Fifteen (+18)

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Era passata una settimana da quel giorno. Il bruno soggiornava ancora nella stanza dell'hotel e sinceramente gli sembrava d'essere tornato a quando stava nel condominio dell'università a Bangkok.

Voleva lasciare un po' di spazio a Chan e Song che sembravano pieni di pensieri e preoccupazioni, sicuramente c'entrava il fatto che Wat era andato via, ma soprattutto percepiva e vedeva della preoccupazione nei suoi confronti.

Song,infatti, aveva dovuto parlarci e sbatterlo fuori di casa, anche perché si trovava completamente d'accordo con Chan, seppur, non condivideva il fatto che l'avesse picchiato con il rischio d'essere denunciato da qualcuno. Da quello che sapeva, Wat aveva preso il primo volo per Bangkok due giorni dopo.

Ma a Thale non importava assolutamente nulla, anzi, non gl'importava più di niente.

Chan invece, dopo aver visto suo fratello sembrava cambiato e sembrava che nascondesse qualcosa.

Il bruno sospirò, in quel momento si trovava in ufficio, aveva appena terminato la pausa pranzo ed era tornato lì dovendo terminare di mettere in ordine alcune scartoffie.

Il fatto di stare un po' da solo non gli pesava affatto.

Sentiva il suo cuore pensante e la sua testa era un casino.

Lavorare l'aiutava a distrarsi, ma una volta libero dagli impegni, quei maledetti occhi continuavano a perseguitarlo.

Si sedette alla scrivania scuotendo il capo per fare andare via quel pensiero, per cacciarlo via, per toglierlo dalla sua mente. Si sarebbe aperto la testa avesse potuto.

Provava tantissimi sentimenti contrastanti, ma quello che provava di più era la rabbia.

Rabbia per essere stato preso in giro un'altra volta, di aver dato fiducia ad una persona che non lo meritava e soprattutto rabbia per averlo rivisto in quell'occasione, e nonostante il suo cuore sanguinasse, desiderarlo comunque.

L'odiava, odiava Jos con tutto se stesso... eppure... eppure c'era sempre quel piccolo pezzetto del suo cuore che ancora stava sempre dalla sua parte.

Ed era molto forte, talmente tanto da annientare la sua volontà ed il suo buon senso.

Il confine tra odio ed amore era davvero così labile ed effimero?

Si poteva odiare alla follia una persona ma al tempo stesso amarla in egual misura?

Prese a digitare sulla tastiera con un certo nervosismo, alle volte avrebbe voluto fumare come Chan per alleviare la tensione, sentiva il bisogno d'andare a fare una bella nuotata per scaricarsi, ma purtroppo non ne aveva il tempo.

Si morse il labbro quando il capo entrò lanciandogli due fascicoli sulla scrivania.

Thale notò che aveva già il cappotto addosso e sospirò,

<< Hey ragazzo devi fare una cosa urgente, lascia perdere ciò che stai facendo. Ho scoperto delle cose e sono dentro quei fascicoli, li devi portare subito al cliente, l'indirizzo è già dentro, io devo andare a parlare con un tizio per verificare se ciò che le mie fonti dicono è vero. Vai subito ok? Questa cosa ha la priorità!>>

Parlò di fretta e non diede il tempo a Thale di replicare in nessun modo uscendo dall'ufficio.

Il bruno si alzò sbattendo stizzito quei cazzo di fascicoli con violenza contro il lucido legno della scrivania.

Gli giravano, ma purtroppo era il suo dannato lavoro.

Aprì la busta e le iridi nere si mossero a leggere quell'indirizzo con attenzione.

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