11. Telefono senza fili

74 13 8
                                    

«Non è come dicono tutti: vederci è semplice, ma per capirci devi prenderti la briga di toglierci le macerie che abbiamo addosso

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Non è come dicono tutti: vederci è semplice, ma per capirci devi prenderti la briga di toglierci le macerie che abbiamo addosso.»

Il respiro è quella cosa che puoi solo fingere di controllare. Esso parte automaticamente, indipendentemente dalla tua volontà, ché i momenti in cui in un'intera giornata pensiamo al fatto che si, stiamo respirando - che i nostri polmoni si aprono immettendo ossigeno all'interno del nostro sangue e si svuotano espellendo l'anidride carbonica - sono rari.

È semplicemente vero che ti accorgi dell'importanza di qualcosa solo quando la perdi.

Io ho perso l'abitudine di dare per scontato la mia respirazione, soprattutto in momenti come questi, perché è essa a farmi morire.
C'ho le mani che tremano, una sensazione di vuoto dentro e tutto intorno, poi ci sono i polmoni, il cuore e il cervello che non so cosa stiano facendo se non uccidermi lentamente anzi che darmi vita.

Cerebrum, cor, pulmones et iecur sunt domicilia vitae.

Gli ridere in faccia a Cicerone, come si permette? Come osa farsi beffa della più lurida delle sensazioni, quella per cui ti senti morire a causa degli organi che ormai non danno più vita, ma paiono delle coltellate che ti lacerano da dentro e si muovono imbizzarrite per tutto il tempo.
La gola brucia, e quando respiro la cosa peggiora perché mi graffia la pelle secca e mi stringe il nodo opprimente che ho in essa.

Io che mi sono uccisa da sola, io che ho sopportato i dolori che il mio cervello mi ha creato, io che ho rinunciato anche solo ad una prospettiva di vita, io, la morta che cammina, mi sono sentita dire da mia madre che diventerò una puttana, e sono stata costretta ad ascoltarla mentre macchiava il ricordo dell'unica roccia che ho mai avuto.
E quindi come mai mi sono ridotta a questo? Per quale fottutissimo motivo mi sono spolpata la carne con le mie stesse mani, se poi il male che mi tengo dentro mi divora e non riesco più a metabolizzare le cattiverie che mi rivolgono?

Io non ce la faccio più a esistere così, io voglio vivere e smetterla di rimanere bloccata, di legarmi ai piedi dei pesi prima di buttarmi in mare di mia spontanea volontà.

«Cazzo - un respiro affannato che mi distrae dal mio, mi fa rendere vagamente conto che quello che mi trovo davanti non consiste più in una fila di banchi - cazzo Selena, guardami.» sento qualcosa di tanto caldo e confortante che mi afferra prepotentemente le guance e mi sposta la faccia. Aspetta perché - perché mi sto calmano anzi che reagire ancora peggio? Mi sta guardando nel mio momento peggiore e si permette anche di toccarmi a suo piacimento. Ma è che ne ho bisogno.

È che se Harry fosse arrivato un anno prima io non l'avrei neanche guardato, ma lui è arrivato nel momento giusto, quello in cui ero a tanto così da uccidermi, e mi ha fatto capire tutto. Mi ha schiaffeggiato con quegli occhi verde foresta e mi ha pulito lo sguardo con le mani grandi - ed io lì ho capito che ciò che mi stavo perdendo, volevo vivermelo.
Harry mi ha visto cadere, ed è arrivato in tempo per prendermi.

𝘚𝘢𝘭𝘵𝘺 𝘚𝘬𝘪𝘯 ʰˢDove le storie prendono vita. Scoprilo ora