parole gli avevano suscitato. Non contenta di quella reazione, ricaricai la dose.

"Eren, giuro che se scopro che non le hai parlato ti taglio la gola, divertendomi a staccare una corda vocale per volta e a farci una treccia da appendere sulla tua tomba."

Sentii Jean ridacchiare sommessamente: Levi rispose a quel gesto posandomi una mano sulla spalla. Non capii bene se lo avesse fatto per tranquillizzarmi o per segnare il territorio con il biondo, ma il suo tocco mi produsse una scarica di eccitazione. Cazzo, dovevo decisamente imparare a gestire le mie emozioni: non potevo passare da una minaccia di morte a un desiderio proibito con così tanta facilità.

"Eren, giuro che non fermerò Mia, se non parlerai con Mikasa." mi spalleggiò Armin, che però sembrava guardare l'amico con comprensione. Conosceva Eren meglio di tutti noi e probabilmente aveva capito la disperazione del ragazzo. Lui annuì, forse per paura della mia minaccia (che sapeva avrei attuato senza problemi) o forse perchè le mie parole lo avevano convinto.

Uscimmo in silenzio dal casolare, dividendoci in squadre per controllare meglio il territorio boscoso. Armin, Reiner e Eren andarono insieme verso la radura; Connie, Sasha e Jean fecero squadra per andare a controllare nei casolari abbandonati intorno al nostro. Ymir e Historia rimasero a terra, nel caso in cui Mikasa avessse deciso di tornare. Io andai con Levi a perlustrare il cuore della foresta. Come se i dispositivi di manovra fossero ormai un prolungamento di noi, ci spostammo con semplicità da un albero all'altro, senza emettere quasi nessun rumore.

"Mi fai impazzire, lo sai?" mi confessò improvvisamente Levi, facendomi quasi cadere in terra. Non capii bene in quale senso me lo stesse dicendo. Lui continuò, senza aspettare una mia risposta.

"Tieni testa a testa a tutti e rimetti in riga anche un caso disperato come Eren. Io lo stavo per picchiare."

"Lo so."

"Come mai non ne sono sorpreso?"

"Perchè sei consapevole della mie fantastiche doti da osservatrice silenziosa." ironizzai io.

"Anche della tua modestia, te lo assicuro."

"Perchè lo stavi per fare?" gli domandai, dopo un attimo di esitazione. Me lo ero chiesta per tutto il tempo: non era una persona che giudicava gli altri per le loro emozioni, anzi, ero sicura che capisse Eren molto più di tutti noi, in questo genere di situazioni.

"Non ti si può nascondere nulla, eh?" commentò lui.

Passò qualche secondo, prima che riprendesse a parlare, con un tono molto più serio.

"In quel momento, Eren mi aveva ricordato una persona che odio, un idiota che si stava lasciando sfuggire una donna magnifica, solo per delle insicurezze."

Il mio battito accelerò: un conto era andare a letto con lui, un altro sentire che stava aprendo il suo cuore a me. In quel momento, nella foresta, appesi sugli alberi con delle corde, stava avvenendo qualcosa di molto più intimo di quello che era successo tra le lenzuola.

"Meno male che la donna in questione è una cocciuta rompipalle." sussurrai, con ironia.

"Non hai idea della fortuna che ho avuto, nell'averla trovata proprio così."

Lo guardai con un groppo in gola, tanta era l'emozione per quelle parole. L'apatico, insensibile, freddo, Capitano Levi stava confessando i suoi sentimenti a me, a una sottoposta innamorata di lui da anni. Non avevo mai sperato di potergli confessare cosa provavo, ma non mi sarei mai immaginata che lo avrebbe fatto lui per primo. Cercai le parole migliori per rispondergli: ero solita agire, non ero brava a parlare. In quel caso, però, non potevo semplicemente baciarlo: aveva fatto qualcosa che andava oltre alla fisicità e avrei sminuito i miei sentimenti, se non avessi fatto altrettanto.

Aprii la bocca per parlare, ma qualcosa mi colpì con violenza. Il mio arpione si staccò dal ramo su cui era conficcato e fui sbattuta contro il tronco di un'albero. Una fitta violentissima di dolore mi attraversò tutto il copro, lasciandomi senza fiato. Prima di perdere i sensi, vidi cosa mi aveva attaccato.

Giganti.

Sentii urlare il mio nome.

Poi il buio mi inghiottì.

Spazio autrice: siamo quasi a 4mila, impazzisco! Per ringraziarvi ho fatto uscire subito un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto!❤️

Obbligo o Verità, Capitano Levi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora