PROLOGO+CAPITOLO1

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PROLOGO: 
La ragazza si muoveva per i corridoi che erano stati per tutta la vita casa sua,sapendo che probabilmente quella era l'ultima volta che li avrebbe percorsi. Aveva tentato di convincere il fratello in tutti i modi,ma non c'era stato niente da fare. Era convinta di aver visto una scintilla nei suoi occhi,ma sapeva che non sarebbe stata lei a portarlo sulla strada giusta. Era stato già abbastanza difficile portarci se stessa. E non era sicura di quello che stava facendo. 
Abbandonare tutto,casa,famiglia,e.. I poteri. Creavano una certa dipendenza,e non era affatto sicura di poter disintossicarsi da sola dal male. Ma quella mattina guardandosi allo specchio,aveva visto quella scintilla rossa,che per anni e anni aveva ignorato,in fondo agli occhi azzurri. E sapeva,in qualche strano modo,sapeva,che era la cosa sbagliata. Che avrebbe fatto di tutto per eliminarla per sempre dal suo sguardo,e render il suo azzurro limpido. 
Sapeva quanto suo fratello nel profondo fosse buono,ma sapeva che non sarebbe stata lei la donna che avrebbe eliminato la sua,di scintilla.
Poco tempo prima aveva parlato con lo stregone più potente del regno oscuro,Edward Stheperd. La ragazza non riusciva nemmeno a pensare a una persona più affidabile di quell'uomo. Aveva troppi poteri per sbagliarsi. Le aveva detto che più in là,sarebbe entrata nelle loro vite una ragazza. 
E solo ed esclusivamente quella ragazza sarebbe riuscita a portare indietro suo fratello.. Ma aveva tanto potere su di lui,da poterlo distruggere. La fanciulla aveva immediatamente capito che la ragazza di cui parlava l'uomo era quella della profezia. Non ne aveva le prove,tutto quel blaterale di sangue oscuro e distruzione l'aveva scossa.
In ogni caso,non era ancora arrivato il momento in cui la profezia si sarebbe avverata. Lo sentiva dentro. Era solo una sensazione,come quella che aveva avuto quella mattina,davanti lo scintillio rosso dei suoi occhi. Ormai le capitava spesso di avere queste strane strette allo stomaco,come se lo stomaco sapesse meglio di lei cosa fare. 
Bah. Non sapeva quanto fosse saggio affidarsi al suo stomaco,ma non aveva molte alternative. Arrivò davanti la sala del trono,col cuore in gola. Stava davvero per farlo,abbandonare tutti per andar in un posto in cui probabilmente tutti l'avrebbero detestata. Ma sapeva,che quella sarebbe stata la cosa giusta. 
Spalancò le porte,e percorse lo spazio che la separava dalle poltrone dei suoi genitori,trattenendo il fiato. Poteva farcela. 
La madre la guardava con un punto interrogativo stampato in faccia,mentre il padre con la solita malizia negli occhi che per anni l'avevano seguita come se fosse la sua cavia da laboratorio. In quegli occhi,non c'era un minimo di affetto e amore paterno. Prese un profondo respiro. 
-Sono qui.. Per salutarvi- 
La madre era nel panico,mentre il re,era,come al solito,insensibile.
-Come sarebbe a dire?-
-Mamma,hai capito perfettamente. Non posso restar qua. Non dopo aver capito di cosa parla la profezia. Sono fuori,fuori da tutto questo-
Detto ciò,si girò, e mentre le lacrime le rigavano le guance si avviò correndo verso la porta.
-Se esci,sarai fuori. E non solo dalla profezia,ma dalla famiglia- . La voce insensibile del padre la fece fermare. Stinse i denti e si girò.
-E di quale famiglia stai parlando? Io non ho mai fatto parte della famiglia,ne mai lo farò. Sono migliore di voi-
E,per quanto presuntuoso potesse sembrare,lo pensava davvero. Era nata più propensa verso il lato oscuro,ma ogni volta che aveva visto il padre torturare innocenti per delle informazioni,o ridere di fronte morte e distruzione,aveva sempre provato ribrezzo. E in quel momento,senza doversi guardare allo specchio,capì che la scintilla rossa in fondo ai suoi occhi,era scomparsa. 
Sorrise. 
Era migliore di loro.

CAPITOLO 1:
Guardavo le foto sul soffitto,pensando a quando mi sarei addormentata.
Poi lo sentii. 
Un fruscio, sussurri provenienti dal salone della casa della mia amica. Va detto, che non sono mai stata una tipa coraggiosa, anzi è già tanto se non tengo la lucina sul comodino durante la notte. Si,avrei voluto essere una delle eroine dei miei libri (si,sono una nerd), ma non lo sono mai stata. In più, sono una tipa pessimista, quindi il primo pensiero fu quello di un ladro assassino. O di un mostro con 5 braccia. 
Si, ho una grande immaginazione. 
Così,decisi di continuare a fissare le foto del fratellino di Sarah, l'amica da cui ero andata a dormire quella sera. Purtroppo non riuscivo proprio a dormire, e credetemi,dopo l'una avevo cominciato a pregare Dio,Gesu,Budda e Allah per farmi addormentare. 
Ebbene,ero quasi giunta alla conclusione che Dio non esisteva,quando sentii quei mormorii. 
Ma, sicuramente era il fratello di Sarah che era andato a fare la pipi. E chissà, magari era schizzofrenico e parlava da solo. Non si sa mai. 
Purtroppo a meno che il bambino di 10 anni avesse bevuto 3 litri d'acqua la sera prima, non poteva essere lui. Così mi alzai dal letto e aprii la porta che ovviamente scricchiolò. Evidentemente non avevo un futuro da ladra. Lentamente, e sul serio, moooooolto lentamente, mi avvicinai al salone, e guardai nel buio in cerca di qualcosa di strano dietro il divano o sotto al tavolo .
Stavo quasi per tranquillizzarmi e pensare che quei rumori provenissero dal piano di sopra, quando notai due occhi azzurri che mi fissavano. E beh, mi,come dire...mmmh, paralizzai. 
Nel giro di un millesimo di secondo, mi ritrovai la mano del ragazzo più figo del mondo sulla bocca e due occhi divertiti che mi fissavano. Non so cosa mi prese, ma il mio corpo reagì prima della mia testa e gli assestai una bella ginocchiata,beh..lì. Beh peccato che avesse previsto la mia mossa incredibilmente intelligente (che genietta del male, ragazzi), perché si sposto di lato.
"E tu, chi cazzo saresti?" chiese sempre con quello sguardo divertito che cominciavo a trovare arrogante. Risposi al suo sguardo, con la massima tranquillità.
Ok, molto probabilmente dovevo sembrare un ebete spaventata, ma quelli sono dettagli.
"Sarah ha un fratello segreto di cui non mi ha parlato?" risposi con voce più calma di quanto pensavo.
"Per fortuna no, visto che hai appena cercato di assestarmi un dolce calcio li" .
Arrossii di botto, anche se non ne avevo motivo. Era lui che mi aveva spiaccicato contro il muro e tappato la bocca. Anche se la cosa non mi dispiaceva molto, sopratutto la parte in cui mi stava,mmmh, addosso. 
"Ah beh, allora penso tu mi debba qualche spiegazione" sussurrai di rimando. 
Lui, come se non avessi parlato si girò verso la cucina e disse:"Jack guarda che abbiamo qui!". 
Jack, il secondo ragazzo più figo del mondo (possibile che tutti i ladri fossero così fighi? Dio, venissero a trovarmi più spesso!),entrò nel salone e alla mia vista,sgranò cosi tanto gli occhi che pensavo gli sarebbero usciti dalle orbite. 
Heei, non ero cosi brutta dai,anche se il mio pigiama di Hello Kitty lasciava molto a desiderare. 
Il presunto Jack, dopo un istante lunghissimo disse rivolto al mio spiaccicatore (che non aveva più staccato gli occhi dai miei):"Rik, possibile che non riesci nemmeno a far addormentare una ragazzina? Almeno questo compito pensavo lo sapessi fare!" . 
Non so se era una mia impressione, ma non sembrava troppo dispiaciuto che mi fossi "svegliata", e la cosa non mi piaceva per niente.
Rik (si può uno chiamare Rik?!?) mi squadrò fugacemente per poi ribattere :"Le cose non succedono mai per caso, lo sai?" 
E mi lanciò uno sguardo così penetrante che pensavo mi avrebbe letto nel pensiero. 
Poi si ricompose guardando verso il presunto Jack.
"In ogni caso non possiamo lasciarla qui. Sa troppo, e non vorrei uccidere la ragazzina" .
Il fatto che avesse usato il termine ragazzina mi irritò ancora di più, e la mia testa non aveva ancora registrato la parte "sull'uccidermi" quando ribattei prontamente "Non sono una ragazzina,ho sedici anni, e sono più intelligente di te e il tuo amicone qui presente messi insieme ".
Anziché irritato, come pensavo si sarebbe mostrato mi guardò malizioso e ribatté prontamente "Mmh, sentiamo, e in cosa saresti più intelligente di me? Io sono tipo un genio dove viviamo noi, e sfidarmi vuol dire umiliarsi pubblicamente. Vuoi davvero umiliarti cosi? Povera illusa! " . 
Questo suo atteggiamento, mi mandò così tanto in bestia che quasi dimenticai di essere praticamente un ostaggio.
"Ah beh, non succederà mai, tranquillo, perché non verrò mai nel posto in cui "vivete voi" ".
Le ultime due parole le dissi in un tono cosi sarcastico che mi veniva quasi da sorridere compiaciuta. 
"Oh, ci verrai, puoi starne certa, o con le buone e con le cattive!"
E dopo un sorriso divertito, aggiunse "Ah beh, a meno che non preferisci morire ovviamente!". 
Lo fulminai con un occhiata e mi rivolsi al presunto Jack " E sentiamo, perché dovrei venire con voi? Potrei semplicemente tornare a letto, visto che domani ho il compito di chimica!" .
Lui mi guardò, quasi con compatimento.
"La cattiva notizia è che sai troppo...quella buona è che domani non farai il compito di chimica". 
A quel punto Rik doveva avermi messo qualcosa sulla bocca, perché vidi tutto nero e caddi in un sonno profondo.

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