Senza esitare, accolsi tra le labbra la sua carne, iniziando a muovere la testa sulla lunghezza.
Levi intrecciò le mani nei miei capelli, per aiutarmi con i miei già regolari movimenti. Chiuse gli occhi e buttò la testa all'indietro, mentre continuavo a dargli piacere.
"Cazzo Mia.." mormorò, mentre tracciavo con la lingua i contorni dell'estremità, punto più sensibile. Amavo sentirlo gemere grazie ai miei movimenti, era inebriante ed estremamente eccitante. Lo guardai negli occhi, mentre riprendevo a succhiare e lui scosse la testa, come incapace di dire qualsiasi altra cosa se non implorarmi con gli occhi di continuare. Non lo avevo mai visto abbandonarsi così tanto al mio tocco; di solito era lui a condurre il gioco e per la prima volta, invece, si stava lasciando andare.
Forte di questa consapevolezza, aumentai il ritmo. Quasi non mi sarebbe interessato, se fosse finita così: sentirlo godere era l'unica cosa che mi interessava in quel momento.
Senza preavviso, mi allontanò da se.
"Ora tocca a me." dichiarò, porgendomi una mano per alzarmi e poi tirandomi a se sul letto. La sua pelle nuda a contatto col mio corpo mi fece avvampare di eccitazione: volevo averlo all'istante. Mi fece appoggiare la schiena sul materasso e poi risalì sopra di me, stampandomi dei delicati baci su tutto il corpo. Mi torturó il collo, le clavicole, fino a scendere al seno. Ogni secondo che passava, la mia voglia aumentava sempre di più.
Inizió a scendere fino all'ombelico, ma lo fermai. Mi guardó confuso.
"Non c'è bisogno. Ti prego, scopami e basta." mormorai.
Vidi aprirsi un sorriso più che malizioso sul suo volto e mi guardó qualche secondo compiaciuto.
"Non serve neanche più che ti tocchi?" mi canzonó, capendo che non era necessario alcun preliminare per lubrificare alla zona. Prese un preservativo e lo indossò.
"Vai a farti fottere, Levi" risposi, divaricando leggermente le gambe sotto di lui.
Capendo benissimo quel gioco di parole, mi afferró le cosce e le spalancó.
"Volentieri." affermó, prima di entrare in me.
Sentire la carne dell'altro entrare in se è forse il momento più bello dell'atto:ogni centimetro percorso risveglia un tratto di pelle che non pensi possa essere così sensibile; ogni nervo presente in quella zona è un fulcro di piacere, che non appena viene sfiorato invia una scarica elettrica.
Questo era quello che avevo provato in quel momento: un perpetuo e continuo piacere, terminato nel momento in cui Levi aveva raggiunto il fondo.
Inizió poi a muoversi, stimolando un'altra forma di godimento, più profonda e meno immediata. Mi avvinghiai a lui con le gambe, mentre proseguiva quell'istancabile moto. Non era mai stato più selvaggio di così; stavamo caricando quell'atto di tutta la passione accumulata. Con una mano mi afferró delicatamente il collo, continuando a entrare e uscire in me con foga.
Rallentó leggermente solo per aggiustare la posizione; prese le mie gambe e portó i miei polpacci sulle spalle, poi ricominció a scoparmi con impeto. Pensavo di impazzire di piacere.
Mi avvinghiai alle lenzuola solo per non urlare, mentre lui aumentava il ritmo. Regolare e indomito, continuava a darmi piacere senza smettere neanche per riprendersi; ogni spinta era un esplosione di godimento tra le mie gambe, ogni secondo che passava accorciava il tempo a me necessario per venire.
"Dio santo Levi..." mormorai, quasi al culmine del piacere.
"Te lo avevo detto che non sarei stato gentile.." sussurró, aumentando ancora di più la velocità.
Volevo che continuasse all'infinito; ne avevo bisogno. Invece, inaspettatamente, rallentó. Ci guardammo per un istante e capii che non aveva minimamente intenzione di smettere.
Senza dire una parola, uscì da me e mi porse una mano. La accettai e lo seguii verso il bagno. Mi spinse delicatamente sul lavandino, facendomi appoggiare la pancia sul marmo freddo e si posizionò dietro di me. Un'enorme specchio era posizionato davanti a noi. Sorrisi maliziosa al riflesso di Levi e vidi i suoi occhi scintillare di eccitazione come risposta: voleva vederci mentre lo facevamo.
Entrò nuovamente in me con decisione, iniziando a sbattermi direttamente sul mobile. Intrecciò una mano sui miei capelli, tirandomi la testa all'indietro e creando dello spazio sul mio collo, al quale prontamente applicò le sue labbra. Mi godevo quella scena attraverso l'immagine che lo specchio rimandava indietro e in questo modo, non solo il mio corpo veniva percosso da continue scariche di piacere, ma anche la mia mente si inebriava alla vista dell'atto.
I nostri occhi erano fissi su quelli dell'altro, mediante il vetro, e Levi stava aspettando solamente il momento in cui i miei sarebbero roteati indietro, al culmine del piacere. Senza smettere di guardarmi, aumentò il ritmo, portando la mano libera sul mio collo nudo. Non riuscivo a non gemere, stavo perdendo ogni forma di controllo.
Fui costretta ad appoggiare entrambi i palmi sullo specchio, impossibilitata a fidarmi delle sole gambe, per riuscirmi a reggere. Lui tirò delicatamente i miei capelli, mi morse il collo e poi risalì fino al mio orecchio.
"Non ho intenzione di smettere, fino a quando non urlerai il mio nome." sussurrò, continuando a spingere incessabilmente in me.
Il rumore dei nostri corpi che sbattevano echeggiava per tutta la stanza vuota; i respiri ansimanti e i gemiti riempivano quel silenzio carico di tensione.
Stavo per impazzire: non era mai stato così violento e, allo stesso tempo, così incredibilmente bravo. Sentii un calore noto accendersi tra le mie cosce e le gambe inziare a tremare. Levi capì dal mio sguardo che ero al limite e aumentò ancora, portando anche se stesso molto vicino alla fine. Scoppiò in me tutto il piacere che avevo tentato di rimandare per tutto l'atto e mi cedettero le gambe. Lui mi sostenne con un braccio, continuando però a penetrarmi.
"Dillo." mi intimò, mentre ormai il mio corpo non era più in grado di sopportare l'orgasmo.
Non riuscivo neanche a parlare."Grida il mio nome, Mia."
Mi abbandonai a lui, urlando il suo nome. Un attimo dopo venne anche lui.
Rimanemmo in quella posizione per qualche secondo, tentando di riprendere fiato. I nostri petti si alzavano e abbassavano all'unisono. Lui mi lasciò un bacio sulla schiena, per poi uscire da me.
Ero talmente sconvolta che non riuscivo a dire una parola. Nessuno mi aveva mai scopato in quel modo; non avevo mai provato un piacere così grande.
Lui aprì la doccia e si infilò sotto il getto dell'acqua.
"Vieni?" mi domandò, sorridendomi.
Annuii, entrando anche io. Lo abbracciai da dietro, facendo scorrere le mani sul suo petto e appoggiando la testa sulla sua schiena, lasciando che l'acqua lavasse via la fatica a entrambi. Non ero mai stata più felice di così: ci stavamo ritagliando una quotidianità che forse non avremmo mai avuto.
"Ci avranno sentito tutti." mormorai, mentre tracciavo distrattamente dei cerchi con le dita sulla sua schiena. Lui girò la testa verso di me, cercando un contatto visivo.
"Ti interessa?" mi domandò.
Scossi la testa. "A te?"
"No. Voglio che tutti sappiano quello che facciamo, per farli morire di invidia."
Gli sorrisi compiaciuta. Non stavamo insieme, ma quello era il mio uomo.
Con questa consapevolezza ci asciugammo dalla doccia e, ancora completamente nudi, entrammo nelle lenzuola.
Quella sarebbe stata l'ultima notte insieme e volevo assaporarmela fino in fondo.
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Obbligo o Verità, Capitano Levi?
Fanfic🔞 Scene esplicite. Se non conoscete Attacco dei giganti, potete leggere ugualmente: le dinamiche si capiscono comunque. Durante una missione esplorativa nel distretto di Shiganshina, la squadra Levi è costretta a rimanere per cinque notti in un cas...