Capitolo 5

43 10 7
                                    

Tommaso
Mi alzo dal letto e, tutto addormentato, vado ad aprire le finestre.
L'estate non è stata mai la mia stagione preferita, devo dire che amo il freddo, vivrei perennemente di inverno.

Il sole penetra dalla finestra illuminando tutto l'appartamento.
"Ho bisogno di un buon caffè per iniziare al meglio questa giornata" borbotto tra me e me

Ricordo che, sin da quando avevo 15 anni, non riuscivo ne a svegliarmi ne a fare nulla prima di bere il caffè. È sempre stato un toccasana.

Dopo aver preparato il caffè e averlo bevuto insieme ad un cornetto alla crema, prendo il mio telefono e inizio a girovagare sui social.
Tra i primi post che mi appaiono sulla home, c'è una foto di Sofia in compagnia di Matteo dove si stanno abbracciando
"E meno male che lei era follemente innamorata di me e non voleva perdermi" esclamo.
Ero molto irritato da ciò che avevo visto, pertanto decido di smettere di seguire entrambi, per evitare di trovarmi altre foto di "coppia".

Prima che il mio umore peggiorasse, decido di spegnere internet e fare una telefonata alla mia mamma per sapere come stesse.
Sin da piccolo io sono stato il suo posto felice a causa della rottura con l'uomo che ha sposato, che non riesco a chiamare 'padre' dato che non si è mai comportato come tale.
È ovvio che sono stata la sua felicità, sono pur suo figlio, ma non è mai stato solo questo. Ho sempre avuto un rapporto particolare con lei... è la mia migliore amica, la mia confidente, la spalla su cui piangere e trovare conforto.
Non mi sono mai sentito giudicato e, ogni mia scelta, lei la sosteneva. Non mi ha mai imposto nulla, anzi, mi ha sempre detto di scegliere la mia strada e che, quest'ultima, doveva portarmi unicamente alla felicità.

I miei pensieri vengono interrotti dalla sua voce che risponde al telefono.

«Amore buongiorno, dormito bene? Come è andato il tuo primo giorno nella Grande Mela?»afferma.
La sua voce è raggiante e subito fa allontanare dalla mia mente ogni singolo pensiero negativo.
«Buongiorno mamma, come primo giorno non è andato poi così male, anzi.
Appena atterrato mi sono messo subito alla ricerca di un lavoro e non potevo trovare combinazione migliore: cameriere in un ristorante italiano.
Beh devo dire che sotto questo punto di vista, almeno, sono stata abbastanza fortunato.
Dopo aver trovato lavoro, cercando un po' su internet, ho preso in affitto un piccolo monolocale, molto luminoso ma un po' distante dal centro ma ci si accontenta per ora» rispondo
«Sono molto felice. Hai iniziato a conoscere persone nuove?» chiede
«Mamma dai, sono qui da solo un giorno, dammi tempo di ambientarmi un attimo... so dove vuoi arrivare e sai anche la mia risposta. Ho chiuso con le ragazze» affermo
«Nessuno ha parlato di ragazze qui, ma se le hai nominate, vuol dire che hai incontrato qualcuna. Chi è?» chiede e la sento fare i salti di gioia
«Nessuno mamma, non è nessuno. Semplicemente l'unica persona, al di fuori dei clienti del ristorante, con la quale ho parlato ieri è una ragazza. Ci siamo scontrati e le ho fatto cadere la borsa con tutte le sue cose» rispondo.
«Vabene figlio mio, faccio finta di crederti. Ora purtroppo devo lasciarti, devo portare i tuoi cugine ti in piscina. Ci sentiamo più tardi. Oltre a lavorare, divertiti un pochino. Un bacio.» dice e, non appena la saluto, attacca la cornetta.

Subito dopo la telefonata, sono circa le 10:00, decido di vestirmi velocemente. Indosso una t-shirt nera, jeans strappati, vans nere ed esco a fare un giro.
Oggi dovrò lavorare a pranzo.
Ho intenzione di fare un giro, mangiare qualcosa di veloce per "pranzo" e poi andare.

Il centro è lontano circa 10 minuti a piedi dal mio appartamento. Potrei prendere i mezzi, ma decido di fare una camminata anche per guardami intorno.

Arrivo in centro e decido di entrare un po' nei negozi, giusto per perdere un'ora di tempo.
Dopo essere entrato in vari negozi di utensili da cucina, decido di vedere anche qualche abbigliamento.
Mi fermo a guardare una vetrina e, ciò che mi colpisce non è ciò che è esposto, ma chi è all'interno del negozio: la ragazza della borsa. Ha degli scatoloni in mano e sta chiacchierando e scherzando con un'altra commessa.

È molto bella, di quelle bellezze rare, ha un sorriso molto luminoso e mi trasmette molta purezza. Nessuna ragazza mi ha trasmesso mai queste belle sensazioni a primo impatto, ma subito mi blocco, ricordando ciò che è successo con Sofia e della promessa che mi ero fatto "non guardare più nessun'altra ragazza, se non come amica".

A Roma non ho mai frequentato molte ragazze, diciamo che prima di Sofia non ho avuto relazioni serie. Ci conoscevamo sin dai tempi delle elementari, ma ci siamo fidanzati all'inizio delle superiori. Prima di lei sono stato fidanzato, ma non relazione serie, insomma che relazione duratura vuoi avere a 16 anni... Non che a 20 mi sia andata meglio.

Il mio sguardo fissa nella direzione della ragazza e, poco dopo, noto che il suo di sguardo è nella mia direzione.
"Cazzo la starò osservando come un maniaco, chissà cosa pensa" esclamo e subito mi allontano a passo svelto.

Mentre vado alla ricerca di una street food per prendere un panino per pranzo, i miei pensieri tornano di nuovo a questa ragazza misteriosa, che ha un non so cosa che mi ha colpito.
"Potrei conoscerla come amica no? Magari mi potrebbe aiutarmi ad ambientarmi qui a New York ed, essendo di qui, a farmi conoscere come cuoco" penso

Dopo aver pranzato mi dirigo a lavoro e tra un tavolo e l'altro, inizio a chiacchierare con un cameriere arrivato oggi, si chiama Noah.
L'ho visto ieri sera a cena con la 'ragazza misteriosa' ma ho deciso di non chiedere nulla.
Mi ha raccontato di aver deciso di lavorare perché i suoi genitori non possono permettersi di pagare il college, quindi ha deciso di lavorare qui per l'estate e poi, trovare un lavoro più stabile per l'inverno.
Mi ha detto anche che non sa come dirlo ai suoi amici per paura che lo possano prendere in giro, l'unica a saperlo è la sua ragazza Corinne.
Anche io gli ho raccontato un po' quali sono i miei progetti per il futuro, gli ho detto che cosa sono venuto a fare qui a New York e che, se dovessi riuscire ad aprire il ristorante per l'inverno e lui non dovesse trovare un lavoro meglio re, potrei assumerlo io.
La proposta, a quanto pare, gli era piaciuta abbastanza.

A fine turno di lavoro, mi offre un passaggio ed io accetto.

«Amico, ti va di venire a bere qualcosa con noi questa sera? Starai simpaticissimo anche agli altri e poi ho visto che con Alisia c'è una mezza intesa,» mi domanda Noah appena scendo dall'auto
«Per questa sera ci sono, non ho nulla da fare, anche perché qui non conosco nessuno. E per la tua amica, nessuna mezza intesa.» rispondo
«Va bene, va bene» alza le mani in segno di resa «ti mando un messaggio appena decidiamo ora e luogo. A dopo» mi saluta

«A dopo» risaluto.

Salgo in casa, e mi dirigo in doccia.

"Si prospetta una serata interessante" affermo e, senza accorgermene, sul mio viso si stampa un sorriso

Ma cosa mi sta succedendo

Basti Solo TuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora