Capitolo 20 - Inferno

145 23 118
                                    

La ragazza aprì gli occhi.

«Dove cazzo sono?»

L'atmosfera era calda e pesate, nell'aria riecheggiavano urla e lamenti sommessi.

Era sdraiata a terra, i sassi acuminati le pungevano la schiena.

Iniziò a mettere lentamente a fuoco il paesaggio circostante: si trovava in un'ampia grotta di pietra scura. Da squarci nelle pareti fuoriuscivano fiumi di magma e nei paraggi, a intervalli regolari, divampavano enormi geyser di fuoco.

«Fanculo!» Sbuffò, «Fottuto Marine!»

Si tirò in piedi con un lieve lamento. Sgranchì la schiena, facendo scrocchiare il collo, «Maledetta pietra lavica dell'Inferno, perché deve essere così scomoda?»

Seguì delle urla fino a un portone ad arco scavato nella roccia scura, sovrastato da un'insegna rossa al neon: "Hell's bar".
Abbassò gli occhi sullo zerbino. Era piuttosto consunto, ma si riusciva ancora a leggere la scritta su di esso: "Lasciate ogni speranza voi ch'entrate".

«Ma vaffanculo!» Ci strusciò sopra i piedi con noncuranza e spinse le porte in stile saloon, entrando nel locale affollato.

Si fece largo tra la calca e per poco un artiglio di Freddy Krueger non la accecò.
Nel tentativo di raggiungere il bancone, diede una spallata a Crudelia De Mon, che smise di flirtare con Jafar per scoccare un'occhiata truce alla nuova arrivata, ma quella passò oltre senza nemmeno considerarla.

D'un tratto, tra il brusio riecheggiò il sibilo minaccioso di Voldemort, che intimava a Capitan Uncino di suonare qualcosa.
Il pirata prese posto al pianoforte per improvvisare i primi accordi di "Thunderstruck".
La coda di Scar, che dormiva sullo strumento, rimase schiacciata tra le corde e il leone nero ruggì furente, perfettamente a tempo con la canzone.

Nel bar tutti si zittirono per un istante, poi eruppero all'unisono in un violento: «Thunder!»

Un altro ruggito a tempo.

«Thunder!»

Voldemort impugnò la stecca da biliardo come fosse un microfono e attaccò a cantare, con un perfetto falsetto: «I was caught... in the middle of a railroad track...»

Il locale tremò quando tutti gli avventori urlarono in coro l'ennesimo «Thunder!», dimenando in aria i pugni.

Il locale tremò quando tutti gli avventori urlarono in coro l'ennesimo «Thunder!», dimenando in aria i pugni

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Eve raggiunse a spintoni il bancone in legno e prese posto su uno sgabello.

Fece un ghigno carico d'orgoglio alla vista della propria fotografia appesa alla parete di fronte, proprio accanto a quella di Jack lo squartatore. Una targhetta dorata recitava: "miglior impiegato dell'anno".

Cercò di richiamare l'attenzione del barista, ma quello era voltato di spalle e stava partecipando al coro con voce tonante.
Sbuffò, scuotendo la testa infastidita.

At the Hunger Games (Parodia) - La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora