Parte 14

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Alex's pov
Una doccia fredda era ciò di cui avevo bisogno. per quanto io abbia distrutto, almeno una decina di Sacchi, non mi sento affatto meglio. Finita la doccia mi vesto velocemente e raggiungo Natalia nel mini bar della torre. Quando arrivo la trovo dietro il bancone perciò mi siedo nello sgabello davanti a lei. Non appena mi metto comoda mi passa un bicchiere con un superalcolico "cos'è?" Prende un sorso del suo per poi rispondermi  "una mia invenzione" mi fa l'occhiolino facendomi ridere  "ho capito il tuo gioco, vuoi farmi bere per approfittarti di me. Beh non vorrei deluderti ma non posso ubriacarmi" sbuffa ridendo " peccato, questo rovina il mio piano"
Non posso fare a meno di ridere, stare qui seduta accanto a lei mi ha calmata molto. Mi piace averla attorno, è l'unica qui dentro che non mi guarda come una bomba pronta ad esplodere. "beh salute" prendo il bicchiere e con un sorso lo mando tutto giù.  "Allora?" Mi guarda aspettando una risposta su cosa ne penso del drink ed in effetti è delizioso. "È molto dolce e questo non mi dispiace." Sembra felice della mia risposta e decide di svelarmi il segreto nascosto dietro al drink "ci ho messo un ingrediente segreto, cannella e un po' di succo di mela." Prende il suo bicchiere raggiungendomi dall'altra parte del bancone, sedendosi accanto a me. "Allora come stai?" Immagino sarebbe arrivata questa domanda e sinceramente non voglio pensarci, perché non sto bene ovviamente. Perciò decido di cambiare drasticamente discorso "parlami di te" non sembra sorpresa del mio cambio di discorso ma incuriosita della mia domanda "cosa vuoi sapere?" È strano ma non appena me l'ha chiesto la prima cosa a cui ho pensato è stata se sta con qualcuno, ma non voglio sembrare invadente "non so, qualche tua passione" ci pensa su più del dovuto, come se non riuscisse a trovare un qualcosa che le piace fare "non saprei cosa dire, la mia vita è sempre stata lavoro e basta, fin da piccola." Immediatamente il ricordo di una piccola Natasha tra tante altre bambine mi ritorna alla mente. "inizia tu così nel mentre ci penso" sto per rispondere ma mi rendo conto di non avere passioni, insomma per tutta la mia vista sono stata l'arma di un associazionismo terrorista.
"oh beh anche nel mio caso non c'è molto da dire, sono rimasta congelata per anni." Abbassa lo sguardo coprendosi la bocca con una mano, ma posso sentire che ridacchia. Piego la testa confusa e lei pone fine immediatamente ai miei interrogativi "scusa è solo che le mostro vite sono state così travagliate che non riusciamo a rispondere ad una semplice domanda come questa" non ha tutti i torti.  "prima di entrare nell'esercito, cosa facevi?" Questa domanda mi fa tornare indietro di tantissimi anni ormai. "Avevo una vita semplice, andavo a scuola e appena finito il liceo, sono stata reclutata.
Diciamo che non ero proprio una ragazza modello, odiavo studiare ma tutta via me la cavavo. Ero un idiota ma quando finivo nei guai Bucky mi copriva sempre." E modestamente al livello non ero niente male "com'era andare al liceo?" A nessuno piace il liceo, io lo odiavo "una vera tortura, almeno c'era Steve a farmi compagnia." Sembra scioccata e divertita da ciò che ho detto "Steve era tuo compagno??" Annuisco, ricordando quanto fosse sfigato a quei tempi. "oh si, beh inizialmente non andavamo molto d'accordo ma essendo il migliore amico di Bucky decisi di dargli una possibilità.
Era praticamente il mio opposto, lui era uno studente modello ed io no, lui è sempre stato così serio. Era peggio di mia madre ogni volta che facevo qualcosa mi faceva la ramanzina." Comincia a ridere ma non sembra sorpresa, probabilmente non è poi cambiato così tanto. "La nostra amicizia è nata un giorno a scuola. ero nel cortile quando sentii delle risate e dei lamenti così andai a vedere. Cinque ragazzi stavano picchiando Steve, io ho sempre avuto problemi nel gestire la rabbia e quella immagine mi mandò in bestia." Prende un sorso del suo drink, incuriosita dalla storia. "com'è finita?" Mi vien da ridere al solo pensiero "beh sono intervenuta ed è così che io e Steve finimmo in ospedale, ci avevano massacrato" comincia a ridere prendendoci in giro "captain amarica e il soldato dell'inferno massacrati da 5 ragazzini wow" beh in mia difesa era più grandi "adesso tocca a me fare una domanda"  Annuisce aspettando che io continui. "cosa ami di più del mondo" ormai i bicchieri davanti a noi sono vuoti, il tempo passa così velocemente con lei "guidare auto sportive, mi piace andare ad veloce per le strade deserte. Mi fa sentire in un certo senso libera" ecco perché andava così veloce quando mi ha accompagnata, ho ancora le vertigini. "e se invece di chiederti cosa, dicessi chi. Chi ami più al mondo" non perde neanche un secondo a rispondere "facile... me stessa" immaginavo "amare se stessi è importante ma non sempre facile." Mi guarda negli occhi come se stesse cercando di capire cosa mi passa per la testa "tu non ami te stessa?" Bella domanda, non credo di essere una persona da amare. "Diciamo che non sono una mia fan" la situazione involontaria si sta facendo pesante e per impedirlo cambio drasticamente discorso "ti piace altro oltre le auto sportive?" Alza il bicchiere davanti a lei "l'alcol" scoppio a ridere non aspettandomi questa risposta " e il mio lavoro" interessante lei non parla del suo lavoro come una cosa che ama "credevo non ti piacesse il tuo lavoro" scuote la testa in segno di no "mi piace il mio lavoro ma"  si ferma pensandoci su ed io non dico nulla aspettando che continui  "non so credo di essermi persa troppe cose" a chi lo dice, ma quest oè un problema che possiamo risolvere "beh dovremmo recuperare allora" mi guarda confusa perciò mi spiego meglio "faremo tutte le cose che non hai mai fatto e che devi assolutamente fare" scoppiata a ridere pensando che io stia scherzando ma non sono mai stata così seria "e sentiamo cosa hai in mente" oh beh la mia idea si ferma qui in realtà "non lo so ancora ma sicuramente mi verrà qualcosa in mente"

Forever and ever // Natasha RomanoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora