Capitolo 7

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Tommaso
«Ei, ti è caduto il portafoglio» tento,invano, di urlare verso Alis che ormai è lontana da me.
"Devo fare qualcosa, devo ridarglielo in qualche modo, ma non so dove abita quindi seguirla sarebbe alquanto inutile. Manderò un messaggio a Noah per farmi dare il suo numero di telefono, così le scrivo e le faccio riavere il portafoglio in qualche modo." penso

Ehi amico, scusami se ti disturbo, potresti darmi il numero di Alis? È abbastanza importante.

Mentre aspetto risposta al messaggio arriva il mio taxi, apro lo sportello e indico all'autista il luogo dove deve portarmi.
Questa sera sono stato davvero molto bene con i ragazzi, sarei contento se riuscissi a fare amicizia qui, mi potrebbe aiutare ad ambientarmi. Sono tutti molto simpatici e si vede che sono amici da tanto tempo, c'è molta sintonia tra loro.
"Ma la bella figuraccia che hai fatto con Alis? Ne vogliamo parlare" ecco che appare il mio diavolo sulla spalla al quale questa volta, purtroppo, non posso dare torto. Non credevo minimamente si fosse accorta della mia presenza fuori dalla vetrina del negozio e poi, non stavo facendo nulla di male no?
Mi incuriosisce questa ragazza, è diversa dalle altre. Ha un'aria misteriosa che non mi convince, credo che molte volte indossi una maschera con gli estranei per evitare di essere capita completamente, non saprei, lo scoprirò.

*Sento vibrare il mio telefono*
Ma quale disturbo, figurati. Certo ti invio subito il contatto...che c'è vuoi provarci? attenzione è abbastanza difficile AHAHAHAHAHAA

No tranquillo, poi ti spiego. Buonanotte, a domani.

Arrivo a casa, mi infilo dei pantaloncini da basket rossi, una t-shit bianca e mi distendo sul letto.
Ho cancellato trecento volte il messaggio che devo mandarle, non vorrei sembrare troppo stalker
"Ma ti rendi conto di che problemi ti stai ponendo? Non le stai mica chiedendo di sposarti" eccolo che riappare nuovamente e, anche questa volta, non posso dargli torto. Non riesco a capire il motivo per il quale sento il bisogno di fare bella figura, nemmeno la conosco.
Dopo aver passato gli ultimi venti minuti a tentare di scrivere il "messaggio giusto" glielo invio...

Ehi ciao! Sono Tommaso, mi ha dato il tuo numero Noah. Volevo solamente dirti che, mentre prendevi le chiavi della macchina dalla borsa, ti è caduto il portafoglio. Ho tentato di avvisarti per farti tornare indietro, ma ti eri volatilizzata. Ora lo ho io, dimmi quando e dove incontraci così te lo restituisco. Buonanotte.

Invio il messaggio e, dopo essermi rigirato nel letto mi addormento.

Il mattino seguente...

I raggi del sole, come ogni mattina, entrano dalle serrande e mi sveglio. Mi alzo di scatto dal letto, mi inizia a girare la testa e ad appannarsi la vista
"Non me lo leverò mai il brutto vizio di alzarmi velocemente dal cuscino" borbotto.
Vado in cucina per preparami un caffè e accendo il telefono per vedere se Alis mi ha risposto e, in effetti, lo ha fatto.

Ei, grazie mille. Stavo impazzendo nel trovarlo ho messo sottosopra tutta casa. Comunque possiamo vederci verso le 11:00 alla caffetteria vicino lo store dove lavoro che ne dici? Fammi sapere che devo chiedere un passaggio ai miei dato che nel portafoglio c'è anche la patente.

Leggo il messaggio e, senza nemmeno accorgermene, sul mio viso spunta un sorrisino da ebete. Grandioso.

Va benissimo come orario, a dopo.

Dopo aver inviato il messaggio guardo l'orologio, sono le 9:30, posso fare le cose con calma.
Finisco di fare colazione e, dopo aver sistemato, mi dirigo in bagno per farmi una doccia. Appena termino, apro l'armadio e prendo le prime cose che capitano: un jeans nero skinny, una t-shirt color pesca e, dopo essermi vestito, indosso le mie vans old school nere.
"Wow, sono le 10... davvero ho impiegato mezz'ora a prepararmi? Mai così tanto tempo... peggio di una ragazza" dico ad alta voce.
Manca un'ora all'incontro con Alis, ma decido di non uscire ora di casa altrimenti il caldo afoso di luglio mi farebbe sudare e dovrei fare una doccia di nuovo e,per questo, prendo il telefono e chiamo mia madre per parlarle un po' e aggiornarla delle nuove conoscenze fatte e di come sono andati gli ultimi giorni in questa città bellissima, ma allo stesso tempo così tanto nuova.

Dopo aver passato 45 minuti al telefono con la mia mamma e dopo aver parlato anche con il resto della famiglia, prendo il mio portafoglio, quello di Alis, le chiavi di casa ed esco.
Oggi fortunatamente ho il giorno libero a lavoro, quindi posso girare un po', magari fare anche degli acquisti dato che quando sono partito, qui a New York, ho portato lo stretto necessario.

Arrivo finalmente fuori la caffetteria e di Alis ancora non c'è traccia, quindi mentre la aspetto inizio a giocare con il telefono. Poco dopo sento sbattere la portiera di una macchina, alzo lo sguardo. È lei.

«Ei scusami del ritardo» afferma un tantino imbarazzata
«Non preoccuparti, sono qui da poco anche io» dico «Ti va di entrare? Magari prendiamo un caffè?» continuo
«Certo, volentieri»risponde sorridendo.
Le apro la porta porta del negozio e le faccio cenno con la mano di entrare e subito dopo la seguo. Ci sediamo ad un tavolo e ordiniamo: lei un succo d'ananas, io il secondo caffè del giorno.
«Ecco a te il tuo portafoglio, sei stata fortunata che lo abbia trovato io piuttosto che qualcun altro» le dico, porgendoglielo.
«Grazie mille davvero. Hai assolutamente ragione, se lo avesse trovato qualcun altro a quest'ora ero alla centrale di polizia a denunciare la perdita dei miei documenti. Mamma mia che sbadata» afferma
«Beh forse il destino ci sta dicendo qualcosa no? Forse vuole farci diventare buoni amici» le dico e scoppio a ridere, lei fa altrettanto.
«Potrebbe anche darsi» risponde.

Abbiamo chiacchierato molto, diciamo che abbiamo trascorso tutta la mattinata insieme e, quando ci alziamo dal tavolo della caffetteria sono quasi le 12:30.
«So che non sei di qui, vieni dall'Italia giusto?» mi chiede
«Beh si, non si nota il fascino dell'italiano?» rispondo facendola ridere di nuovo.
«Bene, allora ti va di pranzare insieme? Oggi ho il turno di pomeriggio, quindi fino alle 15 sono libera. Ti porto in un locale molto "rinomato" in questa zona» chiede un po' imbarazzata.
«Mi farebbe davvero molto piacere, andiamo» rispondo.

Arriviamo in questo ristorante davvero molto carino, mangiamo e iniziamo a raccontarci un po'. Parliamo del più e del meno, di ciò che ci piace fare e, quando ha saputo la mia passione, ha preteso che le dicessi se fosse stata brava nella scelta del ristorante dove mangiare.

Appena finiamo il pranzo, sono le 14:00.
«Sono stato davvero molto bene» affermo
«Anche io, credevo fossi molto più antipatico...» afferma
«E tu molto più scontrosa» ribatto
«Devo dire che lo sono abbastanza, fa parte del mio carattere. Con le persone che non conosco purtroppo parto con il piede di guerra. Però devo ricredermi su di te, non sei poi così male, forse in un futuro potremmo diventare amici» dice con il sorriso sulle labbra
«Credo anche io, sempre in un futuro prossimo» rispondo ricambiando il sorriso
«Ora purtroppo devo andare, da qui al negozio impiego un po' a piedi, alla prossima ci ved-» non la lascio terminare
«Ti accompagno, tanto non ho nulla da fare, oggi è il mio giorno libero. E poi, come potrei lasciare una donzella così bella andare in giro sola» dico facendola scoppiare a ridere
«Mamma mia che lessico signori. Vabene andiamo» mi risponde

Dopo una bella camminata lunga sotto il sole cocente, arriviamo davanti il suo negozio e, ne momento in cui dobbiamo salutarci, c'è un po' di imbarazzo, perché non sappiamo come farlo. Dopo circa due minuti di tentennamento, si avvicina dandomi un bacio sulla guancia.

«Ciao simpaticone» dice e subito dopo apre la porta del negozio
«Ciao ragazza scontrosa» le rispondo e vado via.

Tornando verso casa ripenso molto alla giornata trascorsa in compagnia di Alis, sono stato molto bene, sembrava conoscerla da sempre.
Chissà cosa ci riserva il futuro.

Ma cosa penso, basta legami con le ragazze, me lo ero ripromesso... e se avesse ragione mamma?
Nah che dico.

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