Capitolo 5

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                                                  Capitolo 5

Laura

E’ già notte inoltrata e il locale è vuoto, sono in attesa che lo Chef esca dalla sua cucina, quando ad un tratto delle urla attraggono la mia attenzione.

Mi alzo, esco in terrazza e mi avvicino alla porta che conduce nella cucina aperta, e vedo i ragazzi impietriti mentre Sergio continua ad urlare, mi sporgo leggermente in avanti e lo vedo davanti ad una ragazza mora, il suo tono di voce come il suo corpo è duro e gelido come un iceberg.

Continuo a guardare sconvolta la scena, lui mi da le spalle e la ragazza lo guarda atterrita, le si avvicina di più, stringe i pugni.

“E’ uscito un piatto dalla MIA cucina, un piatto che faceva SCHIFO! Hai combinato un casino del CAZZO con le carote!!!”

La ragazza mora stà tremando come una foglia, mentre lui scaraventa un vassoio sulla parete mandandolo in mille pezzi.

“Lo conosci il taglio alla Julienne delle verdure? Fatto a mano?” le domanda senza addolcire il tono.

La ragazza annuisce solamente.

“Non ho sentito la tua CAZZO DI RISPOSTA!” le urla avvicinandosi al suo orecchio e abbassandosi visto che è molto alto.

“Sì… sì Chef” risponde a bassa voce

“Le tue verdure erano di due millimetri?” domanda

Lei trema sudando, il mento trema sotto lo sguardo atterrito, non si sente un fiato dagli altri che tengono la testa bassa.

“No… non tutte” risponde infine

Sergio continua a guardarla ferocemente e freddamente le dice:
“Questa cucina deve essere uno specchio anzi di più, e appena avrai finito di lucidarla puoi appoggiare il tuo CAZZO di grembiule e sparire dalla mia vista PER SEMPRE!”

Sono sconvolta, arrabbiata, pietrificata.

Ha umiliato, ferito e licenziato quella povera ragazza solo perché non ha tagliato alla perfezione delle stupide verdure?

Ma è fuori di testa quest’uomo?

Ho talmente tanta di quella rabbia che vorrei trattarlo come lui ha appena fatto con quella ragazza.
Mi affretto a spostarmi appena mi rendo conto che stà venendo verso di me, mi rendo conto che a questo punto dovrei andarmene… ma non ci riesco.

Non capisco perché.

Sergio mi passa accanto come se io non esistessi.

Mi volto di nuovo verso la cucina, tutti i ragazzi sono intenti a pulire con stracci e spugne d’acciaio per riportare tutto a lucido.
Nessuno emette un suono, la ragazza mora pulisce piangendo in silenzio.
E’ una situazione così strana, vorrei andarmene ma continuo a pensare che lui abbia bisogno.

Bisogno di cosa?
Di chi?

Non lo so!

Mi sposto leggermente e lo vedo seduto sulla terrazza a guardare il lago e mi avvicino lentamente.
Lui si volta a guardarmi e io mi accorgo che nei suoi occhi scuri c’è tanta tristezza.

Mi aspettavo che mi ordinasse di andarmene invece mi fa segno di accomodarmi, mi fissa con una tale intensità da farmi rabbrividire.

Ritorna a guardare il lago e chiude gli occhi per poi passarvi una mano sul volto ancora tirato.
I suoi pensieri flettano l’aria si scontrano fra di sé riesco a percepirli perfettamente.

Chi sei veramente Sergio Mantovani?

Nessuno può reagire così violentemente per delle verdure non tagliate alla perfezione.
Non è ammissibile un comportamento del genere da uno Chef che, vuole ottenere la terza Stella prima dei trent’anni.
Neanche se fosse l’unico stronzo su questa terra, nel mentre mi squilla il telefono e subito rifiuto la chiamata tanto è sempre lui.

Scatti Stellati (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora