Parte 12

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Alex's pov
è passata una settimana da quando sono stata liberata, liberata per modo di dire. È stata una settimana davvero difficile, tutti i miei ricordi tornare uno dopo l'altro insomma non è stato facile gestirli.
Ma adesso li ho tutti, ricordo chi sono o meglio chi sono stata. Ricordo i miei genitori, la mia infanzia, Elis, la guerra, l'accademia. Ogni cosa e soprattutto tutto quello che l'Hydra mi ha fatto fare. Molti di questi ricordo me li cancellavano ma adesso ricordo tutte le morti che ho causato, ognuna di esse nei minimi dettagli.  Mi dirigo verso la porta, insomma adesso che ho tutti i miei ricordi non fa niente se esco per pochino. In più non se ne accorgeranno nemmeno. Afferro la maniglia ma una voce dietro di me mi fa sobbalzare in aria "dove credi di andare"  mi giro lentamente verso la figura alle mie spalle. " oh Natasha.. ehm stavo uscendo per una boccata d'aria, ci vediamo tra un po'" mi rigirò verso la porta sperando non dica nulla e mi lasci andare. "sai che non puoi uscire" perché devo restare rinchiusa qui, sono libera di fare ciò che voglio.
"solo per 10 minuti, è urgente" cerco di convincerla restando il più calma possibile "dove devi andare" "è complicato"
Prende un mazzo di chiavi accanto a lei e si avvicina alla porta "allora verrò con te" assolutamente no.  Cerco di ribellarmi ma non funziona "non ho 10 anni, non ho bisogno della baby sitter." La sua espressione seria mi mette suggestione ma cerco di non farlo notare  "è per la tua sicurezza, forza andiamo" mi supera aprendo la porta ed io la seguo a ruota, non avendo altra scelta, fino alla macchina "allora dove andiamo" esco dalla tasca della giacca un biglietto dove ho scritto l'indirizzo "A questo indirizzo" lo prende per poi schiacciare dei pulsanti nell'auto "ma è una casa di riposo" voglio vedere Elis... sono tornati i ricordi e con essi i sensi di colpa. Ma adesso posso restarle accanto. "devo vedere una persona" annuisce senza aggiungere altro. Il viaggio in auto dura un bel po ma finalmente arriviamo davanti la casa di riposo. Esco di corso, avendo una leggera nausea causata dalla guida veloce di Natasha  "mio dio, non ci salgo più in macchina con te" sembra soddisfatta delle mie lamentele "esagerata... forza entra io ti aspetto qui" annuisco e dopo un aver riempito i polmoni d'aria, Entro nell'edificio e mi dirigo verso un infermiere. "mi scusi sto cercando Elis Gardner" mi sorride e con estrema gentilezza mi dà le indicazioni che mi servono  "si certo,nella stanza 136, lei è una parente?" Annuisco sperando che questo basti e stranamente è così. Entro nella stanza 136 e la vedo sul letto che dorme, così mi siedo sulla sedia aspettando si svegli. Ma neanche dopo 5 minuti la vedo aprire gli occhi molto lentamente. "Ehy..." mi guarda in silenzio ma poi qualcosa nel suo sguardo cambia, come se finalmente mi avesse riconosciuto  "... Alex..."
Annuisco non riuscendo a dire niente "dio tu sei V-viva..sei tornata..." prendo un respiro profondo per cercare di non piangere "non potevo lasciare la mia fidanzata..." le afferro la mano stringendola delicatamente  "è passato così tanto tempo..tanto"  vederla qui in questo letto con tutti questi macchinari non fa altro che aumentare i miei sensi di colpa "lo so e mi dispiace" ma nonostante i capelli bianchi e le rughe, il suo sguardo è inconfondibile. "com'è possibile, ti avevano dato per scomparsa..." i suoi occhi sono così confusi "è una lunga storia, ma adesso sono qui"
"non sei invecchiata di un giorno, dove sei stata tutto questo tempo" cerco di spiegarle in breve ciò che mi è successo nonostante questo non possa comunque in alcun modo giustificare il mio comportamento. "durante la guerra sono stata catturata da alcuni scienziati tedeschi... mi dispiace è stata tutta colpa mia" cerca di muove la testa in segno di no "no non è vero, non lo è" lo dice solo per non farmi sentire il compa ma la verità è che non sarei mai dovuta partire e tutto questo non sarebbe successo. "si invece, dovevo restare con te ma ho deciso comunque di partire.
Mi sei mancata così tanto...non sono riuscita a mantenere la mia promessa" inizia a tossire e in preda alla preoccupazione mi alzo per prendere dell'acqua   "ti prendo dell'acqua..tieni" gliela passo e lentamente ne beve un sorso, ma quando allontana il bicchiere da lei, ritorna a guardarmi confusa e scioccata "eli" cerco di chiamarla ma lei sgrana gli occhi "Alex... sei tu" non riesco a trattenermi e scoppio in lacrime "si sono io" ritorno a stringerle la mano "è passato così tanto tempo" non posso restare qui a ripetere questa conversazione fa troppo male, ho bisogno di un po' d'aria. "già... ma adesso devi riposare" mi alzo lasciandole un bacio sulla fronte ed esco dalla stanza.  Appena sono fuori cerco un medico con cui parlare, sapevo stava male ma non a che livello. "le pillole non stanno funzionando...l'alzheimer peggiora ogni giorno..." senza girarci intorno pongo alla dottoressa la domanda più difficile "quanto le rimane" controllo il referto medico nelle sue mani prima di darmi una risposta concreta
"non possiamo dirlo con certezza, 5/6 mesi, dipende tutto da lei" provo un tentativo disperato sapendo che se ci fosse stata una cura l'avrebbero già utilizzata  "non si può fare niente? Nuove pillole, nuove terapie"
"ormai la malattia è nella fase 6, non reggerebbe nuove terapie o medicinali più forti" come mi aspettavo ringrazio la dottoressa ed esco da lì. Mi dirigo verso l'auto dove Natasha mi sta aspettando "possiamo andare" deve aver notato i miei occhi rossi "stai bene?" Annuisco non volevo parlare e lei lo capisce non aggiungendo altro. il viaggio è stato silenzioso sentivo per tutto il tempo il suo sguardo su di me, probabilmente semplice preoccupazione.  tornate alla torre, neanche il tempo di fare un passo che Bucky inizia ad urlarmi contro "cosa diavolo vi passa per la testa?! Uscire senza dirmi nulla. Hai idea di quanto rischi!?" mi punta un dito contro ed io glielo sposto bruscamente. Non è giornata, sono già di pessimo umore.  "lo so e sono stata attenta, nessuno mi ha visto" cerco di chiudere lì la questione cosa che lui non ha intenzione di fare "dove sei andata??" Cerco di superarlo ma me lo impedisce mettendosi in mezzo "non sono affari tuoi" stringo i pugni cercando di calmarmi il più possibile ma un'altra domanda da parte sua e potrei scoppiare  "ALEX DOVE SEI ANDATA?!" "SONO ANDATA DA ELIS, SEI CONTENTO ADESSO?!"  la tensione arriva ad un livello superiore perciò Steve non perde tempo e si mette in mezzo pensando che di lì a poco avrei colpito il ragazzo davanti a me. Mio fratello che fino a pochi minuti fa era infuriato adesso sembra dispiaciuto e triste. "Alex..." Steve capisce che ci siamo calmati e si sposta. "lei come sta?" Sospirò chiudendo gli occhi per poi rispondergli  "i medici dicono che gli restano 6 mesi al massimo. Adesso se non ti dispiace vado nella mia camera" il suo sguardo pieno di compassione non fa altro che farmi arrabbiare, perché non merito la loro compassione. È colpa mia se è su quel letto, è tutta colpa mia.  "si certo, ma Alex se hai bisogno di me, io ci sono. So quanto è importante per te Elis e se vuoi parlarne io sono qui" annuisco e vado finalmente verso la mia stanza, l'unica cosa che voglio ,al momento, è stare da sola. Perciò mi chiudo in camera per dormire un po' ma non riesco a prendere sonno. In preda alla frustrazione mi rialzo, mi infilo una maglia e scendo in Palestra per sfogare la rabbia.

Forever and ever // Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora