1. Una Morte in Famiglia

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Jason

Il cielo era coperto di nuvole sempre più dense che si scurivano. Tra l'intreccio di strade che attraversavano Gotham come le vene di un cuore, una motocicletta correva verso i confini della città.

I suoi fari dalla luce fredda scacciavano le ombre sull'asfalto. Il veicolo era rosso rubino come la tuta del pilota: Jason Todd. La nuova spalla del cavaliere oscuro: il secondo Robin.

Prima di essere questo era un semplice ladro di strada, guadagnava rubando pneumatici e una notte rubó quelli del veicolo di Batman.

Bruce decise di prenderlo sotto la propria protezione e di ospitarlo nella propria casa. Lo aveva addestrato per essere un eroe.

Ed ora eccolo lì. A salvare Allison Kane.

Il mantello nero svolazzava nell'aria gelida, trasportato dalla brezza. Superò la costa con il mare mosso che si increspava lentamente con le acque sempre più scure.

Un goccia cadde dalle nuvole nere sul costume rosso sangue. Scivolò via e si perse nell'aria, così come tante altre.

Il costume era ormai fradicio, gli occhi non riuscivano a vedere molto dalla maschera, ma Jason non si fermò. Il motore rombava, il ragazzo si lasciò Gotham alle spalle.

Dopo aver attraversato una fitta pineta
si addentrò all'interno di un villaggio con case fatiscenti sovrastato da un'imponente collina.

Sulla neve dell'altura si stagliava un grande magazzino. Il tetto ricoperto
da un folto strato di neve che luccicava sotto la luna.

Jason scese dalla moto. Aprì le porte del magazzino e vi entrò. All'interno c'era un ampio spazio completamente vuoto. Un silenzio innaturale aleggiava nell'aria.

Un grido paralizzò Jason. Una donna malridotta era legata ad un pilastro e imbavagliata con nastro adesivo: Allison. Si precipitò a liberarla.

Non ci poteva credere, dopo tutto questo tempo l'aveva finalmente trovata. Le tolse il nastro e la slegò.

- Sono qui, andrà tutto bene - le disse mentre tagliava la fune che la legava con un coltellino.

Lei sorrise.

Ma non era un sorriso di gratitudine. Era un sorriso sinistro, il tempo passato con quel mostro l'aveva fatta impazzire.

Doveva portarla via prima del Suo arrivo. Se li avesse scoperti sarebbero morti.

Il cuore era un martello pneumatico. La tensione aumentò, poi si dissolse quando un suono perforò il silenzio: un battito di mani. - Ma bravo il mio soldatino - disse una voce.

Una voce fredda e stridula con una nota di follia che Jason conosceva bene.

Era finita. La donna vide la figura che aveva parlato alle spalle di Jason e rise con gusto. Il ragazzo si girò pronto a combattere. Si ritrovò faccia a faccia con un volto conosciuto.

Un viso dalla pelle pallida per il trucco. Degli occhi verde melma e accesi di pazzia e i capelli arruffati verdi smeraldo. Ma la cosa più terrificante era il sorriso, incorniciato da delle labbra rosso sangue, che mostrava tutti i denti dalla sfumatura giallastra.

- Ciao Robin - mormorò il Joker. - che splendida sorpresa - aggiunse allargando quel sorriso innaturale.

Jason partì all'attacco. Con il pugno serrato tentò di colpire il volto del nemico.

Il Joker non tentò neanche di schivare il colpo. Lo prese in pieno volto. Una macchia purpurea si formò sulla pelle pallida. Il clown rise.

Con la sua risata agghiacciante e folle.

Jason odiava quella risata. Cercò di colpirlo nuovamente, ma il Joker stavolta schivò il colpo.

- Povero ragazzo - disse - dov'è il tuo papino? Pensi di potermi affrontare da solo? - rise nuovamente.

Jason era pietrificato. La rabbia gli ribolliva nelle viscere. Prima che potesse fare qualcosa Joker lo scaraventò a terra. La testa battè sul pavimento di metallo, per qualche secondo rimase inerte. Quando riprese coscienza era legato con delle manette.

La donna continuava a guardarlo impassibile. A vederla così qualcosa dentro di lui si ruppe.

- Facciamo un collaudo ti va piccolo? - disse Il joker sorridendo mentre afferrava un piede di porco appoggiato alla parete. - Dimmi. Quale fa più male ... A - il piede di porco calò sul viso del ragazzo aprendo un profondo taglio che gli percorreva tutta la guancia. - ... o B - il metallo affondò nello stomaco.

Gemette dal dolore.

Il sangue si propagava sul pavimento gelido.

Altri colpi gli procurarono brutte ferite su tutto il corpo. Il mantello era strappato, la maschera aperta al centro.

La tortura cessò per un istante. Il Joker si avvicinò al volto sfregiato del ragazzo.

- Ora capisci? - disse ridendo a crepapelle - Dove sono Batman, dove sono i tuoi amici? Nessuno verrà a salvarti, perché a nessuno importa di te. Ti dirò una cosa.

Alla gente di Gotham non è mai importato cosa tu hai fatto per loro. Quanto hai sacrificato per tenere la città al sicuro. Ora ti acclamano perché li hai salvato certo. Ma quando diventerai inutile non ricorderanno nemmeno il tuo nome. Sono solo parassiti. -

Quelle parole rimbombavano nella mente di Jason. Scacciò via i pensieri. Sputò sangue in faccia al clown che si trasse disgustato.

- Non è molto educato sai? Batman non ti ha insegnato le buone maniere? - prese un fazzoletto viola e pulì la macchia rossa sulla guancia.

Alzò la mano e il piede di porco calò su di lui un'ultima volta, gli ruppe il naso.

Jason rimase immobile. Respirava a fatica.

Il clown prese la sua giacca e si avviò verso l'uscita.

Allison a fianco a lui cercava di slegarsi. Con gemito chiamò l'attenzione del Joker. Le si avvicinò. - O mia cara davvero pensavi che per questo piccolo favore ti avrei lasciato vivere? - Lei parve confusa, poi urlò in segno di protesta. Lui rise.

Il clown si allontanò e lasciò i due nel magazzino. Aprì la porta. - Salutami il tuo paparino - così dicendo schiacciò un bottone su un telecomando che aveva in mano.

- Avete più o meno 20 secondi prima che questo posto si riduca in cenere- rise un'ultima volta e si chiuse la porta alle spalle.

Non avevano scampo. Dietro di loro un monitor, collocato su 5 barili pieni di dinamite, segnava il conto alla rovescia.

20 - 19

Doveva fare qualcosa. Tentò di rialzarsi ma le gambe non rispondevano più ai comandi. I muscoli erano stremati.

16 - 15

Si avvicinò trascinandosi verso Allison. - Andrà tutto bene - le disse. Una lacrima solcò il viso della donna.

11 - 10

La porta non sembrava bloccata. Avrebbero potuto mettersi in salvo. Si trascinò verso la porta.

8 - 7

La porta era davanti a lui. Doveva solo aprirla. Sollevo le mani legate con grande sforzo. I muscoli erano molto deboli. Aveva sicuramente qualche costola rotta. Che dolore.

6 - 5

Appoggiò la mano alla maniglia e la spinse verso il basso e ... non si aprì. Era chiusa a chiave maledizione. Sperò con tutto se stesso che Bruce fosse arrivato in tempo. Non lo aveva mai abbandonato.
E non lo avrebbe fatto di certo ora.

3 - 2

Era finita. Chiuse gli occhi preparandosi all'esplosione.

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Angolo autore

Allora cosa ne pensate? Questo è il primo "libro" che scrivo quindi scusate per gli errori.

Se avete suggerimenti o consigli non esitate a scriverlo nei commenti e se la storia vi sta piacendo lasciate una stellina.

Questo è tutto dal vostro Vigilante di quartiere preferito😎

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