Separazione

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KAZ
I giorni trascorsero in una tranquillità inusuale per la tetra e burrascosa città di Ketterdam. Fra le risate cristalline di Inej e quelle soffocate di Manisporche, ancora troppo legato alle vecchie abitudini per concedersi di lasciarsi andare in un riso gioioso.
Poi trascorsero le settimane, fra le cene a casa di Wylan e Jesper, le passeggiate sul molo al chiaro di luna e piccoli tocchi: Inej che tiene stretto per mano Kaz, lui che le accarezza la guancia con la mano per sistermarle dietro l'orecchio ribelli ciocche di seta nera, lei che lo abbraccia stringendolo a sé come se questo potesse saldare insieme i pezzi ormai ridotti in frantumi della sua anima.
E così, senza che neanche se ne rendessero conto, arrivò il giorno della fatidica partenza.
Inej era sul pontile pronta a salire sulla nave, Kaz se ne stava dinanzi a lei silenzioso, incapace di conferire anche la più infima parola -come se restando in silenzio potesse aumentare il tempo con lei- mentre i raggi del sole giocavano con i suoi occhi marroni rendendoli di un colorato simile a quello dorato del miele o della cannella.
"Non partire" Avrebbe voluto dirle ma mai e poi mai sarebbe stato lui a strapparle le ali. Inej aveva scelto la sua strada, la sua missione e, al contrario di lui, aveva scelto di combattere per la giustizia paladina dal cuore ferreo ed era solo da ammirare per questo e per la sua immane forza di volontà.
"Stai attenta" Avrebbe voluto dirle, ma non sarebbe stato lui a svalutarla. Perché Inej era la persona più forte che avesse mai conosciuto, perché "stai attento" e ciò che una madre dice ad un bambino non appena impara ad andare in bicicletta per paura che possa cadere, ma neanche per un secondo Kaz aveva pensato che Inej potesse fallire.
"Buona fortuna" Pensò allora, ma neanche questo andava bene. Lo spettro, Il Capitan Ghafa -si corresse poi- non aveva bisogno di fortuna.
Non c'era nulla che potesse dirle per incoraggiarla o aiutarla, perché Inej non aveva bisogno di aiuto o incoraggiamento. Inej era come il potente vento del Nord che giunge freddo e con immensa grazia e forza travolge tutto ciò che incontra. E allora se ne stava lì, a guardarla cercando di imprimere la sua immagine nella sua mente. La sua pelle color caramello che finalmente era riuscito a toccare, le sue labbra rosee, i suoi occhi scuri ma lucenti come un cielo stellato.
<< Quando avrai finito, o avrai bisogno di una pausa, sappi che io ti aspetto allo Slat>> esclamò infine perché aveva bisogno che lei sapesse che lui l'avrebbe aspettata, lui l'avrebbe aspettata per sempre.
A Inej scappò una risata. La risata
<<credi davvero di liberarti tanto facilmente di me, Manisporche? >> disse in tono severo mentre passava al ragazzo un foglietto di carta << l'indirizzo del quartier generale della mia operazione. Manderai lì le lettere che mi scriverai e, ogni qual volta sarò di ritorno, le leggerò e ti risponderò. Chiaro?>> esclamò come se il suo fosse il più autorevole degli ordine e Kaz pensò ancora una volta a quando fosse meravigliosa.
<< chiarissimo, Capit Ghafa>> disse cercando di mantenere la tonalità più seria possibile, ma il suo sguardo tradiva la risata.
<< sappi che se non troverò alcuna lettera da parte tua tornerò qui a Ketterdam e i miei pugnali non avranno alcune pietà per te>>
Questa volta risero entrambi. Come a cercar di prolungare, anche se solo di pochi secondi, il tempo insieme.
<<ora devo andare>> esclamò Inej e Kaz annuì. La ragazza si voltò per salire sulla barca e prese ad allontanarsi quando Kaz si accorse che c'era ancora una cosa che doveva fare. E non sarebbe rimasto con il rimpianto fino al ritorno di Inej. E poi, lui è Kaz Breaker, il bastardo del barile, lui non esita mai.
<<Inej>> chiamò. La ragazza si voltò verso di lui, lo sguardo interrogativo. Kaz la raggiunse il più rapidamente possibile e pensò di apparire completamente ridicolo, zoppicando su una gamba e con in mano il bastone. Ma al diavolo.
Raggiunse la ragazza sul pontile che continuava a guardarlo con un voltò fra la curiosità e la confusione. Poi Kaz prese il viso di lei fra mani e la baciò, per la seconda volta quel mese. Le labbra della ragazza era soffici e calde sotto quelle ruvide di lui. Quando i due si staccarono l'uno dall'altra i loro sguardi si incrociarono per una attimo prima che Inej stringesse il ragazzo in un abbraccio. <<non dimenticarti di scrivermi, Brekker>> gli sussurrò all'orecchio con aria minacciosa prima di voltarsi e salire sulla barca. È proprio il mio Spettro. Sussurrò Kaz mentre sul suo voltò si faceva largo un ampio sorriso.

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