XVI.

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ocean eyes - Billie Eilish

Noi eravamo luce, rumore, fumo.
Un po' come i fuochi d'artificio.
Noi eravamo polvere pirica ed elementi chimici che nel momento dell'esplosione illuminavano il creato e riempivano lo spazio intorno con il loro effetto sonoro.

E c'è chi con paura li guarda di sottecchi, con le mani a coprire le orecchie e la testa piegata tra le spalle.
O chi, come me, li osserva alzando il mento, puntando gli occhi al cielo senza mai distogliere lo sguardo da quella meraviglia.

L'armonia di quei colori a decorare il cielo tra uno schiocco e l'altro, a tuonare nel buio del silenzio, coriandoli in combustione che ricadono lentamente al suolo come sottili gocce di pioggia.

Ed era quello che vedevo io ogni volta che i miei occhi si scontravano con i suoi.
Una scia di colorazioni mai viste prima, tutte diverse l'una dall'altra. Un mix di tonalità forti, imponenti, decise, a riempirmi le iridi, offuscarmi la mente e ad ingarbugliarmi lo stomaco.

A lui che mi ha insegnato che il mondo non è fatto di sole poche tinte scure e cupe, e ne ha delineato ogni sua piccola forma, dettaglio, increspatura, seguendo la scia di sfumature che si portava con sè.

A lui che mi maneggiava con cura, che mi accendeva come nessuno mai, anche se poi finivo per bruciarmi sempre io.

Era con lui che avrei voluto ammirare sempre i fuochi d'artificio, con la testa inclinata verso l'alto, appoggiata alla sua spalla, stretta nella sua giacca, sotto una grandine di arcobaleni virtuali in discesa come stelle cadenti.

A lui, che era la mia stella cadente, il desiderio costantemente espresso e mai realizzato.

Ciò che mi resta di te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora