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Mi volto lentamente verso quella voce che ho sentito alle mie spalle. Ed eccoli lì, davanti a me... il suo viso, i suoi occhi... proprio quella persona che è riuscita a ferirmi più di chiunque, lasciandomi in pezzi che sto ancora cercando di rimettere insieme.
Andrea è lì, a fissarmi con aria sorpresa. Poi il suo sguardo corre su Vic, Ethan, Thomas... fermandosi poi su Damiano, e qualcosa nel suo viso cambia, lasciando il posto ad un misto di delusione e rabbia.
Mi sarei aspettata qualunque cosa da questa serata... qualsiasi cosa... ma di certo non questa. Poteva essere una serata tranquilla, ed invece eccomi qui a dover affrontare le mie paure ed i ricordi. Nella mia testa riappaiono le immagini di quello che è successo, le stesse immagini a cui ero quasi riuscita a non pensare per una sola sera.
Non esce neanche un fiato dalla mia bocca, come se avessi perso l'uso della parola. Resto ferma lì, davanti a lui, in silenzio.

«Stai bene con i capelli così» mi dice Andrea, riportandomi alla realtà, mentre con le dita mi sfiora i capelli, facendomi rabbrividire.

La figura di Damiano si posiziona davanti a me, in modo da farmi praticamente da scudo e mettere distanza tra me e Andrea. Vic mi prende la mano e la stringe forte, per darmi conforto e farmi capire che andrà tutto bene, mentre Ethan e Thomas si posizionano vicino a Damiano, cercando di tenere la situazione sotto controllo.

«Te conviene andartene» dice Damiano. Dal suo tono di voce capisco quanto sia nervoso in questo momento.

«Quindi stai con lui adesso?» mi chiede Andrea, senza distogliere lo sguardo neanche per un attimo da Damiano.

«Non me pare che siano cazzi tua»risponde Damiano al mio posto, mentre la loro guerra di sguardi è ancora in atto.

«Fai rispondere lei» dice Andrea in tono di sfida, puntandogli il dito.

«Te lo ripeto n'altra volta, vattene via» dice Damiano, impassibile, scandendo lentamente le ultime due parole. Entrambe le sue mani sono chiuse in dei pugni, per cercare di trattenersi dal colpirlo.

Voglio evitare che scattino, nessuno deve farsi male per questa situazione che riguarda solo me e lui.
Quando mi rimetto davanti a Damiano, mi guarda con aria confusa. Così gli poso la mano sul petto e lo sento tranquillizzarsi, anche se la tensione si taglia ancora con il coltello.

«Cosa vuoi Andrea?» gli chiedo voltandomi verso di lui, incrociando di nuovo il suo sguardo, cercando di non far vedere l'effetto che mi fa. Anche se i suoi occhi verdi su di me riescono a farmi salire la nausea, cerco di restare impassibile.

«Ti volevo solo chiedere scusa per quello che ho fatto...» dice lui, spiazzandomi per un momento.
Questo quello che ha sempre fatto, prima combina qualcosa e poi pensa che tutto si risolva con delle semplici scuse. Ci vuole proprio una bella faccia tosta per pensare che potrei perdonare quello che mi ha fatto così su due piedi.

«Come puoi pensare che ti possa perdonare? Sono passata sopra a tanti casini che hai combinato quando stavamo insieme... ma questo... questo è stato davvero troppo. Io non ti voglio vedere, devi sparire dalla mia vita!» Dico tutto d'un fiato, trattenendo le lacrime e cercando di restare calma nonostante la rabbia che sento salire e pervadere ogni millimetro del mio corpo.

Dopo quello che ho detto, mi volto per andarmene, fiduciosa del fatto che abbia capito che mi deve lasciare stare.

«Non puoi stare con lui!» dice Andrea prendendomi per il polso e costringendomi a voltarmi verso di lui.

La mano di Damiano si posa veloce sulla mia spalla, pronto a scattare in qualunque momento ed appena la situazione prenda una piega anche di poco diversa da quella che sta assumendo adesso.

«Per prima cosa, non sto con nessuno. Secondo, non ti devo dare giustificazioni e tu hai perso il diritto di dirmi qualunque cosa esattamente un mese fa» dico scrollando il braccio e liberandomi dalla sua presa.

Andrea non dice nulla. Rimane stupito, come se non si aspettasse una mia risposta. Ma sinceramente mi sono stancata di stare zitta, non voglio più fare la parte della "damigella in pericolo" che ha bisogno degli altri per essere salvata. Posso, voglio e DEVO salvarmi da sola.
Gli volto le spalle ed inizio a camminare, seguita a ruota dagli altri e lasciando lì Andrea, ancora scombussolato.
Mentre mi allontano mi sento leggera. Affrontarlo da una parte ha fatto tornare a galla tanti ricordi, ma mi è servito. Era un altro passo da fare prima o poi per liberarmi e tornare a vivere, anche se senza di lui.

«Sei stata grande» mi dice Damiano avvolgendomi la spalla con il suo braccio per stringermi a se e darmi un bacio sulla testa.
E la serata di lì in poi procede tranquilla, di nuovo tra risate e leggerezza, tra i progetti per la partenza di venerdì e quelli per il concerto.

Una volta arrivati a casa mi è salito un mal di testa incredibile, complice sicuramente la tensione di questa sera.
Adesso voglio solo andare a dormire e farmi qualche bella ora di sonno.

Dopo essermi struccata, lavata i denti, data anche una pettinata ai miei capelli corti e essermi messa il pigiama, mi ficco sotto le coperte.
Pochi minuti dopo mi raggiunge Damiano, che si stende vicino a me.

«Stai bene?» mi chiede, con tono dolce, mentre mi da una carezza delicata sulla guancia.
Annuisco, continuando a guardare il suo viso perfetto illuminato dalla fioca luce della luna.
Le sue dita accarezzano lentamente e delicatamente la mia spalla, mentre siamo stesi uno di fronte all'altro, con i visi a pochi centimetri di distanza.
Quando mi abbraccia, il contatto con la sua pelle mi fa avvampare.

«Non sai che voglia avrei di baciarti in questo momento» mi sussurra all'orecchio «Ma resisterò finché sarai tu a farlo» aggiunge subito dopo.

Le sue parole mi fanno arrossire, ma per fortuna nel buio della camera il mio imbarazzo non si vede.
Lui mi stringe forte a se ed appoggia la sua fronte sulla mia, e dopo poco ci addormentiamo abbracciati.

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