Capitolo 3 - Capitol City

643 101 439
                                    

«Si avvisano i signori viaggiatori che il treno alta velocità diretto a Capitol City arriverà a destinazione tra dieci minuti, con un ritardo di quincentordici minuti. Trenitalia, in associazione con la Suprema Presidentessa Giuls, vi augura una piacevole permanenza sul territorio di Panem

«Ma vaff-» sussurrò la ragazza stiracchiandosi, interrotta da un sonoro sbadiglio.

Si mise a sedere e la sua vista ancora offuscata dal sonno fu attirata dal paesaggio oltre il finestrino.
Si alzò dal divano e raggiunse il vetro, ravviandosi con le mani i ricci spettinati.
Una distesa di alti palazzi grigi dal design moderno emergeva al di là di un lago, circondato da montagne innevate. Non ricordava di aver mai visto né sentito di un posto simile.

Rimase a contemplare il panorama finché il treno fu inghiottito da una galleria.
Dopo alcuni secondi, le luci artificiali della candida stazione la accecarono.

Lungo il binario era accalcata una nutrita folla, una marea di persone festanti con indosso abiti variopinti e cappelli dalle forme bizzarre. A un'analisi più attenta, si rese conto che quei copricapi erano in realtà capelli acconciati e tinti in modo da sembrare quasi delle sculture astratte. Gran parte di loro, donne e uomini, avevano il viso dipinto con pesantissimo make-up dagli sgargianti colori che facevano a pugni tra loro. Una bambina di tre anni che giocava con la trousse della madre avrebbe potuto ottenere un risultato migliore e di maggior classe.

Appoggiò le mani sul vetro, scrutando la marea umana con una smorfia, «Ma dove cazzo sono finita?»
Scosse il capo con un sospiro, «Ecco, lo sapevo che non dovevo addormentarmi... dannata Trenitalia! Devo essermi persa la fermata di Capitol e mi sono ritrovata al carnevale di Viareggio, probabilmente quello che si vedeva prima era il lago Puccini... Ora vedrai che spunta un carro allegorico con un mega faccione di Berlusconi in cartapesta!»
Mugugnò una serie di imprecazioni indistinte e si diresse verso la porta.
Con un cenno della mano richiamò l'attenzione della hostess in fondo al corridoio. «Mi scusi, io dovevo scendere a Capitol-»

«Siamo arrivati, signorina!»

La scrutò con cipiglio: in effetti anche lei, con la sua bizzarra acconciatura rosa confetto e il rossetto giallo fluo, era perfettamente in stile con le persone all'esterno.

Puntò gli occhi al cielo, «Perfetto, grazie.»
Si voltò e tornò in cabina a prendere il borsone.
«E io che mi lamentavo del periodo in cui andavano di moda i pantaloni con il risvoltino sulle caviglie.»

---

Una volta scesa, assieme a una ventina di altri passeggeri, seguì la hostess attraverso un corridoio di transenne che li separavano dalla calca. Quelle variopinte persone pervase da una folle frenesia parevano davvero lì per accogliere loro. Si sbracciavano oltre la barriera per cercare di toccare i Tributi di passaggio, qualcuno addirittura allungava penne, quadernetti e capi d'abbigliamento intimo per farseli autografare.
Non avrebbe mai immaginato che quel reality show, pressoché sconosciuto nel resto del mondo, fosse in patria così popolare.
Vide una donna farsi largo tra gli spintoni per protendere suo figlio neonato verso uno dei partecipanti, un brutto ceffo dalla barba incolta biondo ramato, con indosso maglia e sciarpa di una qualche squadra di calcio inglese. Appena lui baciò il bimbo sulla fronte, la madre scoppiò a piangere dall'emozione.

La ragazza riuscì a schivare tutte quelle mani e a tenere a distanza con truci sguardi chiunque tentasse di approcciarla, finché raggiunse una corriera con stampato sulla fiancata l'enorme marchio dorato degli Hunger Games, raffigurante un'aquila circondata da una corona d'alloro.
Indugiò, per controllare che sul veicolo non ci fossero loghi o qualunque altro riferimento a Trenitalia. Si decise a entrare solo dopo essere stata rassicurata, dalla donna vestita di bianco, che quello fosse un bus privato della società che gestiva i Giochi.

At the Hunger Games (Parodia) - La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora