Capitolo 14

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Sono passate due settimane e di Tommaso ancora nessuna traccia, sembra come se la terra lo avesse risucchiato. Non è mai più tornato a lavoro e non ha nemmeno risposto al cellulare, ne a me ne a Noah.

Lo sapevo, sapevo di non dovermi lasciare andare, farmi trasportare troppo dal sentimento. Avevo scelto di non impegnarmi sentimentalmente, e c'ero riuscita, ma con Tommaso no, mi sono buttata tra le sue braccia, mi sono fidata e ovviamente la fregatura era dietro l'angolo e adesso ci sto male, tanto male.
Non riesco più a lavorare e concentrarmi su nulla, la mia mente va sempre lì, penso sempre a lui e a cosa sia successo. Cosa mai possa essere accaduto per far sì che sparisse nel nulla? Non capisco, avrò sbagliato qualcosa? L'ho spaventato? Non so nemmeno io cosa pensare, eppure sembrava stavamo così bene.

*notifica del telefono*
Il mio battito cardiaco credo sia arrivato a circa 150 battiti al secondo. 'Oh mio dio, e se fosse lui'
Inizio a tremare e non appena prendo il telefono, mi accorgo di essere stata una scema a preoccuparmi: è un messaggio di Corinne.

Ragazzi siete pronti per domani? Io sento di aver dimenticato qualcosa da portare è come se la mia valigia fosse vuota.

Per domani? Cosa succede domani?
Rimango qualche secondo a pensarci e poco dopo ricordo
"Cazzo, domani dobbiamo partire, avevamo prenotato la vacanza per Roma, dovevamo festeggiare la maturità. Merda"
Avevo completamente dimenticato, il pensiero di Tommaso, nelle ultime settimane, aveva completamente rimosso gli altri.
Devo correre a fare la valigia. "Cazzo" esclamo di nuovo. Andiamo a Roma, Tommaso è di Roma. E se fosse tornato li?

Mentre faccio la valigia inizio a farmi tremila paranoie, non riesco a smettere di pensare di poterlo incontrare dopo settimane che non ci siamo ne visti ne parlati.

Basta Alis. Smettila, vai in vacanza con i tuoi amici e divertiti, Roma è così grande, quante possibilità ci sono di poterlo incontrare?

Abbiamo il volo alle 5 del mattino, quindi dovrò andare a dormire presto, se voglio riuscire a svegliarmi in tempo.
Trascorro semplicemente la giornata con mio fratello Lucas, mi ha portata al mare,
Nel mio posto felice. Ha capito il mio periodo no, ma non chiede nulla, non vuole avere un 'non ho nulla' come risposta e si limita a starmi vicino e a farmi distrarre quanto possibile, consapevole che c'è realmente qualcosa che non va: sono troppo trasparente.
Devo dire che trascorrere del tempo in sua compagnia mi mancava e ne avevo davvero bisogno, staccare un attimo la spina.
Dopo tutto come si reagisce ad una rottura?
Ma la mia è una rottura, può essere definita così?
Sono soprappensiero e Lucas interrompe i mille viaggi che il mio cervello sta facendo, fortunatamente direi.

«Ei sorellina, allora, con Molly avete deciso l'abito? Posso vederlo?» domanda
«Si, lo abbiamo deciso e no, non può vederlo, porta male» rispondo
«Va bene, per te posso passare su a questi riti scaramantici» scoppia a ridere
«Hai deciso con chi verrai al matrimonio?» chiede subito dopo.
Giusto... avevo dimenticato di aver invitato tutti i miei amici e quando dico tutti, intendo anche Tommaso, che, nell'ultima serata trascorsa insieme, mi aveva detto che mi avrebbe accompagnato non come amico o almeno non al 100%. Non posso credere di essere stata così stupida.

Mio fratello inizia ad agitare la sua mano davanti il mio viso, probabilmente mi sono imbambolata.
«Ehm si, l'ho detto ai miei amici, Corinne e Kyle e verranno con i loro fidanzati, è un problema?» domando
«Ma vuoi scherzare? Vi ho visti crescere, mi fa piacere che vengano. E tu, hai un fidanzato, oppure un amico più speciale degli altri?» mi chiede e io arrossisco.
Che tempismo hai fratellone, non potevi trovare momento migliore per farmi questa domanda.
«No, assolutamente, sai come la penso» rispondo abbassando lo sguardo e subito cambio discorso, sono stanca di parlare di questo, mi mette troppa tristezza.

Il resto della giornata trascorre tranquillamente, torniamo a casa e, non appena arrivano, mi distendo supina sul letto e crollo, come una bimba. Il mare mi ha sempre stancata.

"Il volo per Roma partirà tra 5 minuti, tutti i passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza"
Una voce molto dolce e gentile pronuncia questa parole e l'ansia inizia ad assalirmi, sia per l'aereo che per quello che potrebbe succedere una volta arrivati lì.

9 ore e 40 minuti dopo
Siamo arrivati, siamo a Roma. Mi guardò intorno, cercando e sperando di vederlo, anche se dentro di me so che non è possibile, perché mai dovrebbe essere all'aeroporto, a fare cosa poi?

«Dai Alis, sbrigati, abbiamo chiamato un taxi che ci porta nel nostro appartamento, vieni su. Smettila di pensare, non lo incontreremo mai» afferma Kyle prendendomi per un braccio.
«Hai ragione, scusa, sono un po' fuori di me» rispondo
«Dai, qui sai quanti bei maschioni potrai incontrare, non ti preoccupare, ci divertiremo da matti, non ti farò pensare mezza volta a lui, promesso» come termina la frase, lo abbraccio. Molte volte mi chiedo come farei senza i miei due migliori amici, ma molto probabilmente non lo saprò mai.

Arriviamo nell'appartamento, è molto bello e molto spazioso, si trova a pochi metri dal Colosseo, che cosa pazzesca. È pazzesco pensare che fino ad oggi, un anfiteatro del VI secolo, riesca ad essere ancora così bello come lo era appena costruito.
Mi guardo attorno e inizio a studiare ogni punto della casa, sono molto curiosa. Non appena finito iniziamo a sistemare le nostre cose e ci cambiamo per andare a fare il nostro primo giro in centro.
Sono le 21:00, ma non abbiamo cenato, quindi abbiamo deciso di andare in un piccolo ristorante vicino al Colosseo per mangiare un boccone. Si chiama Royal Art Café e dalle recensioni su internet sembra molto buono.

Arriviamo e un cameriere gentilissimo ci fa accomodare. Il nostro tavolo è sotto una finestra che affaccia proprio sull'anfiteatro e la vista è mozzafiato. Mi immergo nel panorama è il mondo intorno a me sembra sparire, ci siamo solo io, il Colosseo e la fresca aria di Roma che mi trasmette tranquillità.
I miei pensieri vengono interrotti dal cameriere che è venuto a portare i menù e chiedere cosa desideriamo bere. Sono di una gentilezza unica.

Dopo aver ordinato, ho bisogno di andare in bagno. Mi incammino e nel mentre digito sul telefono un messaggio da mandare ai miei genitori per avvisarli di cosa stiamo facendo, ma tutt'un tratto, mi scontro con qualcuno e non appena alzo lo sguardo per scusarmi, vedo l'ultima persona che immaginavo e speravo di incontrare.
È lui. È Tommaso.

Tommaso
Cosa ci fa lei qui? Come ha fatto a trovarmi?
Non riesco a crederci.
Rimango a fissarla e lei fa lo stesso. Ha uno sguardo spento, quasi terrorizzato, ma rimane comunque bellissima. Indossa un tubino verde che le risalga tutte le forme, che io non avevo mai notato prima d'ora, non è molto solita a metterle in risalto, anzi, credo le abbia sempre nascoste. Ha abbinato dei tacchi a spillo fucsia e raccolto i capelli in una coda molto alta.
Non riesco a staccarle gli occhi di dosso.
Devo rompere questo silenzio.

«Ciao Alis, cosa ci fai qui? Sei da sola?» domando con voce strozzata
«Ciao, Noah all'inizio dell'estate aveva prenotato una settimana qui a Roma per festeggiare l'ultimo anno di scuola, siamo tutti insieme» risponde, fissando il pavimento.
Non riesce a guardarmi negli occhi e in realtà non la biasimo, mi sono comportato da vera merda con lei: l'ho avvicinata a me, baciata e piantata in asso. Si sta comportando anche fin troppo bene, meriterei uno schiaffo, ma sono stato costretto a farlo, io non volevo.
«Devo andare» aggiunge dirigendosi verso il bagno.

Rivederla mi ha fatto un effetto strano, ma non posso essere vulnerabile, con lei non potrà esserci più nulla purtroppo.

Il destino ha scelto così, non posso essere felice.

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