Harry torna a scuola il giorno dopo, più felice che mai. Niente può rovinargli la giornata. Dopo la notte prima con Louis, si sente invincibile. Come se potesse superare ogni problema che gli si fosse presentato davanti.
Ha completato la sua presentazione di Comunicazioni Orali, spiegando dopo la lezione a Ms. Woodridge il perché non avesse la chiavetta usb con sé il giorno prima, e l'insegnante gli ha dato pieno credito, dicendogli di aver fatto un ottimo lavoro e di esser sembrato entusiasta dell'argomento scelto.
Harry era semplicemente arrossito, sapendo bene che non gli era fregato niente del progetto ma era semplicemente di buon umore quando l'aveva preparato.
"Beh, qualcuno qui è felice." Nick fa passare un braccio attorno al collo di Harry mentre Harry cammina lungo il corridoio, verso il suo armadietto.
"Si nota così tanto?" Chiede Harry serio, fermandosi per guardare Nick. Non riusciva a contenere il sorriso che aveva in viso. Quel sorriso che non sembrava più voler scomparire.
Nick alza gli occhi al cielo giocosamente. "Hai un sorriso molto carino, riccio." Commenta Nick.
Il sorriso di Harry cade immediatamente. Nonostante apprezzasse il complimento, non gli piaceva più che qualcuno lo chiamasse riccio, eccetto Louis.
"Grazie." Mormora Harry prima di scuotere via il braccio di Nick dalla sua spalla e camminare verso l'armadietto.
Quando Nick non prova a raggiungerlo, ma resta solamente lì confuso, Harry sembra tornare felice più in fretta. Era davvero infantile, il modo in cui si stava comportando Harry, ma non sembrava importargli. Dopo sapere di aver ottenuto in qualche modo un abbraccio da Louis Tomlinson, nient'altro sembrava importare.
***
"Woah, Louis Tomlinson. È un sorriso quello che vedo?" Scherza Niall, incrociando il castano all'entrata della scuola.
Louis lo guarda, internamente scioccato da sé stesso.
Louis smette di sorridere, non permettendo a nessuno di vedere le sue debolezze mostrarsi sulla sua faccia. "Vaffanculo biondino." Dice semplicemente Louis, andando via.
Louis era meravigliato da sé stesso, e arrabbiato allo stesso tempo. Aveva smesso di mostrare qualsiasi emozione eccetto la rabbia durante il suo primo anno di scuola superiore. Lo ha portato su un livello di controllo e dominanza più alto, ma anche ad un basso livello di popolarità, che onestamente neanche gli interessava.
Non riesce a ricordarsi l'ultima volta in cui ha sorriso a qualcuno a parte i suoi fratelli e le sue sorelle. Chi era per andare in giro sorridendo come un idiota a causa di quello stupido di Harry Styles? Che poi, che tipo di aurea speciale poteva avere il ragazzo? E perché Louis odiava ma amava tutto questo?
***
Harry si mette la sua normale divisa per l'allenamento ed entra in campo. L'allenatore gli dà un'occhiata annoiata, nonostante fosse curioso di vedere se Louis avesse provocato del progresso nelle abilità del ragazzo.
L'allenamento inizia con l'allungamento e Harry completa tutti gli esercizi, deciso a superare le aspettative oggi. Continuano con il dribblare la palla lungo il campo, e anche se Harry non è il migliore di tutta la sua squadra, c'è un ovvio miglioramento dalla sua parte. Inciampa qualche volta, ma è tutta colpa delle sue gambe da cucciolo di cerbiatto appena nato.
Facendo altri esercizi, l'allenatore sembra impressionato da quello che sembra essere un giocatore completamente diverso. È nella media ora, forse addirittura migliore di alcuni altri giocatori della squadra, nonostante non si stessero particolarmente sforzando.
Verso la fine dell'allenamento, vengono scelte due squadre per una partita di prova. Per una volta, Harry non viene scelto per ultimo, e non è perché è capitano di una delle squadre. Non è stato scelto per primo, ma almeno neanche per ultimo. Harry non riesce a credere a quanto bene stia andando la giornata.
Alla fine della partita, Harry non ha segnato nessun goal. Ha, tuttavia, ricevuto la palla due volte, e l'ha passata ad un giocatore della sua squadra, che ha segnato un goal.
"Styles, vieni qui." Urla l'allenatore mentre tutti vanno via dopo la fine dell'allenamento.
"Sì, signore?" Il nome suona familiare, ma anche sgradevole quando parla con un altro uomo che non sia Louis.
"Sei andato molto bene oggi. Continua così e non avrò bisogno di trovare un sostituto per te."
Harry sorride, le fossette visibili sulle guance. "Grazie mille, Coach Howell."
"Mhm." L'allenatore lo congeda, e Harry si dirige verso la macchina.
Sente il viso completamente arrossato, e le guance gli fanno male per quanto ha sorriso oggi. Apre il bagagliaio e ci butta il borsone dell'allenamento prima di richiuderlo. Di colpo, Harry viene violentemente spinto contro il lato della macchina e si alza immediatamente, pronto a combattere. Con tutta l'autostima che ha guadagnato oggi, si sente come se potesse fare qualsiasi cosa.
Appena chiude le mani a pugno, incontra il sorriso gioioso di un irlandese biondo. Abbassa le mani e sospira di sollievo.
"Niall ma che caz-"
"Indovina."
Harry corruga le sopracciglia in confusione. Come diavolo ha fatto ad arrivare qui?
"Cosa?" Chiede Harry confuso.
"Okay, in effetti non indovinare perché devo dirti qualcosa." Niall sorride non contenendo l'entusiasmo.
"Niall-"
"Che cosa hai fatto a Tomlinson?" Lo interrompe Niall, ancora con sorriso da un orecchio all'altro come un babbuino.
L'espressione di Harry si trasforma in preoccupata. "Cosa-? Cosa intendi, sta bene?"
"Amico, ha sorriso oggi. E invece di darmi un cazzotto quando gliel'ho fatto notare, mi ha solo detto di andarmene a fanculo."
"Niall, perché sei nella mia scuola?"
Harry fa i salti mortali dentro di sé, ma sceglie di contenere la sua felicità per quando è a casa così da non mettersi completamente in ridicolo. Non che fosse la prima volta che succede con Niall.
"Dovevo dirtelo." Risponde.
"Hai guidato per un'ora e mezzo alle sette di sera solo per dirmi che Louis Tomlinson ha sorriso, quando avresti potuto semplicemente mandarmi un messaggio o chiamarmi al telefono?"
"A dire il vero ha guidato mia madre. Il che mi ricorda, devo andare. Ciao ricciolino." Niall saluta con la mano e corre verso il van della madre.
Ad Harry vanno bene i soprannomi che gli affibbia Niall. Sono innocui e non lo fanno mai sentire a disagio. In ogni caso Niall è un idiota patentato, secondo l'opinione di Harry, ma ama quello stupido da morire. È difficile stargli al passo, ed è per questo che Niall ha tanti amici, ma solo pochi intimi lo conoscono veramente. È divertente ed estroverso, ma tiene le cose personali per sé e i suoi amici più stretti.
Harry scuote la testa e sorride all'idiozia dell'irlandese e mette in moto la macchina, guidando verso casa. Nella sua testa ha solo un pensiero:
Sta facendo crollare le barriere di Louis.
N/A:
in pratica ho scritto il capitolo precedente mentre ero tipo fatta quindi se ci sono errori fatemeli notare che li correggo
il prossimo capitolo è carino ma via via poi si aggiunge un pò di drama che non fa mai male
proverò ad aggiornare domani, se non ci riesco easy il giorno dopo, comunque in caso scrivetemi tipo Chiara ndo cazzo stai movete che stai a fa devi pubblica il capitolo e mi risveglio
ciao!
ah comunque mi sembrava ovvio però in caso qualcuno se lo stesse chiedendo sì lo smut c'è perchè è una storia tradotta da me e io sono un'adolescente con gli ormoni fottutamente a mille
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Football L.S. {traduzione italiana}
Fanfiction"Non è fottutamente possibile." Dice. Harry aggrotta le sopracciglia. Louis inizia a camminare intorno al ragazzo, osservandolo attentamente mentre gli parla. "Prima vuoi parlarmi come se io fossi un tuo pari o inferiore a te, poi arrivi qui, aspett...