Capitolo 11 - Bagno di sangue

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La ragazza scattò in direzione dell'uomo con la spada.
I piedi impattavano rapidi e leggiadri sul soffice terreno, l'erba ancora imperlata dell'umidità mattutina le accarezzava le caviglie.

Si trovò sulla traiettoria del nerd grassoccio con quel nome assurdo, Dragontrainer o non ricordava cosa. Si stava guardando attorno perplesso, con le mani sugli abbondanti fianchi, chiedendo a gran voce dove fossero i computer, in una sinfonia di lamentele riguardo la disorganizzazione di quell'evento: «Non mi hanno dato nemmeno i gadget di benvenuto... e dove sono le mie Red Bull? Dannati sprovveduti! Non si è mai visto un torneo di Fortnite organizzato così male!»

Lo evitò scartando di lato e fu subito costretta a rotolare a terra per schivare il no-TAV, che correva verso il bosco stringendo al petto uno zainetto appena preso nella Cornucopia. Con la tutina nera e grigia da Tributo e senza il giacchetto smanicato in jeans, era quasi irriconoscibile; nell'impeto della fuga anche la cresta verde gli si era ammosciata e ciondolava da un lato della testa rasata.

La ragazza raggiunse la rastrelliera e afferrò al volo la catena. Si parò poi dinanzi all'uomo che aveva appena estratto la spada dal cadavere della cuoca.

Appena si accorse di lei, quello tentò di colpirla, ma la riccia intercettò i fendenti con la catena, tenuta tesa tra le mani, e gli sferrò un calcio nello stomaco.

Il Tributo incassò indietreggiando di un paio di passi e si stinse il ventre, mentre conficcava la punta della spada nel terreno per sostenersi a essa e non perdere l'equilibrio. Non fece in tempo a risollevare la testa, che si trovò una spira metallica avvolta al collo.

Puntò lo sguardo negli occhi azzurri della ragazza, pervasi da una tempesta di follia omicida. Non riuscì nemmeno a implorarle pietà; con uno strattone, la catena gli si strinse con ancora più forza alla gola.
D'istinto portò le mani sul metallo, tentando di contrastare la pressione.
Invano.
Cadde in ginocchio senza fiato, con il volto paonazzo e fiotti di schiuma rossastra che sgorgavano dalle labbra cianotiche.

Il piede dell'avversaria si puntò sul suo petto.
Ebbe solo il tempo di darle un'ultima occhiata disperata attraverso le lacrime, prima che lei imprimesse lo strattone fatale, spezzandogli il collo.

La ragazza ammirò il corpo della propria vittima cadere a terra esanime, con l'accompagnamento di un colpo di cannone; poi un grido la fece voltare di scatto. A un paio di metri di distanza, un Tributo stava conficcando con foga un pugnale nel petto di DragonMasterGamer25, accasciato su una cassa.

Sorrise compiaciuta e fece ruotare il capo libero della catena con la mano sinistra, finché acquisì sufficiente velocità per scagliarlo contro l'uomo.
Il peso metallico a forma di punta di diamante fissato all'estremità lo centrò al cranio, fracassandolo in un acuto schiocco e un'esplosione scarlatta.
Quando ritirò a sé l'arma, quella si trascinò dietro una scia di sangue e materia cerebrale che le schizzò il volto.

Agguantò il peso al volo, facendo in modo che la catena si avvolgesse al suo braccio in morbide spire.
Lo sguardo saettò un istante sul corpo di DragonMasterGamer25. Sul busto, il grigio della tutina era stato del tutto soppiantato dal rosso, che si allargava da profondi squarci all'altezza del cuore. Ormai non aveva più speranza.

Colpi di cannone rimbombarono nel cielo, tanti quanti i partecipanti appena deceduti.

Scrutò i paraggi: la calma aveva ripreso possesso di quella radura, quasi in riverente rispetto dei cadaveri che nutrivano la terra coi loro fluidi.

Sorrise e si leccò via una goccia scarlatta dalle labbra, l'espressione compiaciuta e gli occhi vibranti di sadica follia. Appena li fissò sugli unici due Tributi rimasti nei dintorni, quelli gettarono a terra le proprie armi e sollevarono le mani tremanti in segno di resa.

At the Hunger Games (Parodia) - La ragazza dagli occhi di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora