In mano alla sorte

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"Bene, qualcuno mi vuole spiegare questo gioco?" propose Hanjie, incrociando le braccia dietro alla testa e inclinandosi indietro, fino a rimanere in equilibrio sulle gambe posteriori della sedia.

I ragazzi si guardarono, titubanti; Eren si voltò verso Levi, per richiedere un qualche supporto, ma il corvino rispose con un'occhiata di fuoco: se la dovevano cavare da soli. Persino Ymir, che era sempre stata sprezzante nei confronti dell'autorità, si trovava in imbarazzo nel dover spiegare quel gioco decisamente spinto al Comandante Erwin. Alla fine fu Armin, forse il più innocente di quella squadra, a prendere la parola. Rapidamente e senza non poca vergogna, spiegò le regole di obbligo e verità, omettendo completamente i dettagli sulle penitenze che erano avvenute.

Alla fine della spiegazione, era diventato paonazzo.

Inaspettatamente, Hanjie scoppiò in una risata sincera. La guardammo tutti con curiosità; Levi era l'unico a non essersi scomposto, limitandosi a guardare a terra con un sorrisetto sulle labbra. Qualcosa mi diceva che si aspettava quella reazione.

"Poveri, piccoli, innocenti, bambini. Pensate davvero che siate stati voi a scoprire questo gioco?" ridacchiò, mandando occhiate complici a Erwin e a Levi. Entrambi stavano cercando di trattenere un sorriso.

Non riuscii a non aprire la bocca per lo stupore. In realtà era abbastanza scontato presumere che anche loro adulti si fossero lasciati andare a questi giochi, magari da adolescenti, ma sentirlo ammettere era ugualmente scioccante.

La donna continuò, canzonatoria: "Dovevate vedere Erwin quando ci siamo arruolati nel corpo, era davvero l'anima della fes.."

Erwin la interruppe tirandole un pezzo di pane sulla faccia. "Capitano Hanjie, non una parola di più."

Guardai Levi sconvolta, ma mi resi conto che stava osservando la scena con particolare divertimento, come se fosse stato catapultato in ricordi felici di anni prima. Levi era più giovane degli altri superiori, ma probabilmente aveva condiviso con loro molti di questi momenti irripetibili. Mi sarei venduta un braccio, pur di poter assistere ai festini dei piani alti dell'esercito.

Connie, ormai forte per quella rivelazione, decise di aprire le danze. "Sasha! Obbligo o verità?"

Il fatto che fosse stata interpellata all'improvviso, mandò in confusione la ragazza che, senza riflettere, scelse istintivamente la seconda opzione; si pentì un attimo dopo di quella decisione. Connie, con molta più cattiveria in corpo che altezza, chiese cosa avesse fatto le ore precedenti.

La ragazza diventò paonazza, guardò Jean e non ebbe il coraggio di incrociare gli occhi con Reiner, che invece la fissava con lo sguardo sbarrato; quei pochi movimenti mi fecero capire tutto e trattenni a stento una risata.

"Io.. mi sono divertita." farfugliò, passandosi una pagnotta da una mano all'altra.

"Brauhs, che noia!" intervenne Hanjie, aggiustandosi gli occhiali. "Jean, Reiner, avete qualcosa da aggiungere?"

I due la fissarono, sconvolti. Anche la donna non si era persa gli sguardi che quei tre si erano lanciati. Se non fossi stata etero, probabilmente il Capitano Hanjie Zoe sarebbe stato l'oggetto di ogni mio desiderio: era molto più intelligente e perspicacie di quanto la sua ossessione per i giganti faceva percepire.

Sasha si arrese all'evidenza. "Ci siamo, divertiti. Tutti e tre."

Un grosso applauso di incoraggiamento scoppiò nella stanza. Perfino Levi e Erwin si erano uniti in quella strana dimostrazione di solidarietà. A quel punto, smascherata e senza molto altro da perdere, Sasha ripropose il gioco a Hanjie. La donna scelse verità.

Obbligo o Verità, Capitano Levi?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora