CAPITOLO 8

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Uscii da quella doccia,come se fossi rinata. E mi sentivo tale.

Ero euforica.

Il mio attacco di ilarità scomparve quando vidi che nella stanza accanto i miei vestiti erano spariti. Al loro posto ci stava una specie di pigiama se così si può chiamare.

Ok,è vero che eravamo a maggio,ma dei mini pantaloncini erano un po' eccessivi anche per dormire! Anzi,chiamarli mini pantaloncini era un eufemismo. Erano praticamente mutande un po' lunghe. La maglietta era apposto,almeno per dormire era ok. Continuai a fissare i pantaloncini,come se fissandoli si sarebbero allungati.

Ok,niente panico. La mia camera era vicina,probabilmente sarei riuscita a correre fino a là senza farmi vedere da nessuno. Poi,nel mio minicervello,cominciai a pensare che qualcuno doveva averli messi là,quei vestiti.

Nick. Ero certa fosse stato lui. In confronto Rik,era un principiante come rompipalle.

Il pensiero di Rik mi fece venire in mente..il bacio. Beh,sicuramente voleva solo baciare qualcuno! Anche se per quello solitamente ci stava Teresa. Quel ragazzo era un mistero. Mi misi il mio minipigiama e uscii in corridoio. Non c'era nessuno per fortuna. Mi affrettai verso la mia stanza e dopo averla trovata,(erano tutte uguali quelle porte,cavolo), mi chiusi dentro,a chiave. Erano le 11 di sera passate. Io purtroppo non avevo nemmeno un accenno di sonno. Avevo prodotto una quantità di andrenalina in quella giornata che mi sarebbe bastata per i prossimi dieci anni.

Esaurita,era la parola che mi descriveva meglio. Poi mi venne un'idea. Insomma,ero sola,avevo chiuso la stanza a chiave,quindi.. Perché non vedere fino a dove potevo spingermi con il controllo dell'aria? Io ero umana,o almeno speravo di esserlo,quindi teoricamente tutte le regole che erano previste per gli altri,per me non valevano. Mi misi seduta sul letto,chiusi gli occhi e pensai a tutti i ricordi del vento che avevo. Mi concentrai su quella volta in cui ero andata a Newyork,sull'Empire State building. Il vento fra i capelli,e la freschezza che questo mi dava. E questo fu come se schiacciasse un interruttore dentro di me che mi lasciò in mezzo a un tornato di emozioni e di euforia.

Ancora prima di aprire gli occhi,sapevo cosa avrei visto. Intorno a me,come la prima volta si era formato un piccolo tornato,che mi riempiva di una gioia infinita.

"Niente male"

Al suono della voce di Nick sobbalzai.

"Oh merda! Come cavolo hai fatto a entrare?"gli urlai contro,mentre il mio minitornato si spegneva velocemente.

"Il teletrasporto ti ricorda qualcosa?"rispose con un sorriso biricchino. Dio,avrei voluto prendermi a pizze da sola. Come avevo fatto a non pensarci?!

"Esci immediatamente! Stai violando la mia privacy"

"Mh,quindi non vuoi che io ti aiuti a controllare il vento. Che peccato" disse girandosi verso la porta e aprendola.

"Sei perfino piu stronzo di Rik"sbottai. Mi misi la testa fra le ginocchia,sul letto,e chiusi gli occhi. Improvvisamente mi era venuta una terribile emicrania. Sentii la porta chiudersi.

"Mi hanno detto di peggio,direi" rispose Nick. Alzai lo sguardo sorpresa.

"Pensavo te ne fossi andato" dissi poi. Stava per rispondere quando un'esplosione ci interruppe. La mia finestra andò in frantumi e ne entrò Elena che mandò un getto d'acqua direttamente in faccia a Nick.

"Ale scappa! Usa il vento per scendere a terra senza schiantarti,giù ci sono i nostri guerrieri ad attenderti! A lui ci penso io" poi sembrò perdere attenzione per me. Si voltò verso Nick e gli fece un sorrisone.

"Ma che piacere rivederti,f... principino! Aria vieni a me!"urlò. Alzò le mani verso l'alto evocando due piccoli tornadi,uno per ogni mano. Guardai Nick. I suoi occhi.. Erano diventati..rossi. Probabilmente era proprio quella l'oscurità che gli avevo visto nei modi di fare.

"Sciocca ragazzina,pensi davvero di potermi tener testa?! È vero,anche tu hai il controllo dell'aria,ma io ho il male dalla mia parte".

Detto ciò,si formò sul suo viso un sorriso diabolico,che mi fece rivoltare lo stomaco. Come se sentisse il mio sguardo su di se,Nick si girò a guardarmi. Il sorriso gli morì sulle labbra ma tuttavia le parole che disse furono ugualmente perfide :"Se non vuoi che ti uccida,dovresti fare come ha detto la rossa qui presente,ALESSIA" Sbaglio o nel suo sguardo lessi.. Dolore? Non so perché stesse agendo in quel modo,ma io sapevo che non era davvero COSI cattivo come mostrava agli altri.

"Tu sei meglio di così,Nick"

Lo sussurrai a malapena,ma sono certa che lui mi avesse sentito,perché lo scintillio rosso nei suoi occhi si spense e in quell'istante fu come se esistessimo solo noi. La sua distrazione diede modo a Elena di colpirlo. A quel punto mi voltai,e mi lanciai dalla finestra.

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