Capitolo 8

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È passata ormai una settimana dall'ultima volta che ho visto Tommaso,non è più uscito con noi quindi non lo vedo e non lo sento dal giorno che abbiamo pranzato insieme e devo dire che sono stata anche molto bene. Ho provato a lasciarmi andare, a non essere la solita dura che non da confidenza a nessuno, anche perché nel mondo del lavoro dovrò imparare a far buon viso a cattivo gioco anche con le persone con la quale non ho molto feeling.

Mio fratello e Molly hanno fissato la data delle nozze, il 30 agosto. Hanno deciso di sposarsi di sera e Molly mi hanno chiesto di disegnarle l'abito da sposa, non potrei essere più felice. Per la cena vorrebbero organizzare qualcosa qui a casa, magari chiamare un catering e allestire in giardino. Mi hanno anche chiesto di trovare un qualche ristorante buono che offra un ottimo servizio di catering e, dato che oggi ho la pausa pranzo, credo che andrò un po' in giro in qualche locale e mi accompagnerà Corinne.

Sarà qui tra 10 minuti, viene a prendermi e andiamo a mangiare

«Alis, per favore, prima di andare a pranzo, mi porteresti i nuovi cartamodelli in sala riunioni» urla Leyla dal suo ufficio
«Certamente» le dico e mi dirigo nella sala in fondo all'appartamento.
Quando le consegno ciò che mi ha chiesto, torno nel mio ufficio, che in realtà divido con altre stagiste e, squilla il telefono

"Pronto?" affermo
"Ehi amica mia, sono qui fuori sei pronta" mi chiede Corinne
"Certo arrivo subito" dico prendendo le mie cose, subito dopo vado a salutare Leyla e le mie colleghe ed esco dal negozio.

«Eccomi, ciao Cor» affermo
«Ciao amica mia, mattinata pesante?» mi chiede
«Non tanto» rispondo
«Senti stavo pensando, ma per il catering del matrimonio, che ne dici del ristorante italiano dove lavora Tommaso? Abbiamo mangiato bene l'ultima volta, possiamo andare a chiedere» domanda
«Certo, sai che non c'avevo proprio pensato?» le rispondo
«Meno male che ci penso io, come faresti senza di me» dice
«Non farei» rispondo e scoppio a ridere

Passeggiamo lungo la strada del ristorante mentre ci raccontiamo la nostra mattinata e, senza nemmeno accorgercene, siamo arrivate davanti il ristorante.
Quando era davanti la porta di ingresso ero come bloccata, volevo entrare per rivedere Tommaso, ma allo stesso tempo avevo paura di farlo

Ma perché sto reagendo così? Per uno pseudo amico poi...

Entriamo e, come sentono il rumore della porta, tutti i camerieri si girano verso di noi. C'era anche lui. C'era Tommaso.
Entrambi ci fissiamo senza fare nessun passo verso l'altro.

«Salve posso aiutarvi» si avvicina a noi una ragazza
«Si, volevamo chiedervi se facevate catering per matrimoni» chiede Corinne. Io ero come bloccata, non riuscivo a parlare
«Si certamente» risponde la ragazza
«Perfetto, possiamo chiedere maggiori informazioni» domanda la mia amica
«Ovviamente, seguitemi» conclude.
Io e Corinne facciamo per seguire la cameriera ma sento qualcuno che afferra il mio braccio.
Mi giro.
Era lui.

«Possiamo parlare?» chiede con voce rauca
«Dimmi, ti ascolto» ribatto
«Scusami se sono sparito, ma ho avuto dei problemi» dice
«Perché ti stai giustificando con me? Non sono mica la tua ragazza» rispondo freddamente
«L-lo so, ti stavo solamente dicendo perché ero sparito, non volevo pensassi mi fossi trovato male con te, anche perché è stato tutto il contrario» continua Tommaso
«Okay, va bene. Grazie per le tue spiegazioni» concluso, mollo la sua presa e mi dirigo verso le due ragazza in fondo alla sala.

Durante tutto il pomeriggio, mentre lavoravo, ho pensato a Tommaso, al fatto che lo avevo visto, al fatto che evidentemente non era sparito così a caso. Volevo sapere cosa gli fosse successo, avrei potuto aiutarlo magari.
Sono tornata a casa ormai da un'oretta, ho riferito tutte le informazioni prese al ristorante e, mio fratello con Molly, credo si siano decisi a prenotare lì.
Sono allungata sul letto, sommersa di pensieri, uno più forte degli altri: Tommaso. Ultimamente gironzola troppo per la mia testa e non ne sono molto contenta. Non riesco a lavorare o a fare qualsiasi cosa senza pensarlo e questa è sempre stata la mia paura più grande, distrarmi dal mio obiettivo.

Sento suonare il mio telefono. Era un messaggio

Alis, ho capito che sei arrabbiata con me, ti va di uscire insieme così ti spiego un po'? Ci tengo a non rovinare il rapporto che sta nascendo una tra di noi.
Daiii non fare la cattiva (immaginami con la faccia da cucciolo che ti "supplica" ora)

Era l'ultima persona che credevo potesse mandarmi un messaggio, ma sorrido quando leggo il suo nome e,sopratutto, quando leggo l'ultima parte del messaggio

Vabene, ti onoro della mia presenza questa sera... sei stato fortunato che non ho preso altri impegni per la serata. Passo a prenderti io?

Invio il messaggio e mentre aspetto che risponde, apro l'armadio e inizio a pensare a cosa mettere. Una volta aver deciso di indossare un pantalone a zampa rosso, top bianco e le superga bianche, prende l'accappatoio e il telefono e vado in bagno per iniziare a prepararmi. Apro Spotify, metto riproduzione casuale ed entro in doccia.
Una volta terminato, esco e trovo un suo messaggio

Non ti preoccupare, ho affittato un
motorino, preparati. Fatti trovare pronta per le 10. A dopo acidona.

Finisco di prepararmi, decido di non truccarmi e scendo in cucina per cenare con i miei.
Non riesco a mangiare, l'ansia prende il sopravvento quindi ho lo stomaco più o meno chiuso, ma per non far arrabbiare i i miei genitori decido di mangiare, anche se controvoglia, qualcosina.
«Allora amore, che ci racconti?» domanda mia madre all'improvviso
«Mah, nulla di che, la solita» rispondo
«Sei sicura? Sei molto sulle nuvole. Hai conosciuto un ragazzo vero? Anche io avevo questi atteggiamenti quando conobbi tuo padre» risponde mamma, cercando di farmi cadere nella sua trappola per avere risposte.
«Si mamma, te lo direi, non ti preoccupare» affermo.

Dopo aver terminato la cena, mi metto un po' sul divano a guardare la tv mentre aspetto Tommaso.
Poco dopo sento un rumore fuori il giardino, ed è proprio quello di un motorino, quindi decido di uscire fuori in giardino.

«Eccola, puntualissima a quanto pare. Sei mai stata su un motorino?» mi domanda, con il sorriso sulle labbra
«Oh certo che no» rispondo ricambiando il sorriso.
«Noi a Roma viviamo sui motorini. Forza salta su, proverai l'ebrezza» afferma porgendomi il casco.
Salgo sul sedile posteriore del motorino. Non sapevo come comportarmi, per l'imbarazzo, ma Tommaso risolve il problema. Prende le mie mani e le mette intorno alla sua vita e subito dopo partiamo.

Arriviamo in centro e decidiamo di prendere un gelato e di sederci ad una panchina in un parco.
«Allora, come è andata la tua giornata» mi chiede Tommaso
«Mah, tutto normale, la solita: lavoro, casa. A te?» domando
«La solita anche a me» risponde «Comunque in questi giorni sono sparito perché avevo dei problemi a casa e dovevo stare vicino alla mia famiglia come potevo. Poi è tornata in ballo anche un'altra situazione che avevo chiuso a Roma, quindi c'è stato un susseguirsi di cose che non mi hanno fatto stare tranquillo e quando sono in questa situazione, voglio stare da solo» continua
«Ti va di parlarmi nello specifico di ciò che ti è successo?» gli chiedo
«In realtà no, scusami, ma non ne ho voglia. Ci tenevo ad informarti, in generale insomma, ma per il resto vorrei passare una serata tranquilla in tua compagnia. Vorrei divertirmi, anzi, vorrei non pensare a nulla per quanto mi è possibile» risponde
«Come vuoi tu, non ne parleremo e non ti verranno poste domande. Parola di scout» dico facendolo scoppiare a ridere.

La serata procede nel modo più tranquillo, siamo stati a chiacchierare di cavolate fino a mezzanotte.
Mi ha riaccompagnata a casa da poco e sono in bagno a struccarmi.

Credo che, per le prima volta, un ragazzo potrei vederlo con occhi diversi... forse aveva ragione la mia migliore amica, avrei dovuto darle retta tempo fa.

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