L'utilitaria nera posteggiò con le quattro frecce davanti all'ingresso della stazione, sul divieto di sosta della zona destinata alla fermata degli autobus.
Il ventenne alla guida rivolse un enorme sorriso alla coetanea sul sedile accanto, «Ecco a Lei, signorina. Siamo arrivati a destinazione in perfetto orario! Anzi, addirittura in anticipo.» Sulle ultime parole, uno spasmo delle labbra tradì una smorfia trattenuta a forza.
«Grazie del passaggio, Ray. Ora torna subito indietro, mi dispiace averti fatto fare tardi agli allenamenti. Non serviva, davvero.»
«Ma figurati se ti lasciavo prendere un taxi senza salutarti... probabilmente per l'ultima volta, dato che vai a farti ammazzare da un branco di psicopatici» la sferzò con tono d'accusa.
«Ma che ultima? Te l'ho detto mille volte: ti prometto che ne uscirò sana e salva. Sai benissimo quanto sono brava. Poi l'hai letto anche tu che non sono ammesse armi da fuoco, quindi tutti i cecchini, i texani e gran parte dei professionisti non li avranno considerati nemmeno di striscio questi Hunger Games. Ci saranno solo degli svalvolati criminali attaccabrighe, vedrai. Tranquillo, starò attenta. Tu, piuttosto, pensi di cavartela tutto solo senza la tua compagna di stanza?»
«Cavarmela? Non vedo l'ora che te ne vai! Finalmente avrò camera tutta per me e potrò girare tranquillamente con l'uccello all'aria, senza rischiare di ledere la sensibilità della mia povera coinquilina» rispose sarcastico.
«Sai, quasi quasi mi trasferisco al piano superiore del letto a castello» la punzecchiò con sguardo di sfida.«Ehi, non ci provare! Quello di sopra è mio!»
«Allora ti basterebbe non andare via per-»
«Io andrò a Panem, mentre tu te ne resti nel tuo letto in basso! Chiaro?»
«Però se non torni sappi che me lo prendo! Fossi in te non rischierei, eh.»
Si beccò uno sguardo truce.«Ti ho detto che tornerò! E stai lontano dal mio letto!»
Scosse il capo sconfitto, quella testona era inamovibile.
Aveva fiducia in lei e nelle sue capacità, però, anche se la ragazza minimizzava il pericolo, c'era davvero il rischio che quelli fossero gli ultimi minuti passati in sua compagnia.
Meglio renderli positivi.
Meglio non pensarci.Aveva già provato di tutto per impedirle di partire, dalla psicologia inversa al condizionamento subliminale nel sonno, ma ogni suo sforzo era servito solo a innervosirla e a farla intestardire ancora di più sulla sua ferrea volontà di partecipare a quello stupido massacro.
L'ultimo disperato tentativo era stato sbagliare strada per farle perdere il treno per Capitol City, ma era stato subito scoperto e si era pure beccato l'ennesima minaccia di morte.
Non poteva fare nient'altro che godersi quegli ultimi istanti con lei, possibilmente senza farla incazzare.Alleggerì l'atmosfera ridendo dell'espressione intimidatoria sul viso della compagna di stanza, «Tu, piuttosto, stai lontana dai ragazzi con le braccia che diventano nere.»
«Va bene, Ray.» Lei sbuffò e finse di imbronciarsi, con le braccia incrociate al petto, ma dopo un istante gli scoccò un'occhiata furba, «Oppure li ammazzo prima che si trasformino!»
«Come preferisci. L'importante è che torni sana e salva. Sai, sono sicuro che mi annoierei a morte se non potessi più battibeccare con te. Poi mi toccherebbe darmi del coglione da solo e, credimi, non è la stessa cosa!»
Scosse la testa, sforzandosi di non apparire divertita, «Sei proprio un coglione» sussurrò.
«Ecco, vedi: detto da te ha tutto un altro fascino!»
Non riuscì più a trattenersi e rise con lui, poi scese dalla macchina.
Recuperò il borsone dal bagagliaio e inveì contro l'autista dell'autobus che stava suonando il clacson per invitarli a levarsi dallo spazio preposto alla sua fermata.
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At the Hunger Games (Parodia) - La ragazza dagli occhi di ghiaccio
HumorE se l'ironica, strafottente e letale ragazza dagli occhi di ghiaccio partecipasse agli Hunger Games? Dimenticatevi lacrime, disperazione, nascondigli sugli alberi e scoiattoli alla brace; questa è tutta un'altra storia. Prendete una manciata di Tri...