Per le strade di Ketterdam

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INEJ

<<Inej penso che tu debba assolutamente spiegarci qualcosa>> esclamò il ragazzo Zemini con uno strano sorriso in volto.
<<Che intendi Jes? >>
<< Non ho mai visto qualcuno stare così vicino a Kaz. Almeno che quel qualcuno adesso non sia morto>>
Inej sorrise alle parole dell'amico.
<<Eccoci arrivati nella mia umile dimora>> esclamò Wylan spalancano i cancelli della villa Van Eck che, a detta di Inej, di umile non aveva proprio un bel nulla.
La ragazza seguì gli altri due dentro l'edificio in modo da poter posare i bagagli.
<<Posso lasciarli qui solo per oggi? Vi prometto che domani li sistemerò>>
<< Figurati. Puoi lasciarli ovunque tu voglia>>
<<Grazie mille. Allora io vado>> disse velocemente prima di catapultarsi fuori dall'abitazione seguita dalle risate consapevoli di Jesper e Wylan.

KAZ
<<ci vediamo dopo>> gli aveva detto Inej al porto, prima di allontanarsi da lui e raggiungere Jesper e Wylan.
Così Kaz se ne era tornato nella sua stanza allo slat e aveva provato a portarsi avanti con il lavoro ma senza molti risultati: il pensiero che la giovane Suli si sarebbe, da un momento all'altro, catapultata nella sua stanza dalla finestra bastava a distrarlo.
Manisporche che non riusciva a lavorare a causa di una ragazza. Adesso aveva proprio toccato il fondo. O, forse, quello lo aveva fatto già tempo prima e, adesso, stava pian piano risalendo.
Ci furono altri dieci lunghi minuti di atessa prima che dei colpi sul vetro della finestra attirarono la sua attenzione. Qualcuno stava bussando?
Il ragazzo corse ad aprire la finestra: Inej se ne stava seduta elegantemente sul davanzale.
<< avresti potuto scassinarla, spettro>>
<<questo se avessi voluto entrare. In realtà ho altri piani>>
<< sarebbero? >> chiese Kaz senza però riuscire ad impedire alle sue stupide labbra di sorridere. Era così contento che lei fosse tornata.
<< Voglio vedere Ketterdam, capire come è cambiata da quando sono andata via>>
<<sarà fatto, anche se non ti consiglio di aspettarti grandi cambiamenti. Le città come Ketterdam non ne fanno>>
<<sono convinta del contrario>> mormorò la ragazza con un sorriso tale che portò Kaz a chiedersi se stesse ancora parlando della città.

****
INEJ
Inej camminava affianco a Kaz per le vie di Ketterdam.
Doveva ammettere che il ragazzo aveva ragione, non aveva subito grandi cambiamenti: solo qualche nuova fumeria d'oppio costruita di contrabbando ai margini della strade.
Inoltre, Inej non poté non notare come tutti cercassero di non incontrare la strada di Kaz cambiando velocemente  direzione al suo passaggio e che, la folla, che si muoveva rapida per le strade, lo scrutava con qualcosa di più della solita paura: rispetto. Era così fiera di lui, era riuscito ad ottenere ciò che desiderava.
D'un tratto il ragazzo lasciò cadere la mano guantata fra loro.
<<so cosa avevi detto ma, ecco, non posso torglieli qui>>
Inej capiva cosa intendeva: i guanti facevano parte della leggenda che si era costruito. Ma immaginava anche che ci fosse altro: togliersi i guanti in un luogo così affollato era ben diverso dal farlo sul molo, qui c'era la grande possibilità di essere urtati ed entrare erroneamente in contatto con la pelle umana.
<<non preoccuparti. Va bene così>> esclamò Inej afferrando la sua mano e fu quasi sicura di aver visto un sorriso sbocciare sull'impassibile volto del ragazzo. Stava camminando mano nella mano con Manisporche per le vie di Ketterdam
Ormai si erano introdotti nella zona commerciale della città: i margini delle strade erano occupati da grandi bancarelle e, al centro, i passanti osservavano attentamente la merce.
<<Andiamo>> esclamò Inej avvicinandosi curiosa.

KAZ
I due passeggiarono silenziosamente fra le bancarelle fino a perdere la cognizione del tempo. Kaz non poté far almeno di notare che, con Inej, il silenzioso non era imbarazzante o spiacevole. Era un bel silenzio. Una sorta di comunicazione muta tra loro due soltanto.
<< Quel pugnale è bellissimo>> esclamò la ragazza indicando l'arma che era esposta sul tavolo di legno di un venditore con gli occhi che le brillavano.
Kaz soffocò una risata. Aveva visto donne esaltarsi per gioielli o vestiti e invece, il suo spettro, sembrava aver del tutto perso la testa per un pugnale.
<< bella scelta signorina. Questa è davvero un'ottima lama. >> esclamò il venditore voltandosi verso di loro.
<<Quanto ti devo per quella? >> chiese Kaz tirando fuori dalla tasca della sua giacca 30 kruge.
<< quelle andranno più che bene signore >> Kaz diede i soldi al venditore e prese il coltello per passarlo a Inej.
<< ecco a te>>
<<grazie>> mormorò la ragazza arrossendo leggermente.
Kaz non poté evitare di pensare che fosse estremamente carina.
<< promettimi che lo chiamerai Sankto Kaz>>
<< No, non lo farò>>
<< bhe, almeno ci ho provato>>
Inej rise di una di quelle risate che lui, ricordava bene, una volta aveva pensato di voler imbottigliare e bere fino a ubriacarsi.
D'un tratto, una folata di vento freddo investì i due ragazzi. Kaz alzò gli occhi al cielo e notò che si era annuvolato.
Tipico di Ketterdam.
Prima che potesse anche solo commentare il cambiamento climatico, iniziò a piovere.
<<ca**o>> mormorò Kaz.
<<meglio rientrare prima di bagnarci completamente>>
Così i due si allontanarono correndo dalle bancarelle.

INEJ
La pioggia continuava a cadere sempre più rapida. Inej rabbrividì stringendosi nella ormai fradicia tuta da scalata, come se questo potesse in qualche modo scaldarla.
Kaz la vide e si sfilò rapidamente la giacca nera per poi posarla sulle spalle della ragazza.
<< Manisporche mi sta prestando la sua giacca? >>
<< diciamo che Manisporche non se ne fa niente di uno spettro malato>>
Inej sbuffò << non sono più il tuo spettro Brekker>>
<< questo lo so. Ma sono convinto che anche tutti quei bambini rapiti dagli schiavisti non se ne faranno nulla di uno spettro malato. >>
Inej annuì <<ora va meglio>>
Kaz soffocò una risata.
Inej sapeva che, infondo, era ancora il suo spettro. Che probabilmente avrebbe lavorato ancora per lui se ne avesse avuto bisogno. Ma le piaceva che Kaz fosse consapevole del suo nuovo ruolo. Era il Capitano Ghafa, adesso.
<<Sai Inej, quello che stai facendo, la tua missione... È davvero magnifico>> esclamò d'un tratto Kaz e le sue parole rimbombarono nel silenzio della strada interrotto solo dal rumore della pioggia.
Inej sorrise a quelle parole.
<< lo pensi davvero? >>
<< Sì. Sei fantastica, Inej>>
La ragazza si strinse nel cappotto di Kaz sperando che questo bastasse a nascondere il fatto che stesse arrossendo di nuovo.
<< io ti lascio qui. Devo girare per quella strada>> disse indicando la via con la mano.
<< chiaro. A domani, Inej>>
<< A domani Kaz>> disse facendo per togliersi la giacca.
<< Tienila pure. Me la riporterai domani>>
<<Grazie. >> gli disse.  In qualche modo, si ritrovava sempre sul punto di ringraziarlo, eppure, sapeva bene di non averlo fatto abbastanza. Sapeva che tutte le parole del mondo non sarebbero bastate a ringraziarlo per averla portata via dal serraglio, per averle donato una nuova vita, per aver pagato il suo contratto, comprato la sua nave, ritrovato i suoi genitori.
<<Grazie davvero Kaz. >>
<< È solo una giacca. Non serve ringraziarmi così>> le disse lui.
<< si invece>> sussurrò la ragazza prima di sparire fra le ombre di un vecchio edificio.

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