FiVe

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Jos era abituato al non passare inosservato. Era stato così fino dalla sua nascita e lo sarebbe sempre stato, per cui le attenzioni gentili di quel ragazzo non lo stupivano più di tanto.
Più che altro lo infastidivano.

Il chiedergli di fare cambio di posto , fondamentalmente non gli costava nulla, ma se non fosse stata per la velata minaccia del "ti vomito tutto addosso sopra i vestiti Gucci se non ti levi", non si sarebbe schiodato di un millimetro. Non aveva potuto fare altrimenti.

Chiuse il libro e guardò con attenzione lo sconosciuto, di bell'aspetto si, ma nulla che potesse attirare subito l'attenzione altrui. Era di una bellezza abbastanza banale.
Alzò un sopracciglio per quel complimento sui suoi capelli che sapeva di presa in giro.
Non disse nulla e si limitò a dare un ultima occhiata a quel pacchetto di caramelle che in un solo istante aveva portato a galla un sacco di ricordi.

Con tutti gli snack del mondo proprio quei maledetti orsetti?
Qualsiasi cosa potesse ricondurlo al bruno, lo metteva di cattivo umore.
Nel suo cuore risiedevano sentimenti contrastanti:l'amore e la vendetta.
Una parte bramava, sperava ed avrebbe sempre cercato Thale, un sentimento forte, invadente, d'avere di nuovo il bruno tra le sue braccia e vivere finalmente liberi la loro vita e nonostante tutte le difficoltà,istava cercando di realizzare tutto ciò, ma Thale?

Laltra parte di lui, ce l'aveva a morte con il bruno, forse in maniera irragionevole, ma non poteva fare a meno di sentire lo stomaco rivoltarsi al sol pensiero.
Quando lo aveva allontanato facendo leva sulle paure di Thale, il ragazzo non fece nessuna domanda, nessun tentativo per vedere se ci potesse essere qualcosa sotto. Semplicemente sm aveva deciso di prendere la strada più facile, lasciando che tutti finisse così. Eppure lui gli aveva fatto una promessa che non avrebbe mai infranto ,a meno che Thale non lo avesse voluto con tutti il cuore e non per l'intervento di terzi tra loro.

Distolse lo sguardo, si allacciò la cintura ed accavallò le gambe poggiando il capo sul sedile.
Chiuse gli occhi con l'intento di dormire  tutte le 17 ore, ma quel tono di voce perforò di nuovo i suoi timpani.
Evidentemente il suo vicino di sedile non era dello stesso avviso

<< Cosa fai per averli così? Parrucchiere o fai da te? >>

Fai da te? A Jos venne da ridere e senza aprire gli occhi rispose spocchiosamente,

<<Ovviamente i miei capelli sono nelle mani del miglior parrucchiere che ci sia. Attualmente sta a Seoul. >>

Wat fece una faccia stupita firmando una "o" con le labbra sottili. Aveva capito che il ragazzo fosse di buona famiglia ma la sua immaginazione  non arrivava a tanto.
Quell'individuo lo incuriosiva. Era vero che diceva passare le ore, ma in fin dei conti,non si poteva non dire che quel ragazzo, probabilmente più grande di lui, era difficile a dirsi, possedeva un particolare fascino.

<<E come mai in viaggio verso Chicago? >>

<<Lavoro>, sbuffò.

<< Allora ho ragione a dire che sei più grande, scusami P'.>>

Il biondo aprì gli occhi e li puntò sul ragazzo di fianco a lui.
Lo squadrò bene e si sentì di dissentire a quell'affermazione.

<< Ho 23 anni.>>

Wat rimase a bocca aperta. Alla fine era più grande lui di tre anni.

<< come non detto il P' sono decisamente io.>>

Jos fece una smorfia, << penso che su un volo per Chicago, ormai partito da ben dieci minuti, gli onorifici possono essere benissimo lasciati a terra. Non sei il P' di nessuno qui.>>

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