23 ✩ festa

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Volevo dirti che
da quando ti ho visto il mondo sembra fatto apposta per me,
e che dormo poco e penso troppo
che ho le mie paure ancora cucite addosso.

- Festa, Psicologi.

Victoria

"...pensavo."

Lorenzo alza la testa dal libro di Storia per guardarmi. È un piovoso mercoledì pomeriggio, lui è sdraiato sul mio letto a pancia in giù ed io sono seduta alla scrivania ed entrambi stiamo studiando. O almeno è quello che stiamo provando a fare da un paio d'ore.

Nonostante stiamo studiando materie diverse e nonostante studiare insieme richiede uno sforzo immane da parte di entrambi nell'evitare di distrarci a vicenda ogni dieci minuti, abbiamo deciso di provarci ugualmente per passare un po' di tempo insieme, cosa che i nostri impegni rendono quasi impossibile.

Poso la penna e mi giro verso di lui trascinandomi anche la sedia con le ruote su cui sono seduta, in modo da dirigermi completamente verso di lui.

Nel momento in cui capisce di avere la mia totale attenzione, Lorenzo riprende a parlare. "Sabato sei libera?" Mi domanda incerto, la mia pelle brucia leggermente sotto il suo sguardo attento.

"Non c'è la festa di Sara?" Gli ricordo, una sua compagna di classe tra l'altro, che ha invitato praticamente tutta la scuola per i suoi diciott'anni.

Lorenzo si sposta leggermente, facendo scivolare tutto il suo peso sui suoi avambracci, e così facendo, mettendo in risalto i muscoli già pronunciati delle sue braccia, attirando la mia attenzione su di esse. "Lo so, Vic. Ma ho pensato che lì non potremo stare insieme quindi, se ti va, potremmo tirare pacco e uscire insieme." Mi propone, ed io rimango un po' sorpresa dalla sua domanda. Mi sta chiedendo di uscire insieme insieme? Cioè, di andare ad un appuntamento con lui?

"Uscire insieme?" Cerco di mantenere il mio tono di voce normale e di non trasmettergli il leggero panico che prontamente si sta insinuando dentro di me mentre la mia mente viaggia a centotrenta chilometri orari al secondo.

"Sempre se ti va. Puoi anche rifiutare." La voce di Lorenzo è calma come al solito, ma percepisco un pizzico di delusione nella sua voce che è così impercettibile che potrebbe anche essere semplicemente frutto della mia immaginazione.

"Per andare dove?" Domando curiosa, muovendomi con la sedia per avvicinarmi ancora di più al letto su cui è steso Lorenzo.

"È una sorpresa." Il suo tono torna il suo solito malizioso e l'angolo delle sue labbra si alza leggermente formando il suo solito sorrisetto sfrontato, ed io avverto inaspettatamente un'ondata d'ansia attraversarmi tutto d'un tratto.

Non è ansia che dovrei provare quando il ragazzo che mi piace mi chiede di uscire.

"Ma tipo un appuntamento?" Chiedo imbarazzata, giocherellando nervosamente con l'elastico per capelli, rigirandolo tra le le dita. Io e Lorenzo siamo stati soli altre volte, ma non era nulla di simile ad un appuntamento, si trattava più di uscite casuali organizzate all'ultimo momento, come quella al Mc, oppure sessioni di studio matto e disperato. Abbiamo deciso di andarci con molta calma e un appuntamento porterebbe le cose ad un altro livello e onestamente non so se sono pronta.

"Uscita, appuntamento, chiamalo come vuoi, che importa? Siamo sempre io e te." Alzo gli occhi dalle mie mani per portarli su di lui e noto un'espressione confusa stampata sul suo volto. Come glielo spiego che no, non è la stessa cosa? Anche solo l'aver nominato la parola appuntamento sta facendo suonare dei campanelli d'allarme nella mia testa.

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