18 ✩ partire da te

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Lascia che tu sia, una mia fantasia
prima che riapra gli occhi e ti portino via
la mente è il nostro hotel, ma tu in che stanza sei?
voglio mettermi nei guai a partire da adesso, a partire da te.

- Partire da te, Rkomi.

Victoria

Dal momento in cui mettiamo piede nella macchina di Lorenzo, cala un silenzio tombale e nessuno di noi due proferisce parola. Anche volendo, non saprei cosa dire. In testa ho un casino, sono successe così tante cose negli ultimi giorni che sto ancora cercando di metabolizzare. Ma da quando la mia vita è così caotica?

Lorenzo sta guidando in silenzio a fianco a me, e seppur io sia girata verso il finestrino, dal lato opposto al suo, ogni tanto posso avvertire il suo sguardo posarsi su di me, come per controllare che io stia bene.

Sto bene? Non lo so, il ragazzo con cui mi stavo sentendo si è rivelato un pezzo di merda e poteva finire molto male se il ragazzo che stavo cercando di dimenticare stando con lui, non mi avesse praticamente salvata, sbucando dal nulla dopo avermi evitato per più di quattro giorni di fila. Ah, e adesso mi trovo nella macchina del ragazzo che, ancora una volta, avrei dovuto dimenticare, ma non credo stia funzionando dato che nonostante gli avvenimenti delle ultime ore, tutto ciò a cui riesco a pensare è il suo profumo che mi arriva dritto nei polmoni e mi sta annebbiando il cervello, e non riesco a capire se prima di uscire Lorenzo si sia rovesciato l'intera boccetta addosso o sono i miei sensi che sono pericolosamente amplificati dall'alcol.

Quando arriviamo nel vialetto vicino casa mia, Lorenzo accosta la macchina ed io mi tolgo la cintura. Forse è il momento in cui dovrei dire qualcosa.

Mi schiarisco la gola, "Grazie per avermi accompagnata e per essere intervenuto prima." Lo ringrazio con un filo di voce e lui imita il mio gesto di togliersi la cintura, così da ruotare il torso completamente verso di me e guardarmi con i suoi occhi verdi, così penetranti ed intensi anche nella penombra.

"Ma sei sicura di star bene?" Mi chiede, la preoccupazione evidente nella sua voce. "Se ti ha fatto qualcosa..." dice stringendo i denti, "puoi dirmelo." I suoi occhi sono puntati nei miei per la prima volta dopo quello che mi sembra una vita e sono contenta di essere seduta, perché l'intensità del suo sguardo ha il potere di trasformare le mie gambe in gelatina e potrei benissimo cadere con il sedere per terra.

"No, no." Lo rassicuro, "Ha solo continuato a baciarmi anche quando gli ho chiesto di fermarsi, ma tu sei arrivato subito per fortuna." Gli racconto com'è andata realmente, per cercare di tranquillizzarlo.

"Sicura che non vuoi che vada a spaccargli la faccia?" Mi chiede serio ed io non riesco a non trattenere una risatina per l'assurdità della richiesta che mi ha appena fatto.

"No, come ho detto, non ne vale la pena." Gli ripeto, sicura. Mi sento una stupida per aver pensato che Luca fosse un bravo ragazzo e mi disgusta e terrorizza quello che mi ha fatto o poteva farmi, ma mi sento quasi sollevata dal sapere che sia uscito dalla mia vita, non è lui che voglio, non penso di averlo mai voluto per davvero.

Lui annuisce spostando lo sguardo davanti a sé. Forse si aspetta che io esca dalla macchina e vada via, e forse dovrei farlo, ma poi lui che farà? Tornerà ad ignorarmi? Sento una fitta allo stomaco al solo pensiero.

"Chi ci facevi fuori?" Gli chiedo, restando invece di andare via, apparentemente cogliendolo di sorpresa, dato che lui si gira di scatto a guardarmi.

"Cosa?" Mi domanda confuso, le sue dita leggermente graffiate per via del pugno appena dato a Luca picchiettano nervosamente sul volante.

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