II.

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9.3 - Mr rain
Hold me while you wait - Lewis Capaldi

Avete presente quella canzone che dice "non capisci ciò che hai fino a quando non lo perdi, non capisci di volare fino a quando poi non cadi"? Ecco, è proprio questa breve melodia che può riassumere a pieno il momento in cui mi sono resa conto di cosa mi stesse accadendo. 

Ho capito di essere persa quando voltandomi non trovavo più i suoi occhi fissi nei miei, la sua mano a reggere la mia e la sua spalla a darmi conforto.

Mi capitava di pensarlo, spesso, quasi sempre, di notte soprattutto, un po' come adesso. A gambe incrociate, con in mano una penna, un foglio di carta o le note del cellulare, a scrivere di quanto invadesse le mie giornate inconsapevolmente. 
Mi faceva un certo effetto non parlargli, sentirlo lontano, non avere più il profumo addosso dei suoi abbracci. Guardarlo sorridere, divertirsi, sperimentare nuovi rapporti. Stava così bene senza di me.
E anche se a me andava bene che lui fosse felice, non potevo negare che mi mancasse, ma dovevo farmi da parte, lasciarlo andare.
Tante volte mi ero illusa di esserci riuscita, di essermi fatta da parte e avergli dato la possibilità di continuare a sorridere con qualcun altro al suo fianco che non fossi io, ma non era così.
Ci saremmo sempre ritrovati, non contava il tempo passato ad ignorarsi, non contavano i banchi che ci tenevano separati, i nostri cuori erano costantemente vicini, potevamo sentirlo.

Ho capito di essere persa quando ho sentito il suo corpo entrare in contatto col mio, gli occhi incastrati, le mani sfiorarsi, le risate complici.

Ho capito di essere persa quando al silenzio abbiamo entrambi preferito il suono della pioggia, il ticchettio delle gocce d'acqua sui vetri e il frastuono dei lampi a squarciare il cielo. Quando quell'insipida villetta sembrava riprendere vita al suo arrivo, a colorarsi di verde e profumare d'estate, persino la luna sembrava più luminosa quando c'era lui, le stelle brillavano come non mai. Sembrava che anche la natura fosse ammaliata dal suo essere, dalla sua anima.

È stato quando ho capito che lui fosse diverso dagli altri, quando la sua mente parlava alla mia e il suo cuore si incastrava con il mio, che ho capito di essere persa e che lui fosse l'ago magnetico della mia bussola.
L'unica via d'uscita, l'unica strada di ritorno.

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