XIV.

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Flicker - Niall Horan

"Si conobbero.
Lui conobbe lei e se stesso,
perchè in verità non s'era mai saputo.
E lei conobbe lui e se stessa,
perchè pur essendosi saputa
sempre, mai s'era potuta
riconoscere così."

Vedevo stanotte i lampi squarciare il cielo, una luce fredda, intensa, decisa ad illuminare la notte scura, quasi a disturbarla da un sonno profondo.

Sentivo la pioggia arrivare, mentre con calma e prepotenza picchiettava su per la finestra, creando una danza improvvisa di gocce che di smettere non ne avevano intenzione.

Mi perdo sempre in momenti come questi, ad ammirare l'immensità della natura, ad immaginare un cielo che piange mentre una nuvola lo accarezza.

E ti ho pensato, ancora, inevitabilmente.

Ho pensato alla tua mano calda che con cura ha sempre raccolto le lacrime che prendevano a solcarmi il viso, un po' come quella nuvola. Alle tue braccia che mi hanno sostenuta quando sentivo che le gambe stavano per cedermi, quando faticavo a tenermi in piedi, l'ansia mi si insediava dentro e le tue carezze erano pronte a cullare la mia schiena. Alle tue giacche sempre pronte a scaldarmi d'inverno, con la scusa che tu avessi caldo e avevi bisogno di qualcuno che te le reggesse, quando le tue giacche non le facevi indossare a nessuno.

A te che sei entrato nella mia vita come un temporale fugace in piena estate, a te che mi hai insegnato ad apprezzare il mondo nonostante la sua crudeltà, ad amare il silenzio più di quanto non facessi già.
A te che mi sei rimasto dentro.

E guardando ancora quelle gocce che animano il vetro della mia finestra, ti chiedo di non andare via.

Resta ancora un po'.
Resta qui con me.

Ciò che mi resta di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora