I.

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Secret love song pt.II - Little Mix
Parlerò di te - Skioffi

Non so in realtà come cominciare.
Non so quale sia la parola giusta che possa dare inizio a questo che può essere considerato un "disordinato flusso di coscienza".
Me la sono sempre cavata con le parole, ma paradossalmente ogni volta che provo a descrivere le sensazioni, le emozioni, che mi porto dentro e che accompagnano le mie giornate, sembra che il cervello le rimuova tutte. Non sono più in grado di formulare una frase che possa avere un senso, i vocaboli sembrano sconnessi e mai adatti alla situazione.

Non so dirvi il perché mi trovi qui, alle 4:07 di notte, a gettare nero su bianco quello che è un pezzo della mia storia. Non spero di farvi inumidire gli occhi, di dare modo ai brividi di inondare la vostra pelle, magari nessuno leggerà tutto questo. Ma so, questo per certo, che in questo modo posso provare a dare una forma ai mille pensieri che vagano per la testa, ai sentimenti contrastanti che mi riempiono l'anima e ai battiti irregolari del mio cuore.

Non so dirvi con precisione quando tutto ha avuto inizio, sarebbe banale propinarvi la storia di un colpo di fulmine, di due paia di occhi che si guardano per la prima volta e sentono le scintille invadere i propri corpi, sì sarebbe scontato e dannatamente falso. 

Non è stata la prima volta che l'ho visto che ho capito di essere fregata, mi ci è voluto un po' in realtà, per comprenderlo, accettarlo e soprattutto ammetterlo, più a me stessa che al mondo esterno. Era ormai chiaro agli occhi di tutti, ma non ai nostri.
O meglio, credevamo di non saperlo, o forse fingevamo, era più facile far credere agli altri che si sbagliassero piuttosto che ammettere cosa in realtà fossimo l'uno per l'altra
Perché non ce lo siamo mai detti, ma i nostri occhi hanno sempre parlato, non necessitavano di alcun ausilio verbale, i nostri cuori hanno sempre battuto all'unisono.

Non starò nemmeno qui a dirvi che ci siamo odiati per poi finire innamorati l'uno dell'altro, perché non è stato così. Anzi, vi dirò, il nostro primo incontro lo custodisco ancora con gioia.
Io mega impacciata, come mio solito, con le mani tremolanti, le gambe che reggevano a fatica e l'agitazione che prendeva pieno possesso della mia persona, ma con il sorriso pronto e la voglia di parlare, sempre. Lui viso angelico, occhioni dolci e spaesati allo stesso tempo, palmi sudati, un po' come i miei, ma con il desiderio di conoscere tutto ciò che in quel momento circondava la sua figura.
Le prime parole che ci scambiammo furono davvero casuali, in realtà non fu una conversazione vera e propria. Pareti bianche ci facevano da sfondo, sedie sparse in disordine qua e là, ragazzi come noi riempivano lo spazio intorno e con una stretta di mano provavamo ad indovinare uno i nomi dell'altro. È stato buffo, ma era quello il momento esatto in cui ci eravamo dati la possibilità di scoprirci, senza pregiudizi.

Ed è quello che non abbiamo mai smesso di fare, mostrare all'altro la propria realtà, dargli la possibilità di conoscere il proprio mondo e guadagnarsi un posto nella sua vita, nemmeno col passare degli anni.

Ci siamo scoperti con calma, ci siamo dati tempo, anche quando forse non ne avevamo abbastanza, ci siamo guardati, sfiorati, abbracciati, capiti, pensati, vissuti. Altre volte ancora ci siamo dati per scontato, ignorati, odiati, respinti, feriti.

Noi eravamo così, quelli che si facevano la guerra per il solo gusto di stringersi e fare la pace, quelli dai silenzi assordanti e le parole sussurrate, delle dita intrecciate e le labbra mancate, delle urla soffocate e gli abbracci incisi sulla pelle.

Ciò che mi resta di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora