Spazi stretti e desideri recenti

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Pov Mikasa:
Ringraziai mentalmente Mia per quella proposta, mentre seguivo Eren nello sgabuzzino. Considerato anche il bacio appena avvenuto tra lei e Jean, ero certa che Eren non sospettasse una premeditazione in questo obbligo. Per quanto fosse assurdo che ancora quel ragazzo non si fosse accorto dei miei sentimenti, una cosa simile lo avrebbe sicuramente fatto riflettere.

Entró nella stanza e si appoggió con la schiena al muro, invitandomi a seguirlo. Il mio cuore batteva all'impazzata, ma sperai che non se ne accorgesse. Chiusi la porta dietro di me, facendoci sprofondare nel buio. La spazio era davvero molto stretto e i nostri corpi si sfioravano. Poggiai i palmi sul suo petto per mantenere la distanza.

"Tranquilla, Mikasa. Non mi scandalizzo se ti appoggi su di me. Ci siamo abbracciati così tante volte." propose lui, senza il minimo imbarazzo.

Probabilmente era convinto di quello che diceva, non rendendosi conto, come sempre, della situazione particolarmente intima in cui ci trovavamo.

In ogni caso, poggiai la testa sul suo petto e lui mi abbracció, posando la sua sulla mia nuca. Rimanemmo abbracciati così per un po' di tempo.

"Secondo te cosa c'è tra Mia e il Capitano?" mi chiese, interrompendo il silenzio.

"Non lo so. Secondo me si piacciono ma sono entrambi troppi orgogliosi per ammetterlo." risposti pragmaticamente.

"Lei peró ha baciato Jean davanti a lui."

"Io ho baciato Ymir, ma questo non vuol dire nulla." gli ricordai freddamente.

Lo sentii annuire sopra alla mia nuca, ma non aggiunse altro. Rimanemmo in silenzio ancora per qualche secondo.

"Ti piacciono le ragazze, Mikasa?" mi chiese, in maniera totalmente inaspettata.

Ebbi l'impulso di sollevarmi di scatto, piantargli gli occhi nei suoi e chiedergli se mi stesse prendendo per il culo. Come sempre, riuscii a trattenermi, senza mostrare le mie emozioni.

"Non credo."

"Non credo non è un no." puntualizzó.

"Non credo è un non credo, Eren."

"Peccato, era molto eccitante come idea." confessó lui.

Questa volta sussultai visibilmente.

"Che c'è?" mi domandó stupito "Ho già ammesso ieri sera di aver fantasticato su di te, nel corso di questi anni."

Parlava in maniera così franca che mi venne voglia di tirargli un pugno. Come faceva a non capire che quelle dichiarazioni che faceva con così tanta leggerezza, mi aprivano dei crateri nel cuore?
Pensai alle parole che Mia mi aveva rivolto la sera precedente. Lui mi dava per scontata e dava per scontata anche la pragmaticitá e l'assenza di emozioni con le quali gli rispondevo. Presi coraggio e provai a pensare a quello che Mia avrebbe fatto al mio posto.

"Nel corso di questi anni, o anche recentemente?" domandai, fingendo una superficiale curiosità.

"Beh, si, anche recentemente." rispose lui, sorpreso da quella domanda. Incuriosito, continuó il discorso. "Te?"

Sbarrai gli occhi a quella domanda, ringraziando il cielo che fossimo al buio e che non potesse vedere la mia reazione. Dovevo pensare come Mia. Lei sicuramente aveva molte più capacità di me, nello stuzzicare i ragazzi. Io ero sempre stata la solita, fredda, Ackerman, proprio come Levi. Se volevo uscire da quella situazione, peró, dovevo buttarmi.

"Potrebbe essere." ammisi, mantenendo però sempre il mio solito tono impassibile.

Lui si alzó di scatto dalla mia testa.
"Cosa?!" quasi urló.

Obbligo o Verità, Capitano Levi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora