Cammino nervosamente per il vicolo, aspirando ogni tanto la sigaretta accesa che che ho tra le mie dita. Sto facendo avanti e indietro in questa stradina da non so quanto tempo, avanti e indietro... avanti e indietro...
Perché?!? Perché proprio a me? Non poteva essere una normale serata e andare tutto secondo i piani?
"COSA TI HO FATTO DI MALE?!?" Dico tra me e me alzando gli occhi verso il cielo, sperando che qualcuno da lassù possa sentirmi.
Mi appoggio con la schiena al muro di un palazzo e mi porto la sigaretta alla bocca per prendere l'ultima aspirata sperando mi aiuti a calmarmi, ma quando butto fuori il fumo mi rendo conto che non ho avuto l'effetto desiderato.
Butto il mozzicone per terra ed appoggio la testa al muro. Mi passo le mani tra i capelli nervosamente, chiudo gli occhi ed ascolto il mio battito cardiaco troppo veloce, restando ferma per qualche minuto.«Tutto bene?» sento chiedere da una voce maschile, impossibile da non riconoscere.
Quando apro gli occhi, me lo ritrovo davanti. Più bello che mai, con il suo viso perfetto, i capelli lunghi, la sua camicia da una fantasia molto rétro e la giacca di pelle nera.
«Si tutto bene, grazie. Non dovevi disturbarti ad uscire» rispondo in tono secco
«In realtà sono uscito per fumare» risponde lui mostrandomi il pacchetto di sigarette che ha in mano.
«Potevi fumare anche al tavolo...»
«Vero.. ma mi andava di fare due passi»
Si accende la sigaretta e mentre butta fuori il fumo, sento i suoi occhi scuri su di me. Siamo uno di fronte all'altro, ma per fortuna c'è una certa distanza tra di noi.
«Ti è piaciuto il concerto?» mi chiede rompendo il silenzio che si era creato.
«Cosa vuoi da me Damiano?» chiedo esasperata. Non ho voglia di fare conversazione con lui in questo momento, la mia testa è già troppo confusa per conto suo, non ho bisogno anche di lui a complicare di più le cose.
«Perché sei così sulla difensiva?» chiede lui in tono ammiccante «Hai paura di non riuscire a controllarti?» Aggiunge poi venendo verso di me
«Io so controllarmi benissimo! E poi sto con un ragazzo, quindi vedi di starmi lontano!» Rispondo arrabbiata alla sua insinuazione.
Giro i tacchi e mi allontano da lui. Ma quanto può essere stronzo?!? Chi si crede di essere?!?
Entro nel locale con passo svelto ed arrabbiata come non mai. Mi dirigo verso il bancone del locale e chiedo al barman un mojito. Mi ero ripromessa che non avrei esagerato con l'alcol questa sera, ma visto che sta andando tutto storto tanto vale cercare di dimenticare i problemi con qualcosa da bere.
Mentre sorseggio il mio cocktail al bancone il barman inizia ad attaccare bottone con me. È un bel ragazzo, biondo con gli occhi chiari ed ha anche un fisico niente male, si vede che va in palestra.«Non dovresti bere» sento dire ancora una volta dall'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento «Ti fa eliminare tutti i freni inibitori» aggiunge facendomi l'occhiolino, probabilmente mentre nella sua testa scorrono i ricordi del bagno del locale del mio compleanno.
Sicuramente ha ragione, ma non voglio dargliela vinta. Mi giro verso di lui guardandolo con aria di sfida e poi chiedo al barman un altro drink senza staccare gli occhi da Damiano.«Tu non puoi darmi ordini» gli dico quando mi arriva il secondo cocktail. Ne bevo un bel sorso dalla cannuccia e poi sorrido al barman.
Quando ho finito il secondo drink credo di essere bella brilla, ho la testa che gira, ma è una sensazione quasi piacevole. Mi sento leggera per la prima volta dopo giorni.
«L'ultima volta che ho bevuto così tanto sono finita in quel bagno con te...» dico con un sorriso malizioso guardando Damiano che non si è mosso da lì per tutto il tempo.
«Cosa succederà questa volta» gli sussurro all'orecchio, per poi mordergli delicatamente il lobo. Lo sento irrigidirsi dopo questo gesto e vedo che serra i pugni per cercare di controllarsi. Quando mi allontano dal suo orecchio, i nostri visi si ritrovano a pochi centimetri di distanza e il mio sguardo cade sulla sua bocca perfetta.«Dai ti accompagno a casa» dice lui dopo un respiro profondo, prendendomi per mano e lasciando i soldi per i miei drink sul bancone.
«Non voglio andare a casa!» rispondo in tono scocciato, sembro quasi una bambina che fa i capricci.
«Fidati è meglio che ti riporto a casa, sei troppo ubriaca e se ti riavvicinerai in quel modo provocante non credo di essere in grado di resistere»
Mi accompagna fuori tenendo la mia mano stretta nella sua, quel tocco familiare riporta la mia mente alla serata trascorsa in quel locale.
«Aspettami qui un secondo» dice con un tono perentorio quando arriviamo nello stesso vicolo dietro il locale in cui eravamo un'oretta fa.
Quando lo vedo rientrare all'interno del posto il mio occhio non può non cadere sul suo fondoschiena mentre si allontana... sono proprio andata. Dovrei smettere di bere! Faccio solo cazzate in queste situazioni...
Mentre lo aspetto mi accendo una sigaretta.«Ok possiamo andare» dice una volta uscito di nuovo dal locale, prendendomi per mano, mentre nell'altra tiene la mia giacca di pelle, nella fretta di uscire quando mi ha provocata devo averla lasciata al tavolo dove eravamo seduti con gli altri.
Mentre ci incamminiamo verso la sua macchina, la sua mano stringe forte la mia... in questo momento sento che, con lui vicino (e anche a causa di tutto l'alcol che ho in circolo) potrei andare ovunque.
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Prima di ogni cosa
Fiksi PenggemarIo sono Chiara, una semplicissima ragazza di 20 anni che vive a Roma. Sono una studentessa universitaria e rientro nel tipico cliché della ragazza italiana, capelli castani, occhi scuri... Di certo non ti gireresti a guardarmi per strada quando pas...