Capitolo 14 - Vivere o morire? (Parte 1)

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La luce del sole nascente filtrò attraverso le fronde di un cespuglio, a pochi passi dal fiume, e accarezzò il viso della ragazza, avvolta in un sacco a pelo verde.

Aprì gli occhi e fece un lungo sbadiglio, acciambellandosi nel suo caldo giaciglio.
Aveva fatto proprio bene a prendere tutte quelle attrezzature e scorte dalla Cornucopia, appena dopo l'inizio dei Giochi. Si chiedeva come avessero fatto, quelli che erano scappati subito nel bosco, a sopravvivere senza provviste né qualcosa per proteggersi dal freddo della notte.

Fece per mettersi seduta, ma sbatté la testa sul ramo del cespuglio sotto cui si era nascosta per dormire. Borbottò una serie di insulti indistinti e fu costretta a trascinarsi rasoterra fino al limitare del fogliame.
Diede un'attenta occhiata ai paraggi e tese le orecchie, non sembrava esserci nessuno in giro.

Uscì dal nascondiglio strisciando, ancora avvolta nel suo bozzolo, e si tirò dietro la catena che tintinnò sulle rocce; l'aveva tenuta accanto a sé durante la notte.
Si sedette sui ciottoli, fece scivolare il sacco a pelo fino alla vita ed esplose in un sonoro sbadiglio, stendendo le mani verso l'alto mentre sgranchiva la schiena.
Si bloccò in quella posizione con aria perplessa. Il braccio sinistro non le faceva più male.
Lo guardò confusa. La ferita si era completamente rimarginata: sul bicipite le era rimasta soltanto una lieve cicatrice biancastra.
Per scrupolo controllò anche l'altro braccio, nel caso li avesse confusi, ma non c'era più traccia del taglio da nessuna parte e l'arto aveva riacquistato totale mobilità.

Aprì la lampo del sacco a pelo e controllò la gamba. Anch'essa era guarita completamente.

Rimase a bocca aperta, passando la mano sulle cicatrici che spiccavano attraverso le lacerazioni della tutina aderente incrostata di sangue. Quella crema in solo una notte aveva avuto degli effetti portentosi, doveva ricordarsi di comprarne una bella scorta prima di tornare a casa.

Caricò la catena sulla spalla e andò dietro a un albero qualche metro più in là, in un angolo riparato da un grosso masso coperto di muschio. Il giorno precedente aveva scelto quel posto come servizio igienico, dopo una lunga e scrupolosa ricerca. Era uno dei pochi punti sorvegliati da una singola telecamera, che aveva prontamente oscurato con del fango.
Aveva imparato subito a riconoscere quelle piccole escrescenze e anomalie che spiccavano un po' ovunque sugli elementi naturali.
Odiava essere osservata ventiquattr'ore su ventiquattro da quelle dannate telecamere, però faceva parte del gioco. Ormai si era rassegnata a essere sempre sotto i riflettori, ma, almeno in certi casi particolari, pretendeva un minimo di privacy.

Tornò al cespuglio dove aveva passato la notte e ne trascinò fuori il suo voluminoso zaino, da cui estrasse un paio di barrette energetiche. Si mise a mangiarle seduta sulla riva del torrente, con la schiena appoggiata a una pietra e il sole mattutino che le scaldava il viso.

Con la mano libera si mise a giocherellare con la catena che teneva in grembo. Accarezzò la lama fissata a un capo e si soffermò a guardarla. Senza quella non sarebbe mai riuscita a sconfiggere la mandaloriana, e il merito era solo di Ray che gliel'aveva fatta avere.
Sorrise senza rendersene conto.
Quel logorroico aveva davvero ragione a essere così preoccupato, aveva rischiato grosso contro la guerriera.
Iniziava a mancarle il suo fastidioso compagno di stanza. Tutto quel silenzio le appariva così anomalo.

Chissà se lui la stava guardando?

Fissò il sole, basso sull'orizzonte, era da poco passata l'alba.
Di solito loro due si svegliavano molto presto, però in quel momento Ray era in vacanza.
Lo immaginò a dormire con braccia e gambe spalancate al centro del letto king-size della suite di Capitol, occupando più spazio possibile e sbavando sul cuscino... il SUO cuscino!
Ebbe un fuggevole moto di rabbia, che si tramutò subito in una risatina nostalgica a denti stretti.

At the Hunger Games (Parodia) - La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora