Capitolo 1

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                                                    Capitolo 1
                                 
Sergio

Mi sveglio di soprassalto madito di sudore, sposto lo sguardo sul corpo esile e seminudo di Angela che dorme beatamente.
Lei non si accorge “mai” dei miei cazzo di incubi.
Per fortuna perché, non saprei cosa cazzo inventarle.
So tutto di lei, ormai ci frequentiamo e viviamo praticamente insieme da due anni ma lei di me sa ben poco.
Nessuno sa niente del mio passato.
Angela con me si sente protetta, ha parecchi conflitti con i suoi genitori e qualche volta si rifugia dietro alla polvere bianca, che tiene nascosta nel cassetto del suo comodino.
Sa che odio quella merda e lei la nasconde.
Anch’io ho dei conflitti interiori e sono uno stronzo patentato ma non li risolvo con quella cazzo di roba.
E’ vero che ognuno ha la sua valvola di sfogo.
Lei usa la polvere bianca e il sesso.
Io uso il sesso e il mio lavoro.
Mi distendo di nuovo accanto al suo corpo caldo e il mio amico dentro ai boxer mi fa cenno che è sveglio.
Lei mugola, si gira verso di me apre i suoi occhi celesti assonnati, mi guarda

“Tutto bene?” mi chiede

“Sì piccola tutto bene” le rispondo a bassa voce

Allunga una mano verso i miei boxer continuando a guardarmi.

“Sei sicuro?” mi chiede di nuovo per poi dirmi:

“Se vuoi rilassarti…”

Non le faccio finire la frase che la bacio rudemente, la tocco, è già pronta e non le do modo di riflettere mi tolgo i boxer infilo un preservativo le sfilo bruscamente quel piccolo pezzetto di stoffa nero ed entro in lei facendola inarcare e gemere all’istante,
il nostro amplesso dura poco.
L’orgasmo che ci ha travolge porta via un po’ di quella maledetta tensione.
Esco da lei e vado in bagno, quando torno Angela si è già riaddormentata.
Mi distendo, appoggio la testa sul cuscino e chiudo gli occhi sospirando.

Sento delle voci esco dalla mia cameretta scendo lentamente le scale, sempre la solita storia.
Lui che urla e mia madre che piange…
Lui le dà uno schiaffo e lei che fugge per le scale, mi vede si sofferma mi prende una mano e mi porta in camera con sé.
Ci chiudiamo dentro e lei mi abbraccia forte.
Tutto questo succede almeno tre volte a settimana da almeno un anno e mezzo.
Da quando mio padre è morto tutto è cambiato, non eravamo ricchi, non lo siamo mai stati.
Ma d’allora tutto è cambiato…
Comincio a crescere e a capire, ho tanta rabbia dentro di me.
Tutto questo casino mi porta a volere una cosa sola…
Scappare…
Salvare mia madre e… scappare…
Ammazzare quel figlio di puttana e andarmene lontano.
Scappare da questo lurido paese di montagna, dove tutti sanno e nessuno parla.
Dove tutti consolano la povera Erika, mia madre, ma non fanno nulla per aiutarla.
Nel frattempo che aspetto di mettere in atto il mio piano mi rifugio in un mondo che ho scoperto per caso…
La pittura!
E’ stato amore dalla prima pennellata, dal primo schizzo.
Un amore che si è infilato prepotentemente nei pori della pelle invadendo tutte le viscere e gli organi, illudendomi che forse è il mezzo che mi salverà da tutto questo schifo che vivo e annuso tutti i giorni.
In qualsiasi momento possibile dipingo e quando lo faccio io evado come quando un drogato usa la sua droga.
E in quei momenti non me ne frega un cazzo di chi c’è e che cosa fa “lui”.
Ma appena stacco la penna dal foglio i pensieri tornano a farsi ancora più vivi e più forti, colpendo il cuore di un ragazzo adolescente.
“Devo andarmene da tutta questa merda”
“Ho bisogno di soldi”
“Non puoi andartene, stupido!” mi rammenta la mia coscienza
“Devi accettare la realtà” continua incessante quella vocina dentro di me
“Col CAZZO!” urlo dentro di me
“Io me ne andrò!!”
“Non puoi farlo…”
“Non puoi…”
“Io me ne andrò da qui pur a costo di ammazzarlo…” urlo zittendo quella odiosa vocina che mi fa incazzare.
“Ammazzarlo…”
“Ammazzarlo…”
“Soldi…”
“Fuggire…”

Mi sveglio di nuovo di soprassalto.
Cazzo! Cazzo!
Mi volto e mi accorgo di essere solo nel letto.
Meno male!

Mi alzo, vado in bagno mi faccio una doccia, l’acqua e il sapone non portano via solo il sudore provocatomi dagl’incubi.
Esco dalla doccia mi asciugo velocemente e infilo i boxer, mi avvio in cucina dove Angela con addosso la mia camicia stà preparando il caffè.

Si volta e mi sorride con la sua aria sexy porgendomi la mia tazza personale con il liquido bollente.

“Dormito bene?” mi chiede avvicinandosi a me con le sue lunghe gambe.

“Sì dormito bene” le rispondo forse anche troppo frettolosamente.

Lei mi guarda ma non perché io mi sono affrettato a risponderle, non ci ha fatto proprio caso.
Con quello sguardo so cosa vuole e io l’attiro subito stringendola al mio possente corpo e lei sorride.

Angela è quel tipo di ragazza che se vuole una cosa la prende senza chiedere, perché perdendo quell’istante per lei sarebbe stravolgere le sue certezze.
E questo non lo accetta, non lo accetterebbe mai, le sue insicurezze la portano a fare cose senza senso.

Con me si sente al sicuro.

Non ci siamo detti amore eterno.

Non so neanche se ci amiamo veramente.

Sinceramente non so cosa voglia dire amare, io ho sempre scopato fin dall’età di tredici anni, non mi sono mai posto il problema.

Mi ridesto dai miei pensieri quando lei mi dice:

“Mi devi portare in quel fantastico mondo dove solo tu mi sai portare”

La guardo intensamente con i miei occhi color cioccolato nei suoi occhi celesti, dove vedo passare un lampo di lussuria.
La sollevo mettendola seduta sul piano della cucina accorgendomi all’istante che è senza mutandine, lei sogghigna maliziosamente.

“Non mi vuoi stamattina?”

E mi porge un preservativo girandoselo tra le dita, lo guardo e torno a guardare lei mentre la mia mano si appoggia sulla sua femminilità cominciando a toccarla più intimamente.

Cazzo se la voglio!

Mi affretto ad infilarmi il preservativo e non le do il tempo di sorridere che la invado, facendola distendere del tutto sul piano mentre geme.

Noi due siamo dinamite, lei è la miccia.

Mi muovo ad un ritmo subito sostenuto, a lei piace sentirmi e io l’accontento.
Vado più a fondo con colpi vigorosi, la bacio rudemente con una mano le stuzzico un capezzolo, lei urla di piacere.
Vado più veloce, rallento leggermente le prendo una gamba alzandola fino al mio fianco mi abbasso di nuovo su di lei baciandola, mi rialzo leggermente e affondo in lei sempre più.

“E adesso ti faccio venire” le dico guardandola eccitato

Mi muovo velocemente dentro e fuori, avanti e indietro, Angela s’irrigidisce e vado più forte facendola fremere del tutto e scoppia e io dietro a lei emettendo un grugnito.

Esco da lei appoggiandomi accanto al suo corpo ancora fremente, ci guardiamo e con la mia stronzaggine le chiedo:

“Ti è piaciuto dove ti ho portata?”

Lei si alza e mi sorride allontanandosi dalla cucina.

Io sono questo:
Sergio Mantovani, anni vent’otto lo chef stellato più giovane d’Italia, due stelle Michelin, stronzo di natura.

P.s.

Ed eccoci con la nuova storia

Sergio si è già presentato

Cosa ne pensate?

Vi aspetto lunedì per il prossimo capitolo

Se vi è piaciuto ricordatevi la ⭐

Baciooo

Scatti Stellati (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora