"Ti è piaciuto?" domandai maliziosa, cercando di avvicinarmi a lui.
Levi rispose a quel tentativo spingendomi nuovamente sul muro, alzandomi le braccia più in alto, così da non farmi muovere troppo. Sentivo il suo respiro sul mio collo. Io ero ubriaca, ma lui stava al gioco tanto quanto me."Abbastanza" mi schernì lui, facendomi notare con un'occhiata la posizione in cui ci trovavamo. Lentamente mi trascinó i polsi verso il basso, senza però lasciare la presa su di questi, ancora incollati al muro. Mi teneva bloccata sulla parete e volai con la fantasia sulle tante altre posizioni che avremmo potuto simulare contro quel muro. Dio, che immagini.
"Obbligo o verità,Mia?" mi chiese con voce roca.
"Veritá, capitano." stetti al gioco.
"Dimmi a cosa pensi."
Scoppiai a ridere. "Non lo vuoi sapere davvero, Levi."Lui mi lasció un polso e si appoggió al muro dietro di me con una mano, annullando ancora di più la distanza tra di noi. Le nostre labbra erano a pochi centimetri di distanza. Il mio respiro era accelerato e non potevo fare a meno di pensare che, se mi fossi spinta un po' più avanti, lo avrei baciato.
"Io sono un tuo superiore, e quello era un ordine." Il suo sguardo si alternava tra le mie labbra e gli occhi.
Si inumidì le labbra con la lingua, quando tornó a fissare la mia bocca. Conoscevo bene quello sguardo: era desiderio. Anche lui aveva riconosciuto il mio. Si avvicinó lentamente a me, come per baciarmi, ma all'ultimo cambió direzione e poggiò le labbra sul collo. Non potei fare a meno di gemere di sorpresa, le gambe che mi andavano a fuoco.
Lui mi lasció una scia di baci lungo il collo, salendo sempre più pericolosamente vicino alle labbra. Mi torturó la pelle, alternando umidi baci e morsi delicati. Risaliva lentamente ma inesorabile. Mi diede un bacio sulla mascella, uno sulla guancia, uno ancora più vicino. Arrivato all'angolo della mia bocca si fermó, per guardarmi negli occhi. Io lo guardai con sguardo supplichevole. Volevo le sue labbra sulle mie, le mani sul mio corpo, volevo che prendesse ogni cosa di me. Lui lo capì, e si avvicinó finalmente al mio viso."Scusate, è permesso?" domandó Sasha aprendo la porta della sala.
Levi si allontanó di scatto da me, lasciandomi li incollata sul muro, con gli ormoni impazziti e un formicolio nel basso ventre.
Volevo ucciderla.
Subito dopo entró anche Connie.
Ora volevo uccidere anche lui.Notando lo sguardo torvo del Capitano, si affrettarono a spiegare.
"Scusate noi non volevamo interrompere nulla.."
Levi la fulminó con lo sguardo.
"...non che ci fosse nulla da interrompere, ovviamente" provó a salvarsi lei.
"Di sotto, peró, è sfuggita la situazione. Eren e Mikasa si sono... avvicinati, diciamo. Ymir,Historia e Reiner... anche."
"Noi vorremmo solo andare in camera a dormire" spiegó Connie.Ero molto confusa, cosa cazzo stava succedendo giù di sotto?
"Armin e Jean?" domandai, sconvolta dall'idea di vederli assistere a scene strane.
"Armin ha vomitato, Jean lo sta aiutando." spiegó pragmaticamente."Domani luciderete quel pavimento con la lingua, se necessario" disse disgustato Levi. "però avete ragione, meglio andare a dormire per ora."
aggiunse, riluttante, quest'ultima frase.Cazzo, ci ero andata così vicina.
Ci avviamo tutte e tre verso le camere, Levi torno da solo nella sua."Ma te e Levi..?" provò Sasha.
"Non c'è nessun me e Levi, Sasha." ribattei secca. Era vero? "Piuttosto, che cosa stanno facendo li sotto?"
"Ah io non lo so, so solo che Connie è il peggiore degli amici." intervenne Sasha"Ha obbligato Historia a baciare Ymir e Reiner, contemporaneamente." scandì bene quest'ultima parola. "Ha pensato a Ymir, mica alla povera Sasha!" concluse con un lamento.
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Obbligo o Verità, Capitano Levi?
Fanfic🔞 Scene esplicite. Se non conoscete Attacco dei giganti, potete leggere ugualmente: le dinamiche si capiscono comunque. Durante una missione esplorativa nel distretto di Shiganshina, la squadra Levi è costretta a rimanere per cinque notti in un cas...