"Oh cazzo!"
Con quell'imprecazione, Mia mi svegliò. Ancora assonnato, tentai di aprire un occhio senza che la luce mi uccidesse. Lei si era alzata a sedere, con la sola biancheria intima addosso e i capelli arruffati. Alternò lo sguardo dal mio corpo, al suo; entrambi eravamo senza vestiti.
Si portò una mano sulla fronte, probabilmente con la testa ancora leggera per la sbronza. "Oh cazzo!" ripetè, sconvolta.
"Buongiorno" provai a sdrammatizzare. Possibile non si ricordasse nulla?
"Perchè sono in camera tua?" quasi gridò, sconvolta. "Cioè, mi ricordo dell'obbligo. Mi chiedo perchè sono praticamente nuda, nel tuo letto."
"Non ti ricordi nulla?" provai, senza lasciare che la mia voce tradisse le mie emozioni. Volevo fare un attimo il drammatico, ma poi ovviamente la avrei tranquillizzata.
"Oh cazzo!" imprecò, per la terza volta. Questa volta mi incenerì con uno sguardo. "Non abbiamo...Tu non avresti mai.."
Scoppiai a ridere "Ti ricordo che abbiamo già scopato, non fare la santarellina. Comunque no, questa notte non è successo nulla. Nonostante tu mi sia salita in braccio mentre ero in mutande, non ti ho toccata neanche con un dito."
"Non lo avrei mai fatt...oh cazzo" si interruppe, come se la memoria avesse finalmente ripreso a funzionare. Si lasciò cadere sul letto, con l'ennesima imprecazione della mattina.
"Mi sono addormentato con una ragazza nuda e mi sono svegliato a fianco di uno scaricatore di porto." la presi in giro. Una cuscinata mi arrivò dritta in faccia.
"Ahi! Ti sei ricordata della nostra piacevole serata?" mugugnai da sotto al cuscino.
"Abbastanza per poter affermare che sei un imbecille geloso."
Se si ricordava ogni cosa, non aveva senso temere che fosse ancora arrabbiata. Sperai solo che avesse dimenticato l'ultima frase che le avevo rivolto: con la lucidità della mattina, mi vergognavo di essere stato così sdolcinato.
Sentii il suo cuscino rialzarsi.
Senza lasciarle tempo per ricaricare il colpo, rotolai sopra di lei e la immobilizzai sotto il mio corpo, bloccandole i polsi con le mie mani. Eravamo, di nuovo, semi nudi e uno sopra all'altro.Lei ci mise un attimo per realizzare e poi sfoderò uno dei suoi sorrisi più provocatori. "Buongiorno anche a lei, Capitano Levi. Mi ricordi: ho dato forse il permesso di toccarmi?"
Maledetta. Già di prima mattina voleva farmi impazzire. Provai ugualmente a farle cambiare idea, mantenendo quel ridicolo tono formale "Non mi sembra che lei sia ancora ubriaca, quindi non vedo perchè dovrei prestar fede alla mia parola."
Mi avvicinai per baciarla, ma lei separò le nostre labbra con un dito.
"Non ho specificato quando il nostro patto sarebbe terminato." Accompagnò queste parole di rifiuto con uno sguardo estremamente languido.
Mi voleva morto, era l'unica spiegazione. Non importava che fossi appena sveglio o che non avessi neanche fatto in tempo a capire che ore fossero: la volevo di nuovo, istantaneamente. A quanto pareva, però, lei intendeva giocare con me."Mia, dammi un buon motivo per cui non dovrei scoparti qui e ora."
Lei si morse un labbro, senza togliere lo sguardo da me. "Perchè sei un idiota, geloso, masochista e devo fartela pagare."
Tre aggettivi, una verità inequivocabile: con la mia gelosia mi ero messo da solo i bastoni tra le ruote.
"Non mi sembra che il tuo corpo sia d'accordo con te." commentai, notando il calore della sua pelle sotto di me. Scesi da sopra di lei, conscio di quanto in realtà anche lei in realtà volesse avermi. Osservai con soddisfazione il suo sguardo sui miei muscoli e questo mi diede la coferma di poter continuare.
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Obbligo o Verità, Capitano Levi?
Fanfiction🔞 Scene esplicite. Se non conoscete Attacco dei giganti, potete leggere ugualmente: le dinamiche si capiscono comunque. Durante una missione esplorativa nel distretto di Shiganshina, la squadra Levi è costretta a rimanere per cinque notti in un cas...