22- Prologhi e Finali

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"Piccolo?" Chiede Louis nella stanza vuota, la mattina dopo che Harry gli aveva confessato il suo amore.

Non sente nessuna risposta, e non vede Harry da nessuna parte. Grugnisce, stiracchiandosi prima di strappar via le lenzuola dal corpo allenato. Lascia la stanza alla ricerca del suo dolce ragazzo.

Controlla ovunque, in doccia, in sala, in cucina, e in ogni altra stanza della sua enorme casa.

"Harry?" Urla Louis, in piedi al largo ingresso del primo piano.

Sussulta e si maledice fra sé e sé appena sente la porta che si apre dall'ingresso principale della casa vuota. Se i suoi genitori sono a casa ora e lui ha perso un ragazzo, verrà probabilmente ucciso.

Si precipita alla porta d'ingresso per accoglierli e farsi sembrare meno colpevole di quello che in realtà è. Mentre si avvicina all'entrata principale, vede una testolina riccia di una piccola merdina familiare. Louis gli corre incontro, ignorando la busta della spesa che ha in mano.

"Harry?" Louis lo abbraccia stretto e Harry fa cadere le borse, sbuffando ad alta voce appena Louis lo stringe. "Cazzo, mi hai fatto preoccupare così tanto." Gli dice appena si allontana da lui.

Harry gli rivolge uno sguardo confuso e leggermente arrabbiato quando si allontana. "Mi hai fatto cadere le buste." Si lamenta.

Louis alza un sopracciglio. "Scusa, cosa?" Chiede severo.

"Sono solo andato via per un minuto, perché ti stai preoccupando così tanto?" Chiede Harry mentre tira su le buste e si dirige in cucina zoppicando leggermente, Louis che lo segue appena dietro.

Louis sogghigna allo zoppichio che Harry si trascina dietro con ogni passo.

"Ti fa male il sedere amore?" Chiede Louis in modo comprensivo.

Harry fa il broncio dopo aver messo giù le buste della spesa. "Un pochino." Borbotta.

"Sì? Hmm, non vogliamo che ti facciano male anche le natiche, vero?" Chiede Louis, sedendosi casualmente su uno sgabello al bancone.

Harry quasi sussulta al tono tranquillo e suggestivo di Louis mentre gli offre delle sculacciate.

"N-no." Geme.

"Allora ti suggerisco di smetterla con questo atteggiamento e dirmi perché te ne sei andato senza avvertirmi." Dice Louis, incrociando le gambe e lasciando che le dita tamburellino il suo ginocchio.

"Stavo prendendo la colazione." Harry mormora, sentendosi già scivolare nel littlespace per il tono di Louis.

"Oh? Abbiamo un cuoco per quello tesoro mio, e non mi ricordo di averti dato il permesso di lasciare la casa." Afferma Louis duramente.

Harry alza le sopracciglia, e poi le corruga all'affermazione di Louis.

"Non mi ricordo di avere bisogno del permesso di lasciare una casa che non è la mia. E poi, volevo preparare la colazione da solo per ringraziarti per la scorsa notte ma non importa." Sbuffa Harry, prendendo le chiavi e dirigendosi di nuovo verso la porta.

Louis lo raggiunge velocemente, afferrandogli il polso. "Tu non te ne vai." Ringhia con il tono di un'ottava più basso rispetto alla sua solita voce.

Harry si ferma immediatamente, rabbrividendo al tono di Louis. Vaffanculo a lui per fargli sempre questo effetto. "E per quale dannato motivo no?" Sputa fuori Harry.

Louis se lo strattona più vicino, spostando la mano verso la vita di Harry. "Perché te ne vai sempre prima che abbiamo la possibilità di chiarirci e non giocherò più a quel gioco."

Football L.S.  {traduzione italiana}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora