Capitolo 16

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                                                    Capitolo 16

Sergio

Ho continuato a lavorare da Kyros anche dopo che ho mandato quel fottuto figlio di puttana in galera.
Con i soldi guadagnati in questi anni sono riuscito a far prendere a mia madre un piccolo appartamento lontano da questo cazzo di paese.
Dove nessuno la conosce, a Bologna e ha trovato lavoro come donna di servizio in una famiglia benestante.
Una delle solite sere stavo sistemando la verdura che avevo tagliato nel contenitore, quando una presenza alle mie spalle mi costrinse a voltarmi.
Kyros mi stava guardando con una strana faccia e io col mio solito tono strafottente chiesi:
“Che vuoi? Cosa cazzo ho combinato questa volta?”
“Assolutamente niente ragazzo”
Lo guardai storto il suo sguardo era diverso dal solito
“Non ho tempo da perdere… io” gli dissi riprendendo il mio lavoro
“Ti ho trovato un posto migliore, ragazzo” mi disse ad un tratto
Mi bloccai di colpo girandomi all’istante la rabbia che mi assalì bruciò sulle ferite ancora fresche
“Che cazzo vuol dire?”
“Vuol dire che ti ho trovato il posto dove tu imparerai… tutto” mi rispose con tranquillità
“Che cosa ho fatto? Perché mi mandi via?” domandai arrabbiato
“Mi sembra di avere svolto il mio lavoro come volevi, non sono mancato un giorno” replico nero dalla rabbia
“Non ti mando via Sergio perché non sei bravo…anzi, tu hai un talento inimmaginabile il tuo futuro è essere uno chef, non un pittore”
Distolse lo sguardo da me per qualche secondo, per poi tornare a guardarmi e continuò a dirmi:
“Sei grande adesso e stare qui non ti serve a niente. Devi emergere ragazzo. Sei libero adesso, hai fatto una cosa da premio con quell'essere, perciò adesso devi spiccare il volo”
E mentre mi diceva queste cose tirò su col naso cercando di non farsene accorgere.
“Ma io non voglio diventare uno Chef, cazzo!”
Mi porse un biglietto e mi disse:
“Accetta la realtà, quando sei qui dentro tu sei diverso ragazzo sei felice, sei nel tuo mondo”
Con rabbia agguantai quel biglietto
“Bene è questo che vuoi? Mi mandi via cosi?” gli urlai
“Sei il solito testone non cambierai mai vero? Non ti stò mandando via”
“IO NON ME NE VADO!!!” urlai con tutto il fiato che avevo
Volevo dirgli quanto gli volevo bene, quanto tenevo a lui ma, il mio carattere di merda prevaleva sempre.
“Presentati venerdì sera a quell’indirizzo, in macchina troverai una busta e un pacco per te”
“IO – NON – ME – NE - VADO!!!!” continuai a sbraitare
“Sergio sei licenziato!” mi urlò Kyros con un accenno di sorriso
“Vai a quel paese Kyros”
“Mi raccomando presentati in modo decente e sorridi” mi disse
“Vaffanculo! Vaffanculo! Le tue sono solo stronzate. La cucina non fa per me non farò mai lo CHEF! Vaffanculo!”
Mi tolsi il grembiule, presi la giacca il mio zaino e uscii da lì, senza neanche voltarmi.
La rabbia mi faceva contorcere lo stomaco e i miei occhi bruciavano.
Salii in macchina presi la busta e l’aprii, c’erano parecchi soldi poi guardai il pacco, strappai il nostro di corda e l’aprii.
Strinsi i pugni ma un leggero sorriso mi apparse sulle labbra ma sparì all’istante.
Dentro era pieno di pennelli, matite, colori e fogli da disegno.
Richiusi tutto tirai fuori quel cazzo di biglietto, gettai un occhio veloce al locale.
Misi in moto e partii.

Il trillo dell’arrivo di un email mi ridesta dai miei pensieri prendo il tablet e controllo.

Laura

L’apro perplesso, mi ha mandato le ultime FOTO.

Speravo che me le portasse come aveva fatto con le prime.

Vorrei averla qui, toccarla, baciarla.

Le nostre telefonate mi piacciono un casino, parliamo di lavoro e di cazzate ridendo tantissimo.

Scatti Stellati (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora