22 ✩ la musica non c'è

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Vorrei farti cento cose ma non so da dove iniziare, ti vorrei iniziare
Bella che non ti va di ballare
ma bella che se balli le altre ti guardano male
che c'hai sempre qualcosa da insegnare
mi metti in crisi e in questo testo non ti riesco a disegnare
vorrei portarti al mare, anzi portarti il mare.

- La musica non c'è, Coez.


Lorenzo

Non penso di essere tornato mai a casa dall'allenamento così velocemente come oggi, così come non credo di essere mai stato così energico dopo una giornata estenuante che comprende scuola, studio e allenamento.  Ma quando si tratta di Victoria, mi sento tornato il ragazzino spensierato di qualche anno fa che sta affrontando la sua prima cotta da capo, cosa che è imbarazzante ed eccitante allo stesso tempo.

Questa sera ho intenzione di portare Vic a mangiare al Mc Donalds, sapendo quanto lei ne vada pazza, e allo stesso tempo è un posto poco impegnativo per fare qualcosa di lunedì pomeriggio, dato entrambe le nostre case sono occupate dai nostri genitori ed essendo fine novembre fa troppo freddo per stare fuori, quindi ho optato per una gita al Mc.

"Dove stai andando?" Chiede mio padre quando mi vede dirigermi verso il portone di casa, squadrandomi con il suo solito sguardo accusatorio che mi fa ribollire il sangue nelle vene.

"Mangio fuori." Annuncio atono, facendo spallucce e dirigendomi nuovamente verso la porta. Ma la sua voce mi ferma nuovamente.

"Ti avviso già che il diciotto dicembre stiamo organizzando una raccolta di beneficenza prima delle feste e tu verrai." Mi ordina usando il solito tono duro e freddo di quando si rivolge a me. E non so con quale forza evito di alzare gli occhi al cielo, sapendo che lo indisporrei ulteriormente.

"Va bene." Dico, solo, sperando che con ciò mi lasci andare, dato che non voglio far aspettare Victoria. Ma a quanto pare a lui non basta neanche una risposta affermativa per mollare la presa su di me.

"Solo va bene? Niente lamentele e insulti al mio ruolo di padre?" Borbotta sarcasticamente, alzando un sopracciglio. Solitamente mi sarei opposto, è vero, o almeno ci avrei provato. Ma questa volta so che sarà presente anche Victoria e onestamente posso sopportare qualsiasi evento noioso se significa vedere lei in un bel vestito, e poi alla fine, anche se dovessi lamentarmi, avrebbe la meglio lui, quindi risparmio tempo ed energie.

"Esatto. Adesso devo andare." Mi dileguo senza saluti o altri inutili convenevoli, restituendogli il suo stesso tono freddo. Non è un segreto il fatto che il rapporto con mio padre ormai è confinato al vivere sotto lo stesso tetto, risultato di anni di bugie e mancanza di fiducia e rispetto da entrambi i lati.

Quando arrivo davanti casa di Victoria, le mando un messaggio per evitare di suonare alla porta e lei scende quasi immediatamente. E come ogni volta in cui la vedo, le mani mi iniziano a sudare e il mio stomaco fa strani salti involontari.

"Ehi."

Victoria mi saluta, entrando in macchina e chiudendo la portiera una volta dentro.  Imitandola, mi sporgo verso il suo lato dell'auto per lasciare un bacio a stampo sulle sue labbra, che sono più lucide e profumate del solito, probabilmente grazie a uno di quei cosi che le ragazze mettono sulle labbra di cui non so il nome.

"Com'è andata agli allenamenti?" Mi sorride Vic, mettendosi la cintura di sicurezza mentre io giro la chiave per mettere in moto la macchina e partire.

"Faticoso." Ridacchio, "Ma più sopportabile rispetto al solito dato che sapevo che dopo avrei visto te." Ammetto con mia stessa sorpresa, e seppure siamo nella penombra, vedo le sue guance colrarsi leggermente e Victoria guardare altrove imbarazzata.

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