La porta si chiuse alle sue spalle con un tonfo e ricominciò a respirare come si doveva ad un essere umano.
Chiuso in quella stanza ,poteva per lo meno lasciarsi andare a quella che ormai era la sua quotidiana disperazione.
Da troppi anni cercava di fare buon viso a cattivo gioco ed aveva bisogno di un luogo dove sfogarsi.Poteva rompere,spaccare tutto oppure lasciarsi andare in un pianto liberatorio in doccia e stare tutta la notte con l'acqua che scendeva copiosa su di sé, coprendo con il fruscio i singhiozzi e nascondendo le lacrime.
Il sentimento prevalente in quel momento però, non era la disperazione, ma l'impazienza.Era impaziente di distruggere la sua stessa famiglia, ma sapeva che mancava poco al raggiungimento del suo scopo, oltretutto non per colpa sua.Se l'erano cercata, e quella sensazione d'impotenza che aveva provato tre anni prima, ora non se la ricordava più.
Si avvicinò alla scrivania mentre con una mano sbotonava velocemente i pochi bottoni che ancora permettevano alla camicia di restare su di lui.
Se la tolse e la lanciò da qualche parte nella stanza, forse a terra o forse sopra qualche mobile, così come tutto il resto dei vestiti, rimanendo solo con i boxer.Accese il PC e guardò giusto le mail per vedere l'andazzo dei suoi affari, leggendo la risposta affermativa del suo socio fece un sorriso soddisfatto.
Tutto stava procedendo per il meglio.
Si tirò indietro la chioma, ora di nuovo bionda, con la mano e prese passo verso il bagno. Aveva bisogno di una doccia, si sentiva sporco. Passò davanti lo specchio e la sua immagine riflessa lo fece fermare un attimo.Il suo fisico era asciutto e muscoloso come anni fa, forse più delineato e maturo, rispetto un tempo. Anche se aveva lasciato la Thailandia, aveva continuato con il nuoto, ma stavolta solo come valvola di sfogo e ciò aveva contribuito a plasmare il suo fisico. I tatuaggi erano sempre lì a "macchiare" quella tela bianca che era la sua pelle, ma ciò che stonava erano i segni rossi delle unghie e dei succhiotti di quella sconosciuta.
Il viso, anche se sempre bello, era piuttosto magro e delle occhiaie segnavano quelle due perle fondenti, che scorrevano sulla sua immagine osservandosi con un certo ribrezzo.
Questo è il risultato delle tue cattive abitudini, Joss.Ormai erano anni che andava avanti,avanti ad usare tutto se stesso, anche il suo corpo, per realizzare il suo scopo più grande, distruggere tutto ciò che la sua famiglia aveva costruito.
Si morse le labbra distogliendo lo sguardo da quel riflesso che lo faceva solo sentire male, e s'infilò in doccia aprendo l'acqua bollente.Sperava che quel getto caldo si portasse via tutti quei segni e che si portasse via anche quell'enorme vuoto che sentiva dentro di sé da quel maledettissimo giorno.
"Il rumore della tazza da thè che veniva poggiata sul piattino, sembrava uguale ad un'esplosione nella sua testa.
Gli occhi della madre e del padre puntati su di lui lo stavano facendo soffocare.<<È tempo di fare una scelta Joss, o lo lasci o io distruggerò la sua famiglia>>
Poche parole, dette nel modo più duro possibile, che un pugno sul viso avrebbe fatto meno male. Protestò, urlò, rigirò il tavolo, ma in quel momento si sentì impotente.
Come poteva mettersi contro quei due soggetti? Non aveva i mezzi.
Strinse i pugni e si mise a piangere, s'inginocchiò e chiese pietà, spiegò che lui lo amava e che non voleva separasi da lui, supplicò.In quel momento, appena alzò il capo per vedere il viso dei suoi, sperava di esserci riuscito, di aver smosso i loro cuori. Era pur sempre il loro amato figlio no? Non potevano fargli questo. Credeva di vedere almeno un barlume di pietà, di comprensione, qualsiasi cosa, ma l'unico gesto che ebbe in risposta , fu uno schiaffo in pieno viso.
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DeepLove
RomanceSequel della storia "Underlove" La storia è di purissima invenzione, i contenuti sono per adulti ed è una BoyLove.