CAPITOLO 6

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In ogni caso non gli diedi il tempo di chiedermi cosa avevo e sfrecciai via dalla mensa,quasi correndo. Decisi sul momento di andare in biblioteca. 
Era un posto tranquillo e avrei tranquillamente potuto autocommiserarmi in privato. La trovai quasi senza problemi, ed entrai di slancio,quasi fosse la mia ancora di salvezza. Ignorai l'occhiata interrogativa della signora Light e mi immersi in uno dei tanti corridoi di quel labirinto, felice dell'odore famigliare dei libri. 
Avevo sempre amato immergermi in un bel romanzo,anche se mia madre pensava (e non esitava a dire) quanto le mie letture fossero infantili. Per quanto mi riguardava, avevano formato tutto ciò che ero e cosa più importante, mi avevano fatto superare momenti difficilissimi, come quando avevamo scoperto della malattia della mia sorellina,Elizabeth. La mia piccola Beth. Pensare a lei mi fece perdere l'ultimo briciolo di autocontrollo che mi rimaneva, e scoppiai in lacrime,poggiandomi a uno scaffale. Sicuramente doveva essere spaventata a morte. Mia madre con tutto il lavoro che faceva per mantenere tre figli da sola,non aveva mai avuto tempo per badare a lei, anche quando aveva cominciato la chemioterapia e aveva cominciato a perdere i capelli. Piansi ancor più forte, perché non lo facevo da tanto tempo ormai. Mi facevo sempre forza per mia mamma, mi dicevo di esser forte anche per lei.. Anche se tuttavia non avevo abbastanza coraggio per entrambe..non ne avevo nemmeno per me.
E pensai a quanto dovesse stare male Beth senza di me,alla mamma, al mio fratellino, a Sarah. 
Rivolevo la mia vita. 
La rivolevo cosi tanto quasi da star male. Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che all'inizio del corridoio che avevo scelto come posto personale di pianto c'era Rik. 
Cavolo. Fra tante persone proprio lui? Perché? Dio, non era possibile. Non lui. No. Non volevo esser compatita da un idiota che non perdeva occasione per punzecchiarmi e.. In fondo non volevo nemmeno smettesse di farlo per compatimento. Era l'unico segno di normalità che avevo. 
Lui mi guardava con occhi sgranati. Mi asciugai velocemente gli occhi.
"Va via" 
Perché cavolo la mia voce tremolava così tanto? Avrei voluto prendermi a schiaffi da sola. Lui non si mosse così ripetei, stavolta con voce più decisa "Rik,vattene" 
"No"
Rimasi abbastanza sbigottita dalla sua risposta. 
"Non vado da nessuna parte" disse avvicinandosi. "So di non esser la persona più adatta a consolare ragazze in lacrime.. Ma so che non stai piangendo perché ti si è rotta un unghia,sei una tipa troppo tosta per farlo. E non ho intenzione di lasciarti sola" 
Ci guardammo negli occhi per un lungo istante. "Non ho intenzione di dire proprio a te tutti i miei problemi da diario segreto." risposi finalmente. 
"Ah beh, ma io non te l'ho mica chiesto".
Dopo un attimo di esitazione si avvicinò di slancio e mi abbracciò. 
Uau. Mi aspettavo tutto da Rik,ma quello proprio no. Quel segno di familiarità mi fece ricominciare a singhiozzare fra le sue braccia, e piansi le ultime lacrime che avevo tenuto dentro. La svolta che aveva preso la mia vita aveva solo aggravato quella precedente. Almeno prima avevo Sarah,che mi aiutava in tutto e per tutto,che sapeva capire quando avevo qualcosa che non andava,che sapeva capire quando usavo la maschera che col tempo avevo imparato a usare per nascondere le mie emozioni. Adesso ero sola.
E stavo singhiozzando fra le braccia di Rik. 
Oh merda. 
Questo pensiero mi fece tornare completamente in me, così la maschera andò al suo posto e mi staccai da Rik come se scottasse. Lo guardai negli occhi. Non c’era compatimento,ovvero lo sguardo che mi avevano lanciato tutti da quando avevano saputo di mia sorella. Rispetto. C'era rispetto. 
Ma come poteva sapere Rik che stavo piangendo per una cosa seria e non perché... Avevo perso il mio peluche preferito? In ogni caso era troppo imbarazzante farsi vedere da lui in quello stato. Sopratutto quando avevo promesso a me stessa di non piangere mai e poi mai di fronte quell'idiota. 
Devo andare" dissi brusca e feci un passo avanti. Beh, peccato che lui si spostò di lato per sbarrarmi la strada. 
"Rik,fammi passare" 
Lui mi fece il suo solito sorriso arrogante, e rispose: "Tu non vai da nessuna parte..già sei bruttina di tuo,in più con naso rosso ed occhi gonfi sembri una bambina di due anni" 
Non l'aveva detto davvero. No. Cioè io piangevo e lui mi insultava? Che problemi aveva quel ragazzo? 
Non so perché ma mi ritrovai a sorridere. La sua arroganza mi faceva sentire normale,non compatita dal mondo..e pensavo che forse lo stava anche facendo apposta, non so, per farmi sentire a casa. 
"Non ci vuole una grande bellezza per rimandarti in classe a calci nel di dietro giusto?" risposi con un sorrisino innocente. La mia reazione sembrò divertirlo un mondo perché scoppiò a ridere. 
"Non ti smentisci mai eh! Vieni con me" . Non era una domanda. Mi prese per mano e cominciò a tirarmi. E mio malgrado,mi lasciai portare. Non avevo abbastanza forza per oppormi. 
La signora Light mi lanciò un'occhiata da oooh-erano-problemi-di-cuore-dunque e io repressi un conato di vomito. Insomma,era pur sempre di Rik che stavamo parlando. 
Mi trascinò fuori dalla biblioteca,poi per un corridoio e su per le scale fino all'ultimo piano. Man mano che procedevano la gente diventava sempre di meno,finché non rimanemmo solo io e lui. Ci fermammo davanti una porta con scritto "Vietato l'accesso".
Evidentemente Rik aveva seri problemi a leggere,perche la aprì con disinvoltura e mi ci tirò dentro. 
"Rik,se finiamo nei guai do la colpa a te,sappilo. Sono già abbastanza famosa senza una bella sospensione. Se esiste. Qui vi sospendono?" 
Stavo per caso blaterando? Rik dovette accorgersene perché cominciò a ridacchiare. 
Il solito idiota. "Aah, non preoccuparti, non sarebbe la prima volta che porto qui una ragazza. A fare cosa penso tu possa immaginarlo da sola" rispose alla fine facendomi l'occhiolino. Io lo guardai malissimo,alzando un sopracciglio. “Scusa?!" 
Lui ridacchiò ancora più forte "Tesoro, non sai cos'è il sarcasmo tu,vero?!" 
"Chiamami un altra volta tesoro e non sarò sarcastica quando ti picchierò a sangue" risposi con un sorriso innocente. 
"Bbrr,sto tremando!" Io risi e gli diedi uno spintone. Durante il nostro amorevole scambio di minacce, eravamo arrivati davanti un altra porticina. Rik però, anziché aprirla, spinse un bottone lì vicino che.. Fece aprire una porta sul soffitto,da cui scese una piccola scala. Salì per primo e poi mi fece cenno di raggiungerlo.
“Dai vieni" 
"Non é che mi butti di sotto se salgo?" risposi con una finta aria scioccata.
"Farò del mio meglio, per farti arrivare viva a stasera,te lo prometto" disse facendomi un sorriso a 32 denti. Dio,quant'era bello. Quello stramaladetto sorriso mi lasciò visibilmente senza fiato. 
E Rik ovviamente non mancò l'occasione per elogiarsi. "Less,lo so che sono bello,basta guardarmi come se fossi Dio sceso in terra però" 
Il mio cervello non aveva elaborato tutta la frase perché si era fermato a "Less".
Ok,dovevo assolutamente riprendermi. Colpa degli ormoni. “Se mi vuoi qui ti conviene aiutarmi,sennò torno dritta dritta in dormitorio, e piango per conto mio" 
"Che minaccione!" 
"E zittooo!" Durante il nostro battibecco, ero salita sulla scala e spuntata in un’altra piccola stanzetta. Quando aprì la porta e vidi cosa c’era sopra,rimasi completamente senza fiato. La vista più bella che avessi mai osservato in vita mia. Monti altissimi,che come da film,affiancavano il sole. La campagna verde e viva,che mi faceva rimpiangere di aver rifiutato tutte quelle gite scout che proponeva mia mamma ,quando ancora ne aveva le forza. Il problema,era che ci trovavamo in uno spazio ristrettissimo,era una specie di tetto di una torretta,largo e lungo pochi metri. Il che mi metteva una fifa assurda. Tant'è,che feci un passo indietro andando addosso a Rik,che probabilmente pensava fossi caduta perché mi sorresse prendendomi per la vita.
Io mi girai immediatamente, come se mi fossi scottata. Ci guardammo negli occhi per un istante che sembrò durare una vita. Il cuore mi batteva forte come non mai. 
Ok,non ero certo una tipa che si faceva incantare dai ragazzi così facilmente! Soprattutto non da LUI! Era Rik! (“Era Rik” cominciava ad essere il mio motto personale”. Ah,come mi ero ridotta!).Era il tipico cattivo ragazzo,che ti usava e poi ti scaricava. Ma non riuscivo a distogliere quel maledetto sguardo. 
"Oplà!" disse decisamente in ritardo. Poi improvvisamente si ritirò, (con molto dispiacere dei miei fianchi) e diede inizio al momento più imbarazzante della mia vita. "Hem,ops,scusa" tentai di rimediare. 
"Non blaterare" rispose,sfoggiando il suo più grande repertorio di espressioni da galantuomo. 
"Smettila" 
"Di far cosa?" 
"L'idiota. Ma del resto ormai ci ho fatto l'abitudine" 
"Uuuhm,quindi miss mondo mi considera un'idiota. Devo dire che quest'insulto mi ha cambiato la vita"
"Ah beh, se vuoi posso continuare. La lista è ancora molto lunga" replicai sorridendo malefica. 
"Sono tutt'orecchie" disse mentre i suoi occhi azzurri scintillavano.
"Allora.."cominciai "... Vediamo, sei superficiale,vanitoso,egocentrico...Eh,si mooooolto egocentrico. Sospetto anche che tu abbia fatto un incidente da piccolino e adesso soffra di un disturbo post traumatico, ma non ne sono ancora sic..."
Mi interruppi quando si avvicinò. Io mi avvicinai alla porta della piccola cabina lì accanto, e mi ritrovai alle spalle al muro,se così si può dire. 
"Beh?! Continua! Sai fare di meglio,Less, ne sono sicuro" 
"Ah beh, vogliamo parlare di quanto usi ragazze come mmmmh...Tereeeesa, visto che non provi assolutamente nulla per lei?!" 
"Beh, che non provo nulla per lei lo dici tu" rispose sorridendomi. 
"Pff,figuriamoci" 
"Non sarai mica gelosa?" rispose poi, con uno sguardo che non gli avevo mai visto prima, un misto fra divertito,arrogante e attraente. Io?gelosa? Pff! 
Ok si,ero gelosa. E tanto. E non sapevo perché,cazzo! 
"Di te? Figuriamoci! Ti chiamano mr dio-in-confronto-è-un-pivello qui,lo sapevi?" scherzai. Peccato che Rik non capì la mia ironia. "Cosaa?!?!" 
Io scoppiai a ridere. Era da tanto che non ridevo così, spontaneamente, come se non avessi alcun pensiero in testa, come se andasse tutto bene. E chi era riuscito a farmi ridere? Proprio Rik. Mah, i misteri della vita. "Almeno ti ho fatto ridere" 
"Resti comunque un'idiota" Lui posò le braccia sulla porta dietro di me, intrappolandomi in quel mini spazio e si posò leggermente su di me. Avevo il fiato corto. Molto corto. 
"Lo sono ancora?" 
"Lo sarai sempre,Rik" 
"Almeno sei sincera" disse mentre si chinava e posava le labbra sulle mie. A quel punto tutti i miei buoni propositi sul non aver niente a che fare con Rik, ne con i ragazzi in generale,andarono mmh come dire.. A fanculo. Poverino,ci andò anche il mio cervello, evidentemente ,quando gli buttai le braccia al collo. 
Cosa avevo in testa?! Almeno sapevo cosa avevo nella pancia. Un mucchio di farfalle che proprio non ne volevano sapere di lasciarmi stare. Il principe dei supereroi aveva baciato me. Una semplice ragazza problematica che era specializzata nel far incazzare le persone. Fu il bacio più bello della mia vita. Non che avessi molta esperienza in questo campo eh, ero una di quelle ragazze che manda a puttane le sue relazioni ancor prima che fossero cominciate. Non avrei mai e poi mai immaginato che Rik potesse baciarmi. E non avrei mai immaginato che ci sarei stata. Il bacio durò più o meno 10 secondi in cui il mio cervello era andato in pappa,e riuscivo solo a sentir la vicinanza del suo corpo,i battiti del mio cuore,totalmente impazzito,mentre le sue mani mi accarezzavano i capelli, il collo, per poi scendere più giu. Quando ci staccammo ero quasi sicura di star per svenire. 
Che problemi avevo? Per quanto riguardava Rik, sembrava completamente a suo agio, come se non fosse successo nulla. Si avvicinò,finche la sua bocca non fu a un centimetro dalla mia e sussurrò "Quindi,sono ancora un idiota?" 
Ero troppo occupata a non svenire per rispondergli. Ero così presa da lui che non mi accorsi che non eravamo soli. 
"Ma che scena romantica. Mi dispiace tanto dovervi interrompere" Dalla scala era spuntato un ragazzo che avrà avuto più o meno la nostra età, che era di una bellezza strana, ma non per questo non mi lasciò a bocca aperta. Era biondo scuro, pelle abbronzata e occhi di un verde chiarissimo, quasi azzurro. 
Sentii Rik irrigidirsi al suono di quella voce. 
"Cosa ci fai qui,Nick?" Rik mi si piazzò davanti protettivo. 
"Vorrei dirti di esser passato a salutare il mio caro cuginetto, ma non è così. Pensavo fosse ovvio. Sono qui per lei." disse indicandomi. 
Cosa? Qui per me? Cosa c’entravo? 
"Scusa mmmh..Nick, ma io non ti conosco. Devi avermi scambiato per qualcun altro" Il presunto Nick continuò come se non avessi aperto bocca. "Dammela senza opporre resistenza e nessuno si farà male" disse rivolto a Rik. 
Rik continuava a farmi da scudo. 
"Perché?" sbottò dopo un po’. Nick scoppiò a ridere. 
"Non ne avete proprio idea vero? Poveri illusi" rispose fra un ghigno e l'altro. Il mio placcatore assunse un espressione così mista fra confusa e stupita, che se non fossimo stati in una situazione del genere sarei scoppiata a ridere. Da come Rik si era irrigidito, era logico che questo Nick, fosse pericoloso. 
"Ok, prenditela pure" 
Cosa? Oh merda. Rik mi stava barattando così? 
"Saggia decisione, cugino. Non sei totalmente stupido allora" 
Rik mi guardò come se fossi una cavia da laboratorio, e mi spinse verso Nick. Prima pero mi infilò qualcosa tra le dita e mi chiuse la mano. 
Ok,forse non mi stava abbandonando del tutto. L'oggetto aveva una forma circolare, ma non mi azzardai a guardare. L'avrei visto dopo, quando non avrei avuto gli occhi di questo tipo,Nick,addosso. 
"Muoviti, per ora non ti mangio,tranquilla" disse Nick. 
"Grazie mille,questo mi è molto di conforto" risposi. Mi girai verso Rik, sperando in un occhiolino o qualsiasi altra cosa che mi facesse capire che non mi stava abbandonando così. Stavo effettivamente per avere una crisi isterica. 
Mi rivolse un'occhiata gelida,che mi fece impanicare ancora di più. Fantastico. Passavo da un rapimento all'altro. Settimana intensa eh?! Mi prese improvvisamente un attacco di ilarità. 
In fondo, peggio di così non poteva andare! Cosa poteva fare di tanto pericoloso quel Nick?! Spinta da un improvviso attacco di coraggio, mi azzardai ad alzare lo sguardo e sostenere il suo. 
"Allora,sentiamo,cosa avrei di speciale?" dissi alla fine. 
Lui mi si avvicinò,"Non fare finta di non saperlo" bisbigliò in modo che potessi sentirlo solo io. 
Cosa? Si, avevo appena scoperto di avere il controllo del vento, ma in quella scuola in molti lo avevano! Che mi volesse rapire perché ero la prima in-parte-umana con un potere simile? Era un motivo sufficiente? Qualcosa nel mio stomaco mi disse che c’era dell'altro sotto. 
"Io non faccio finta proprio nulla. E smettila di guadarmi così" . Continuò ad avanzare verso di me,finché non ci furono pochi centimetri fra noi due. Per quanto mi riguardava,non abbassai lo sguardo. Non mi sarei mai lasciata intimidire da quel tipo. 
Ok, ero molto intimidita, se così si può dire,ma non avrei abbassato lo sguardo. 
"Sai, Alessia, non dovresti rivolgerti a me così. Non ti hanno detto che sono un tipo pericoloso?" continuò guardando Rik. "Ah, evidentemente il mio caro cuginetto ancora non ti ha informato di quando io sia malvagio. E chissà,se fai la cattiva ragazza,potrei divertirmi un po’ con te" 
Non so cosa intendesse per "divertirmi" e non volevo saperlo. Quel tipo metteva i brividi, e tuttavia non riuscivo a non pensare a quanto mi fosse vicino. Non riuscivo a pensare lucidamente,cavolo! 
"Mi dispiace davvero tanto dirtelo così" dissi poi con una finta faccia mortificata ".. Ma se il tuo intento era quello di spaventarmi per farmi implorare pietà in ginocchio … No,non ci sei riuscito. Devi esercitarti ancora un po’ davanti allo specchio, se posso darti un consiglio" 
Il suo colorito passo dal rosa al rosso al rosa nel giro di due secondi. Cavolo, l'avevo fatto proprio infuriare. Poi sorprendendomi come pochi, quando pensavo che non so,mi avrebbe tirato una pizza come minimo, scoppiò a ridere.
"Faremo i conti dopo. Ti farai ammazzare,ne sono sicuro". 
Mi prese per un braccio, e dopo aver fatto un cenno a Rik (che era bianco come un lenzuolo, ma sempre con quell'espressione fredda),ci volatilizzammo. Nel vero senso della parola. 
Io, Alessia Montgomery ero diventata … Nebbia.

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